CAPITOLO 9

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Claudio PoV

Ormai è chiaro, i miei suoceri (strana questa parola per me) non sono molto entusiasti del fatto che abbia sposato Alice. Probabilmente non si fidano di me, penseranno che sono ancora quel dongiovanni che arrivò a Sacrofano per l'omicidio della badante Tamara, ma si sbagliano, si sbagliano di grosso, quel Claudio Conforti non esiste più e solo grazie alla loro figlia che mi ha completamente trasformato.

Alice ha finto di non dar peso a quello che è successo, ma evidentemente è molto turbata, non le piace che, specialmente la madre, mi tratti con tanta freddezza; io le ho detto che non mi importa, devo piacere a lei e non a sua madre così l'ho fatta sorridere prima di addormentarci. Questo weekend volevamo andare a Sacrofano perché, dopo essere venuti in Istituto, non si sono più fatti vedere ma Alice, con la complicità della nonna (mi adora nonna Amalia, ormai è mia nonna a tutti gli effetti) riesce ad organizzare un incontro qui da noi per domenica all'ora di pranzo.

Alice non ha mai imparato veramente a cucinare (le piace solo mangiare) – "Tanto ci sei tu" – mi dice, così tocca a me fare in modo che sia tutto perfetto e che non abbiano da ridire, visto che sono abituati alle prelibatezze della nonna. I primi minuti in casa nostra sono molto formali, tranne che per la nonna che si trova a suo agio visto che spesso ci fa visita, ma poi Alice rompe il ghiaccio e fa fare un tour della casa alla madre lasciandomi solo con il padre e la nonna. Il padre è molto diplomatico, evita di farmi capire troppo che non gli vado tanto giù ma, come ha detto Alice, peggio per lui, siamo sposati, ci amiamo e tra poco avremo una bambina.

Quando ci raggiungono, la madre mi fa i complimenti per la bella casa.

"Non è solo mia" – le dico – "E' mia e di Alice, e tra poco anche di Chiara"; lei mi guarda come se volesse scrutarmi e alla fine accenna anche un sorriso. Cosa le avrà mai detto Alice? 

Nel pomeriggio ripartono neanche troppo tardi perché devono accompagnare la nonna e prendere tutti i bagagli prima di tornare a Ravenna. Ci promettono che torneranno prima della nascita di Chiara.

"Vogliamo stare vicini a nostra figlia, avrà bisogno di noi quel giorno" – dice la madre.

Alice la fulmina con lo sguardo ma non dice una parola, so che non permetterà a nessuno, a parte me, di entrare in sala parto insieme a lei (ne abbiamo parlato tante volte e abbiamo deciso che solo io starò insieme a lei quel giorno, non solo perché sono il padre di Chiara ma anche perché sono un medico e posso esserle di aiuto durante tutte le fasi del travaglio e del parto).

Finalmente restiamo soli, in tutta sincerità non ne potevo più di quei finti sorrisi di circostanza, preferisco saperli lontani. So che ad Alice fa male tutto questo, lei si aspettava che loro si comportassero con me come fa la sua adorata nonna ma, è evidente che, non sarà così. 

"Mi dispiace, amore, sono mortificata per il comportamento di mia madre. Possibile che non riesce a capire come sei?"

"Tranquilla, ti ho detto tante volte che, per me, non è importante. Mi importa solo di te e di Chiara. Quello che tu pensi di me è importante, il resto non conta."

Lei si scioglie in uno dei suoi meravigliosi sorrisi che, da quando è incinta, sono diventati ancora più belli e dolci, mi abbraccia stringendomi forte a se, talmente forte che, in un attimo, sento Chiara scalciare; è felice la mia piccolina, felice di sapere che la sua mamma e il suo papà sono follemente innamorati l'uno dell'altra. Non posso fare altro che carezzare amorevolmente il pancione di Alice e baciarla teneramente.

Alice PoV

Ieri i miei genitori sono tornati a Ravenna, devo dire che sono stati molto freddi (specialmente mamma) nei confronti di Claudio, non hanno mascherato la poca simpatia che nutrono nei suoi confronti e lui ci è rimasto molto male anche se non me lo dice perché sa che mi dispiace.

Stamattina (11 ottobre) torniamo in Istituto, ho appuntamento con i tre specializzandi perché dobbiamo rivedere le tesi nell'eventualità che la Suprema abbia fatto qualche ulteriore correzione (oltre quelle che ho già fatto io, aiutata anche da Claudio quando mi sono sentita insicura). I ragazzi mi raggiungono nello studio, dove ormai c'è sempre Giulia a farmi compagnia, e ci mettiamo subito al lavoro. Riguardiamo tutto e ci rendiamo conto che Andrea non ha apportato correzioni al lavoro ma consiglia solo di impaginare in maniera un po' diversa il frontespizio in modo che si capisca meglio l'argomento su cui verte il lavoro.

"Perfetto, ragazzi, è presto fatto, così potete stampare le copie definitive e consegnare il tutto nei termini stabiliti. Finalmente tra poco più di una settimana sarete tre medici legali e non più tre specializzandi. Quando tornerò dalla maternità saremo colleghi a tutti gli effetti".

"Professoressa, ma lei ci sarà con noi quel giorno, vero?" – mi chiede una di loro.

"Certo che ci sarò, ho fatto carte false per convincere il dottor Conforti a farmi restare ancora un po' al lavoro ... non vi lascerò soli, state tranquilli, e poi, la professoressa Manes non vi ha corretto nulla, vuol dire che il lavoro è ben fatto". 

In realtà loro sono preoccupati per il giudizio di Claudio e della Wally e io, un po', li lascio cuocere nel loro brodo, non dirò che Claudio ha già letto tutti i lavori e si è complimentato con loro e anche con me che li ho seguiti. Ci saranno anche i suoi specializzandi quel giorno e sicuramente presenteranno dei lavori molto interessanti ma io sono soddisfatta di quello che abbiamo fatto io e i miei studenti.

Non mi accorgo che il tempo passa, sono le 13:30 e vedo comparire Claudio, abbiamo appuntamento per pranzo, vogliamo starcene un po' da soli perché qui in Istituto, col fatto che non posso avvicinarmi alla sala settoria, ci vediamo poco e a casa, spesso, comincio a crollare subito dopo aver cenato ... il peso comincia a farsi sentire, Chiara sta diventando grande nella mia pancia, e io mi stanco anche senza fare niente. Claudio è fantastico, capisce la situazione e mi lascia riposare ... lo amo ogni giorno di più e vorrei che anche i miei capissero che uomo meraviglioso ho sposato.

Dopo pranzo mi riaccompagna a casa e lui torna in Istituto.

Mentre sono sul divano a riposare (tanto per cambiare, ormai non faccio altro) suonano al citofono – fortuna che è un videocitofono così posso vedere chi è – è Silvia che viene a vedere "se sei ancora viva Alice, ormai non ti si vede più, Conforti ti ha rapita?"

È sempre la solita, Silvia, neanche la nascita del piccolo Edoardo (Edo per lei e anche per me) l'ha cambiata, starebbe in giro tutto il giorno a fare aperitivi in giro per i vari bar. Fortuna che c'è Sergio che la tiene un po' a bada. Ormai Edo ha quasi 10 mesi, compirà un anno più o meno quando nascerà Chiara – lei era già incinta quando mi sono sposata – e si sente più libera perché lo ha iscritto all'asilo cosa che io e CC non faremo, tornerò a lavorare quando Chiara potrà essere affidata a qualcuno di cui mi fido ciecamente, Cordelia per esempio. È stata bravissima con Camilla, lo sarà anche con Chiara, a maggior ragione che è mia figlia. Ancora non l'ho detto a Claudio ma non credo dirà di no.

Mentre Silvia è ancora a casa ed è quasi riuscita a convincermi ad uscire per un aperitivo – "Che male vuoi che ti faccia? Al massimo prendi un analcolico!" – arriva Claudio che si stupisce nel vederla tranquilla e beata senza suo figlio ma Silvia è fatta così, non ha mai avuto un istinto materno, Edo è venuto per caso e, siccome ha pensato che l'orologio biologico corre anche per lei, ha deciso che era il momento giusto per averlo ma questo, per lei, non significa rinunciare alla sua indipendenza.

Io non sarò così, già lo so. Il giorno che dovrò lasciare Chiara per tornare al lavoro non sarà semplice ma, come dice CC, il lavoro è lavoro e il resto è il resto (come mi mandava in bestia quando lo diceva ma ora capisco che, a volte, è proprio così). Silvia va via e noi restiamo da soli.

 "Che ne dici se approfittassimo del fatto che sei sveglia e anche abbastanza riposata?" – mi dice guardandomi con uno sguardo malizioso che fa trasparire chiaramente le sue intenzioni – non faccio in tempo neanche a rispondere che già siamo in camera nostra, nudi e ci amiamo intensamente approfittando del poco tempo che ci resta prima che il mio pancione diventi veramente troppo ingombrante.

ALICE E CLAUDIO UN AMORE INDISSOLUBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora