CAPITOLO 12

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Claudio PoV

Le giornate di Alice passano tutte in compagnia della nonna che, nel frattempo, si è trasferita da noi per non farla viaggiare troppo spesso. Ormai facciamo i controlli ogni due giorni, la dottoressa vuole monitorare costantemente la situazione, ho l'impressione che tema l'arrivo di Chiara da un momento all'altro ... oggi è solo 7 dicembre, mancano ancora una ventina di giorni ma ogni volta che usciamo da quello studio, non so perché, mi convinco sempre di più che a Natale Chiara sarà già nata. È una mia sensazione ma guardando la dottoressa ne sono sempre più convinto.

Ad Alice non dico nulla per non agitarla, ne ho parlato solo con la nonna e lei mi ha detto che è una possibilità da considerare. Bene, ma non benissimo, adesso l'ansia comincia a salire anche a me ma devo mostrarmi tranquillo. Ancora una settimana e starò sempre a casa, pronto per ogni evenienza.

Torno a casa dal lavoro e mentre sono ancora fuori dal portone d'ingresso sento delle risate provenire dal nostro appartamento, entro e trovo Alice, la nonna e Giacomo (ecco perché tutto quel chiasso) che ridono e si divertono come dei pazzi ... chissà cosa avrà raccontato il mio fratellone per farle ridere così. Devo dire che sono stato molto felice, almeno Alice, per un po', ha distolto il pensiero dal parto, più passano i giorni e più si agita ... forse sarebbe il caso di chiedere alla dottoressa un cesareo, temo che Alice possa essere in difficoltà vista la sua paura di soffrire.

Ne ho parlato con la nonna, come possibilità, ma lei mi ha detto di non prendere decisioni avventate senza consultare la diretta interessata altrimenti potrebbe non prenderla bene; così quando andiamo a dormire (dormire si fa per dire, Alice si agita sempre di più durante la notte e, ovviamente, dormo poco e male anche io) gliene parlo ma lei ... 

"Non se ne parla proprio! Se Chiara è pronta per nascere perché mai dovremmo andare contro un evento naturale?"

"Alice, hai idea di cosa ti aspetta, vero?"

"Certo che lo so e sai anche che non mi piace affatto l'idea di soffrire per ore, ma chiederemo almeno l'epidurale e poi ci sarai tu accanto a me".

"Come vuoi tu, amore, tanto sai che starò con te tutto il tempo, e poi, se dovesse essere necessario, sarà la dottoressa a prospettarci questa possibilità. Ormai stiamo più da lei che a casa nostra". 

Alice mi sorride compiaciuta, adoro quando mi guarda e mi sorride, il suo sorriso ha sempre avuto un effetto disarmante su di me. A lei non lo facevo capire ma ogni volta che mi sorrideva, per qualsiasi cosa, anche per una sciocchezza, io l'avrei stretta forte a me e l'avrei baciata fino a lasciarla senza fiato ... ma no, CC era un predatore, un seduttore seriale di specializzande, non poteva capitolare di fronte ad un sorriso disarmante. Quanto tempo ho perso e come sono stato stupido. Ho rischiato più volte di perderla per sempre.

"Non vedo l'ora di avere la nostra bambina tra le braccia" – mi dice e io non posso fare altro che guardarla intensamente e baciarla con tenerezza. Spero che sia veramente forte altrimenti non so come farò ad aiutarla. Domani mattina sono libero dal lavoro, visto che è 8 dicembre, così, prima di dormire, ne approfitto per coccolare un po' la mia mogliettina ... ormai solo questo possiamo fare, il pancione è veramente troppo ingombrante e poi lei si stancherebbe troppo, ha sempre le gambe gonfie a fine giornata, il peso (anche se contenuto entro i limiti fissati dalla dottoressa) comincia ad essere veramente troppo per lei che è sempre stata molto magra.

La coccolo come una bambina, perché la mia Alice, nonostante sia quasi una madre, continua ad essere tenera come una bambina, esattamente come quando mi sono follemente innamorato di lei ma mentre prima perdevo continuamente le staffe, ora riesco solo ad avvolgerla con il mio amore. Passiamo un bel po' di tempo abbracciati a sfiorarci delicatamente e ad accarezzarci e io, come al solito, le accarezzo la pancia, anche per tranquillizzare Chiara che, ultimamente, si agita spesso (forse cerca di muoversi ma non ci riesce).

Ad un tratto mi volto e vedo che ha chiuso gli occhi, si è addormentata, stretta a me, proprio come una bambina.

Alice PoV

Oggi è 8 dicembre e, approfittando della giornata di festa, io e CC siamo ancora a letto. Ormai, di notte, praticamente, non si dorme, non trovo una posizione adatta a me, mi agito in continuazione e Claudio, poverino, è costretto ad un sonno estremamente frammentato. Mancano un paio di settimane al parto e, forse, complici anche i cambiamenti ormonali, sono spesso nervosa, agitata e questo si riflette anche sul mio ritmo sonno – veglia.

All'improvviso, poco dopo aver aperto gli occhi (Claudio, stranamente ancora dorme) sento un profumino invitante provenire dalla cucina; è un attimo e riconosco il profumo del ciambellone di nonna Amalia e un odore di caffè che mi rimette al mondo, peccato che, ora, non posso berlo. Dormo già così poco, ci manca solo il caffè! Ha deciso proprio di viziarmi la mia nonnina, come farò quando andrà via? In realtà mi ha promesso che dopo la nascita di Chiara tornerà per qualche giorno, così i primi tempi mi darà una mano a gestire la mia nuova vita da mamma.

Per una volta decido di non svegliare CC, lo lascio riposare (lo merita, povero tesoro, sopporta tutto il mio nervosismo e i miei sbalzi d'umore e, nonostante al mattino, deve andare a lavorare, non si lamenta neanche quando, per causa mia, dorme si e no due ore); mi alzo dal letto e vado in cucina dove trovo nonna.

"Tesoro mio, non volevo svegliarti. Ho pensato di preparare la colazione per te e per il dottorino ma non intendevo farvi cadere dal letto".

"Non preoccuparti nonna, Claudio dorme ancora, non voglio svegliarlo. Non è giusto che anche oggi gli impedisca di riposare. E poi, stai tranquilla è stato un bellissimo anzi buonissimo risveglio. Sai che adoro il tuo ciambellone".

Nonna mi sorride, si avvicina e mi da uno dei suoi abbracci meravigliosi, quegli abbracci che ti rimettono al mondo. Siamo sole io e lei, ora. Mi sento come quando ero bambina e correvo da lei per farmi consolare quando mamma o papà mi sgridavano o quando litigavo con Marco. 

"Allora, piccolina, come ti senti?" – mi chiede nonna (non so, forse mi vede strana?).

"Come mi sento, nonna? Mi sento come una che sta per esplodere, non vedo l'ora che passino queste due settimane per avere finalmente la mia bambina tra le braccia. Ormai, quasi non riesco a muovermi, fatico a fare qualsiasi cosa, sono sempre nervosa e me la prendo con tutti, piango in continuazione ..."

"Amore mio ma è normale. Stai per diventare mamma. Il tuo corpo ha subito tanti cambiamenti in questi nove mesi e tra qualche giorno ne subirà uno ancora più grande. In un attimo dovrà tornare tutto come prima. Non è facile tutto questo. Chi ti vuole bene capisce e, se hai paura che tuo marito, invece, non abbia capito ... beh, ti sbagli. Non lo vedi com'è paziente con te? Non avere paura e aspetta con tranquillità l'arrivo della piccolina".

Nonna mi capisce al volo. Ho paura che Claudio non mi dica che si è stancato solo per non farmi agitare ma nonna, che ha sempre avuto un grande intuito (e devo ammettere che tutte le volte che si trattava di me e di CC ci ha sempre preso) riesce a tranquillizzarmi e a non farmi vedere niente di strano nel comportamento del mio maritino. Ho una fame tremenda ma non voglio fare colazione prima che anche Claudio mi abbia raggiunto, ho sentito che si è alzato dal letto, sarà in doccia ora, cercherò di placare la mia fame da lupi e aspettare ancora qualche minuto.

Nonna Amalia è stata bravissima, ha preparato una tavola degna degli ospiti più importanti, lei stravede per me e, conseguentemente, anche per Claudio (nonna ha sempre sperato che tra me e lui finisse com'è finita); dice che appena il dottorino uscirà dal bagno ci lascerà da soli (in realtà lei ha già fatto colazione non sapendo a che ora mi sarei svegliata. Mi conosce nonna, sa che sono dormigliona) perché sono gli ultimi giorni che viviamo come coppia, tra poco saremo una famiglia nel vero senso della parola e non avremo più tanto tempo per queste smancerie.

Finalmente CC esce dal bagno, bellissimo e profumato come sempre.

Oggi non indossa la solita giacca e cravatta ma io lo adoro ugualmente; resta stupito quando vede la sorpresa di nonna così, per prima cosa, le si avvicina e le da un bacio (ormai la considera la sua "nonnina"), poi viene verso di me, saluta Chiara con la solita carezza sul pancione e mi da il buongiorno con uno dei suoi baci teneri ma passionali allo stesso tempo. 

ALICE E CLAUDIO UN AMORE INDISSOLUBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora