Chapter 37 -prisons-

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La ragazza si sentì immediatamente debole, la testa le girava e non le ci volle molto per comprendere che le avessero bloccato i poteri.
Il soldato le tolse le manette e uscì dalla stanza.
Isabel senti gli occhi inumidirsi, si sentiva vuota senza poteri e si sentiva nuovamente intrappolata, proprio come quando era stata catturata dall'Hydra.
Si alzò dalla sedia e si sdraiò lentamente sul lettino, facendo respiri profondi per calmarsi.
Non si trovava più con l'Hydra, non si trovava più con l'Hydra, non si trovava più con l'Hydra.
Cercava di ripetere queste parole come un mantra, sperando che la sua mente le avrebbe accettate come verità.
Chiuse gli occhi e cercò di immaginare la sua famiglia: sua mamma, suo papà, i suoi fratellini... oh quanto le mancavano quelle pesti; poi le apparvero in mente Steve, Natasha, Sam, Bucky, Wanda, anche loro erano parte della sua famiglia e non li avrebbe abbandonati per nulla al mondo.
Riaprì gli occhi di scatto, un'idea le balenò per la testa e sorrise decidendo di tentarla.
"Papà? riesci a sentirmi?" pensò, creando una connessione tra la sua mente e quella del padre.
"Isa? Com'è possibile? No aspetta non importa, dove ti trovi? Ti hanno fatto del male?" il flusso di pensieri di Clint la travolse, ma la diciassettenne sorrise vittoriosa.
Non essendo a conoscenza di questo suo potere, non potevano toglierglielo.
"Mi hanno chiusa in una stanza, sto bene non preoccuparti. Mi hanno iniettato qualcosa per bloccare i miei poteri, ma a quanto pare non sono riusciti a fermarli tutti" gli rispose la castana, felice di poter almeno sentire la voce del padre e riuscendo finalmente a tranquillizzarsi del tutto.
"Menomale piccola, vedrai che andrà tutto bene. Punterò sul fatto che sei minorenne per farti uscire" la rassicurò occhio di falco.
"Lo sai benissimo che non mi lasceranno mai libera del tutto. Mi costringeranno a bloccare i miei poteri o a rimanere rinchiusa nella torre" rispose tristemente la diciassettenne.
"Farò in modo di farti tornare a casa da Laura e i ragazzi, non dovrai stare alla torre mai più" cercò di convincerla Clint che però non ricevette risposta.
"Solo che tu vuoi rimanere con Steve" concluse il padre capendo le intenzioni della figlia.
"Potresti avere finalmente una vita normale Isa, non devi nulla a nessuno. Meriti un po' di pace dopo tutto quello che hai passato" la voce dell'uomo sembrava quasi una supplica e la castana lasciò finalmente libere le lacrime.
"Papà, sono stata creata per essere un soldato, ho fatto del male, tanto, troppo. Tony ha ragione, ho ucciso molte persone e ho continuato a farlo solo per il gusto di farlo" iniziò Isabel.
"Hai ucciso persone cattive che ti aveva fatto del male e da quando sei entrata a far parte della mia vita non hai fatto altro che cercare di rimediare ai tuoi errori. Ti meriti una pausa, piccola. Un po' di normalità" la interruppe Clint.
"Ciò non giustifica l'omicidio papà. E sai benissimo che ho ucciso anche persone innocenti. Ho le mani sporche di sangue e non si laverà mai. Io devo, voglio, andare con Steve. Il mio lavoro ancora non è finito" continuò la ragazza facendo scappare un singhiozzo che fece spezzare il cuore del padre.
"Se è quello che pensi, se senti che sia la tua strada, allora non sarò io a fermarti piccola. So che sarai al sicuro con Steve e Natasha, che ti proteggeranno e ti aiuteranno nei momenti più duri. Però ricordati sempre che la porta di casa, la tua casa, è sempre aperta per te; che non importa cosa accada tu sarei sempre la mia bambina e nulla potrà cancellare l'amore che provo per te" Isabel continuò a piangere nel sentire le parole del padre.
"Ti voglio bene Papà" riuscì a dire con voce rotta dal pianto.
"Anche io piccola" le rispose occhio di falco prima di aggiungere "Ovviamente vorrò aggiornamenti costanti su tutto ciò che fai e di come stai, altrimenti ti riporto a casa tirandoti per le orecchie, intesi?".
La diciassettenne scoppiò a ridere e sentì il cuore pieno prima che la porta della sua stanza venisse spalancata.
<<I rinforzi sono arrivati>> disse il biondo aprendo le braccia per permettere alla ragazza di corrergli incontro e abbracciarlo.
<<Non abbiamo molto tempo, vieni>> le disse facendole strada e portandola dove si trovavano gli altri.
La castana abbracciò il padre a cui scese una lacrima prima di asciugarla velocemente e lanciare un'occhiata di avvertimento al capitano.
<<Andate e salite sul jet. Natasha vi porterà in un luogo sicuro>> gli disse Steve mentre correvano verso l'uscita della prigione.
<<E tu Cap?>> chiese Sam al biondo che stava per imboccare un'altra strada.
<<Vi raggiungerò più tardi, devo fare un'altra cosa prima>>.
In quel momento la ragazza si rese conto dell'assenza del soldato.
<<Dov'è Bucky?>> chiese preoccupata al capitano che le sorrise rassicurandola.
<<Mi aspetta sull'altro jet, dobbiamo andare nel Wakanda, vi raggiungerò una volta finito>> ribadì Steve.
Isabel capì che Bucky non sarebbe venuto con loro.
<<Vengo con te Steve>> disse poi seguendo il capitano.
<<Immaginavo l'avresti detto>> scherzò l'uomo, facendola salire sul jet e decollando verso il Wakanda.
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<<Sicuro che sia la scelta migliore?>> chiese il biondo al soldato, guardando la cella criogenica.
<<Non posso fidarmi della mia stessa mente. Quindi finché non trovano un modo per purificarla da tutta quella roba, è la scelta migliore... per tutti>> rispose l'uomo prima di salutare l'amico.
<<Ci rivedremo presto>> disse rivolto alla castana per poi rivolgerle un sorriso ed entrare nella cella.
Steve si allontanò con il re per ringraziarlo mentre la diciassettenne rimase ferma a guardare il soldato.
<<Ci rivedremo presto>> sussurrò prima di raggiungere il capitano.















-due anni dopo (2017)-
La diciannovenne sentì un brivido percorrerle la schiena e una lacrima le solcò il volto.
Steve e Natasha le si avvicinarono preoccupati.
<<Piccola occhio di falco che succede?>> chiese la bionda, stringendo la mano della minore.
<<Loki è morto>> la sua voce fu un sussurro, udibile a malapena mentre sentiva il cuore spezzarsi.

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