Chapter 48 -please, not again-

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Isabel sistemò la tuta quantica che le aveva dato Steve, prima di sistemarsi tra il capitano e Natasha sulla macchina del tempo.
<<Cinque anni fa, abbiamo perso. Tutti noi. Abbiamo perso amici... Abbiamo perso la famiglia... Abbiamo perso una parte di noi stessi. Oggi, abbiamo la possibilità di riprenderci tutto. Conoscete le vostre squadre, conoscete le vostre missioni. Prendete le pietre, riportatele indietro. Un viaggio di andata e ritorno ciascuno. Nessun errore. Nessuna ripetizione. La maggior parte di noi sta andando in un posto che conosciamo. Ma questo non significa che dobbiamo sapere cosa aspettarci. Fate attenzione. Guardatevi l'un l'altro. Questa è la lotta delle nostre vite. E vinceremo. A qualunque costo. Buona fortuna>> disse il biondo, passando lo sguardo tra i componenti delle varie squadre.
<<Ci vediamo tra poco>> sorrise la rossa prima di scomparire tutti grazie alla macchina.
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Vormir, 2014

L'aria era densa, quasi palpabile, come se Vormir stesso sapesse dell'orrore che stava per consumarsi.
Isabel seguiva Clint e Natasha in silenzio mentre salivano lungo il sentiero aspro che li avrebbe condotti alla cima, dove li attendeva il destino della Gemma dell'Anima.
Ogni passo sembrava più pesante del precedente, ogni respiro un dolore nel petto.
Aveva il cuore spezzato e la rabbia in corpo; il recente litigio con suo padre ancora fresco come una ferita aperta, e non riusciva a scacciarsi di dosso l'idea che tutto stesse per peggiorare ancora.
<<Wow>>  mormorò occhio di falco, quasi parlando a se stesso.
<<In altre circostanze, sarebbe un posto incredibile>>.
La rossa gli rivolse un sorriso malinconico.
<<Scommetto che il procione non ha dovuto scalare una montagna>> disse con sarcasmo.
L'uomo sbuffò.
<<Tecnicamente, non è un procione, sai>>.
<<Qualunque cosa sia, mangia spazzatura>> rispose lei con una risata breve, che però non sciolse la tensione nell'aria.
Dall'ombra delle rocce, una figura incappucciata emerse silenziosa, e i tre si bloccarono. 
La castana percepì un brivido gelido lungo la schiena e la sua mano si mosse istintivamente verso il pugnale nascosto alla cintura.
Clint e Natasha estrassero le loro armi, ma la figura non sembrò minimamente impressionata.
<<Benvenuti>> disse la figura, in tono piatto e incolore.
<<Io sono una guida per chiunque cerchi la Gemma dell'Anima>>.
<<Perfetto>> disse la donna, con sarcasmo acuto.
<<Allora indicaci dove si trova e noi ce ne andremo subito>>.
L'essere li osservò a lungo, come se non riuscisse a comprendere appieno la loro determinazione.
<<Vorrei che fosse così semplice>> rispose infine.
<<Natasha, figlia di Ivan. Clint, figlio di Edith. Isabel, figlia di Clint>>.
La voce incappucciata indicò il bordo della scogliera. 
La giovane donna sentì il sangue gelarsi nelle vene; c'era qualcosa di innaturalmente oscuro in quell'essere.
Ma la sua attenzione venne subito catturata dalle parole che seguirono.
<<Ciò che cercate giace di fronte a voi>> continuò l'essere, la voce che riecheggiava.
<<Ma, come sempre, per ottenere qualcosa di tanto prezioso, bisogna sacrificare ciò che si ama. Un'anima, in cambio di un'anima>>.
Il silenzio che seguì cadde pesante su di loro.
Occhio di falco sospirò, passando una mano sul viso.
<<Sta inventando tutto>> disse, senza troppa convinzione.
<<Non può essere vero>>.
<<No>> disse la rossa, sedendosi su una roccia vicina e fissando la profondità sotto di loro. <<Thanos ha preso la gemma. Ma non ha lasciato questo posto con sua figlia. Non può essere una coincidenza>>.
Isabel restava muta, osservando Natasha e Clint, mentre cercava di mettere insieme le parole del misterioso custode.
<<Non possiamo semplicemente... scendere e prenderla?>> domandò, con la voce carica di speranza.
<<No>> disse la maggiore, ferma.
<<Non c'è altro modo>>.
La castana si sentì vacillare.
Senza pensarci troppo, si fece avanti.
<<Allora sarò io>> disse, guardando i due con occhi fermi, preparandosi a bloccarli con i rampicanti per impedirgli di fermarla.
Ma appena provò a evocare il suo potere sentì un senso di vuoto, un'assenza incolmabile.
I suoi poteri non rispondevano.
La Gemma dell'Anima sembrava sottrarle ogni possibilità di sacrificarsi al posto degli altri.
<<No... no, non può essere>> sussurrò, cercando disperatamente di accedere ai suoi poteri, di evocare anche la minima scintilla.
Ma nulla accadde. 
La giovane donna indietreggiò, incredula e terrorizzata.
Natasha e Clint si alzarono, i loro sguardi incrociati, una comprensione silenziosa tra di loro.
<<Qualsiasi cosa serva, Clint>> disse la rossa.
<<Se non riportiamo questa gemma, miliardi di persone resteranno morte>>.
L'uomo chiuse gli occhi un istante, poi annuì.
<<Qualsiasi cosa serva>> ripeté con voce strozzata.
la rossa si voltò, e i loro sguardi si incontrarono.
Clint le prese la mano, con una stretta forte e ferma.
<<Immagino che ognuno di noi abbia idee diverse su chi debba sacrificarsi>> disse lui, con un sorriso triste.
<<Sono stata io a spingere per arrivare qui>> disse la donna, scuotendo la testa.
<<Ero io a voler riportare indietro tutti. Devo farlo>>.
<<No, Nat. Sono io quello che deve farlo. Sai cosa sono diventato>>.
Occhio di falco la guardava con una disperazione sincera, e Isabel sentiva il dolore riversarsi in lei, un fiume in piena di emozioni che la bloccava.
Natasha sospirò.
<<Io non giudico le persone per i loro peggiori errori>> mormorò, stringendogli la mano.
<<Non tu>>
Si guardarono per un attimo, poi Clint sorrise appena e allentò la presa.
<<Va bene>> disse piano, <<hai vinto>>.
Ma prima che Natasha potesse rispondere, lui la spinse improvvisamente, facendola cadere all'indietro.
La donna, sorpresa, perse l'equilibrio, ma si rialzò subito.
<<No!>> urlò Isabel, cercando di avvicinarsi, ma il padre fu più veloce e la bloccò a terra.
<<Perdonami piccola>> le disse sorridendole, assicurandosi che non potesse muoversi completamente poi iniziò a correre verso il precipizio.
La rossa non perse tempo, e scattò verso Clint, gettandolo a terra.
<<Sei un idiota>> sibilò, trattenendo le lacrime.
<<Tu tornerai indietro, Clint>>.
Con una mossa veloce, l'uomo si liberò e rotolò all'indietro, riuscendo a scattare verso il bordo. Natasha estrasse un dispositivo e lo attivò, scaricando una piccola scossa elettrica che lo bloccò per un attimo.
Occhio di falco gemette, ma reagì tirando una freccia esplosiva che fermò la donna per qualche istante.
Isabel gridava disperatamente, impotente.
<<Basta! Fermatevi!>> urlò.
<<Vi prego, fermatevi!>>
Clint prese un respiro profondo, si girò verso di lei.
<<Ti affido i ragazzi, Isa>> disse.
Poi si lanciò verso il precipizio.
Ma Natasha lo seguì, afferrandolo a mezz'aria con una presa di ferro.
L'uomo si trovò sospeso, trattenuto dal gancio della rossa, mentre il vento freddo sferzava i loro volti.
<<Lasciami andare>> mormorò la donna, gli occhi colmi di determinazione.
<<No... No, Nat, non farlo...>> rispose occhio di falco, incapace di trattenere le lacrime.
<<È tutto a posto>> disse Natasha.
Poi, con un calcio alla roccia, liberò la presa.
Isabel riuscì finalmente a liberarsi e si lanciò verso il bordo, strillando mentre il mondo attorno a lei si capovolgeva in un turbinio di emozioni e ricordi.
La visione di Nat che volava giù, lasciandosi cadere nel vuoto, si incise nella sua mente come una cicatrice profonda e insopportabile.
<< NOOOOO!>> urlò disperata, poi una luce li avvolse e si trovarono in acqua.
La giovane donna si trovò a tremare, il cuore che batteva così forte da sentirlo nelle tempie.
Era tutto un incubo, eppure era reale.
Natasha non era più con loro.
La Gemma dell'Anima era a portata di mano, ma a quale prezzo?
La castana cadde in ginocchio, sentendosi sopraffatta dal dolore e dall'impotenza.
Non poteva credere che stesse accadendo di nuovo.
Le lacrime scesero copiose mentre fissava il vuoto, cercando di comprendere come avesse potuto perdere un'altra persona che amava. 

Not the villain of this storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora