Chapter 12 -faults-

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Isabel intravide Loki su una delle navi e cercò di avvicinarsi il più possibile.
Fece crescere dei rampicanti da due palazzi e gli bloccò il passaggio poi si poggiò su uno di essi guardando Loki negli occhi.
<<Questo non me lo aspettavo mia cara>> la ragazza sentì la delusione nella sua voce.
<<è questo il ringraziamento per averti salvato la vita?>>
<<Mi dispiace>> gli disse semplicemente prima di scaraventare l'asgardiano dentro la Stark Tower dove già si trovava Hulk.
Scese a terra ed iniziò a correre verso dei civili bloccati in un autobus.
Creò un muro per fermare i Chitauri e usò tutta la sua forza per aprire le porte.
<<Forza andate!>> i cittadini scapparono e Isabel creò una barriera d'aria per proteggerli dagli attacchi poi vide in lontananza la donna con cui aveva combattuto sul quirjet ed andò nella sua direzione.
<<Bisogno di una mano?>> chiese mentre lanciava un coltello verso un chitauro.
<<Grazie>> rispose la rossa sorridendole.
<<Vedo che hai scelto la parte giusta ora>> aggiunse.
La sedicenne ricambiò il sorriso.
Poco dopo al loro fianco si aggiunsero il resto degli avengers.
<<Benvenuta nel team ragazzina>> le disse il fratello di Loki.
<<Ora non abbiamo tempo per le presentazioni>> a parlare fu l'uomo in armatura.
<<Sono Nat comunque>> le sussurrò la rossa.
<<Isabel>>
<<Vi ho sentito>>
La castana sentì un calore invaderle il corpo, si sentiva felice, sentiva di essere nel posto giusto, di aver fatto la scelta giusta.
<<Dobbiamo chiudere il portale>> disse l'uomo con lo scudo.
<<è impossibile>> rispose la ragazza poi l'uomo in armatura le si avvicinò e le diede un auricolare.
<<Così potrai comunicare con noi>> le disse semplicemente prima di volare via.
La sedicenne sorrise prima di mettersi l'auricolare ed allontanarsi anche lei.
Continuò ad usare i suoi poteri fino allo sfinimento, ma non era ancora abbastanza.
I Chitauri continuavano ad arrivare ed arrivare.
<<Ragazzi abbiamo un problema>>
Isabel non riconobbe la voce.
<<Stanno lanciando un missile contro New York per distruggere questi cosi>> continuò.
<<In questo modo uccideranno anche i civili>> Isabel sentì il petto bruciarle.
Era tutta colpa sua, se tutte quelle persone fossero morte sarebbe stata colpa sua, tutte le persone che erano già morte erano morte a causa sua.
<<Ci penso io>> disse infine.
<<Cosa pensi di fare ragazzina?>> gli urlò contro la stessa voce di prima.
<<Cambierò la direzione del missile, farò in modo che entri nel portale>>
<<Non se ne parla Isabel, in questo modo morirai>> la castana riconobbe subito la voce.
<<è giusto così papà. è anche colpa mia se i Chitauri stanno distruggendo la città, quindi è mia responsabilità porre fine a tutto>>
<<Sbaglio o la ragazzina ha appena chiamato Clint papà?>>
<<Tony non è il momento>> questa volta fu Nat a parlare.
<<Isabel non farlo. Non posso perderti ora che ti ho trovato. Quindi rimani ferma dove sei e lascia che se ne occupino gli adulti>>
<<Clint ha ragione ragazzina, non è tuo compito questo. Vai ad aiutare la polizia a far evacuare, ci penso io al missile>>
<<Mi dispiace>> disse semplicemente prima di togliersi l'auricolare e buttarlo a terra, poi prese il volo e raggiunse il missile.
<<Finalmente faccio una scelta giusta>>
Isabel prese il missile e con tutta la forza che le rimaneva lo spinse dentro il portale con lei dietro.
L'aria le mancò poco dopo e la vista le si offuscò.
Morire non le sembrava male dopo tutto.
Sentì l'esplosione ed il suo corpo venire spinto all'indietro.
Sorrise mentre si preparava all'impatto, ma sentì due braccia afferrarla e portarla lentamente a terra.
L'uomo poggiò il suo corpo sull'asfalto ed in poco tempo il resto degli avengers lo circondarono.
La nave madre dei Chitauri era esplosa e con essa anche tutti gli esseri rimasti sulla terra.
Ce l'aveva fatta, aveva salvato New York, aveva risolto al suo errore.
<<Ehi Isabel guardami forza>> la voce le sembrava lontana, ovattata, fece fatica a capire cosa stesse dicendo.
<<Isabel apri gli occhi, so che puoi farcela>>
La sedicenne provava un senso di calma e tranquillità, sentiva la vita scivolarle tra le dita e ne era felice, finalmente non avrebbe più sofferto, avrebbe trovato la pace.
Il viso di Clint le apparve in mente, era arrabbiata con se stessa per averlo odiato tutti questi anni senza motivo, avrebbe voluto avere più tempo per stare con lui.
Improvvisamente quel senso di tranquillità scomparve e la castana iniziò a combattere contro la morte.
Non si sarebbe arresa così facilmente, non ora che aveva chiarito con suo padre, non ora che aveva la possibilità di redimersi.
Isabel aprì di scatto gli occhi e prese un respiro profondo.
Subito venne circondata da due braccia.
Una lacrima sfuggì al suo controllo.
Era finalmente a casa.
<<Ho fame>> disse poi guardando il resto degli avengers e scoppiando a ridere.


-Sokovia-
La donna camminò lungo il corridoio sotto lo sguardo timoroso di tutti.
Raggiunse la sua postazione e guardò il monitor.
<<Novità?>> chiese all'uomo accanto a lei.
<<è stato scongelato come da suo ordine sergente Evans>>
<<Perfetto. Isabel?>>
<<Siamo riusciti a trovarla grazie al localizzatore nel pugnale. Si trova a New York>>
<<Ottimo, fai preparare un aereo, la rivoglio quì subito>>
<<Certo sergente>>
<<Vengo a prenderti mi hija>>

Not the villain of this storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora