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Un mese dopo.
La diciassettenne venne svegliata dal pianto del piccolo Nathaniel, nato due settimane prima.
Nonostante l'atmosfera gioiosa in casa Barton, Isabel non riusciva a sorridere.
Il suo unico pensiero era Pietro ed il dolore che le stava causando la sua perdita.
Si alzò lentamente e si chiuse in bagno per farsi una doccia, o meglio per piangere senza far preoccupare i due adulti.
Accese l'acqua ed entrò con tutti i vestiti.
Si sedette e lasciò che le lacrime si mischiassero all'acqua che scendeva.
<<Avevi promesso che non te ne saresti mai andato>> sussurrò interrotta dai singhiozzi.
Sentì un brivido passarle lungo la schiena, quando alzò lo sguardo il ragazzo si trovava davanti a lei che le sorrideva.
<<No, no, non è possibile>> disse con voce rotta.
<<Ehi, Sushine>>
Quando sentì la sua voce il cuore le esplose nel petto, le era mancata.
<<Mi dispiace>> continuò la ragazza mentre Pietro si sedeva accanto a lei.
<<Non è colpa tua>> le rispose il ragazzo accarezzandole la guancia.
La mano era fredda ed il tocco così leggero che la castana riuscì a sentirlo a malapena.
<<Sono io quello che dovrebbe chiederti scusa. Mi dispiace se me ne sono andato, ma lo sai che era per il meglio>>
<<No. Mi avevi promesso che non mi avresti mai lasciato. Io ho ancora bisogno di te>> gli rispose la diciassettenne guardandolo negli occhi, sentendo il cuore caderle dal petto.
<<Io so che puoi superare anche questo Sushine, sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto. Vedi stai finalmente usando il tuo potere>> le disse sorridendo e Isabel sentì il fiato mancarle.
Dio se le era mancato il ragazzo.
<<Avevano ragione, porto solo morte>> disse la ragazza sottovoce.
<<Ehi guardami>>
La castana obbedì <<Loro non avevano ragione su nulla capito?>> continuò stringendole la mano.
<<So che fa male, ma sono felice di aver avuto l'occasione di conoscerti Sushine>> le disse Pietro alzandosi e posizionandosi davanti a lei.
<<Di a mia sorella che le voglio bene. Prendetevi cura l'una dell' altra. A presto Sushine>> le disse sorridendo prima di scomparire.
<<Isabel è tutto ok?>> sentì la voce della donna da fuori la porta, ma era troppo scossa per rispondere.
<<Isa? Isa? Sto entrando>> la porta si aprì e Laura trovò la castana con lo sguardo fisso e nuovamente spento.
<<Mio dio>> disse sottovoce affrettandosi a spegnere l'acqua, prese un grande asciugamano e coprì la diciassettenne poi si sedette accanto a lei.
<<Ehi tesoro>> la chiamò piano.
Isabel si girò verso di lei, lo sguardo stanco ed un sorriso triste sul volto.
<<Fa male>> le disse mentre la donna l'abbracciava.
<<Posso solo immaginare il dolore tesoro>> le rispose Laura tenendola stretta tra le sue braccia.
<<Vorrei dimenticare tutto, fa troppo male>> ripetè la ragazza più volte mentre ricominciava a piangere.
<<Lo so tesoro>> le rispose cullandola poi sciolse l'abbraccio e le asciugò le lacrime.
<<Io e tuo padre siamo quì per te lo sai. Sempre>> continuò prima di alzarsi.
<<Vado a prenderti dei vestiti puliti nel frattempo asciugati i capelli, ok?>>
La castana annuì leggermente poi si alzò anche lei e si mise davanti lo specchio.
I capelli le si erano allungati parecchio e due grosse occhiaie le segnavano il viso pallido, gli occhi erano rossi e gonfi dal pianto.
Laura tornò poco dopo con dei vestiti asciutti che diede alla diciassettenne per poi uscire e lasciarla sola.
Isabel si cambiò e con una ventata d'aria calda si asciugò i capelli poi si sedette sul letto.
Prese un respiro profondo, sentì l'energia scorrerle nelle vene, sempre più forte.
Portò la mano alla tempia e la sfiorò con il dito, una scarica di energia la percorse.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì non si trovava più nella sua stanza.
I corridoi erano lunghi e bui, da entrambi i lati c'erano delle porte di diversi colori.
Alcune erano vecchie e con colori sbiaditi, altre accese.
La ragazza camminò lungo il corridoio per poi fermarsi davanti ad una porta di colore blu.
Poggiò la mano sulla maniglia, la girò piano ed aprì la porta venendo trasportata al suo interno.
Davanti a lei c'erano le celle in cui lei ed i gemelli erano stati rinchiusi.
Vide Pietro poggiato sul muro che sorrideva mentre nell'altra stanza si trovava lei.
<<Sai di questo non ne ho mai parlato con nessuno>> disse la Isabel del ricordo.
Le luci erano soffuse e le guardie avevano finito il turno.
<<Sono la persona migliore a cui raccontare le cose Sushine>> le rispose il ragazzo continuando a sorridere.
<<Odio quel soprannome>> disse la castana storcendo il naso.
<<Lo so che invece lo adori Sushine>>
<<Convinto tu>>
I due si misero a ridere.
<<In verità i quattro elementi non sono il mio unico potere>> disse la diciassettenne sottovoce.
<<Di questo potere non sapeva nemmeno Celeste. Non gliel'ho mai detto, avevo paura mi vedesse come un mostro. Specialmente dopo quello che è successo al mio sesto compleanno>> continuò Isabel senza aspettare risposta dal ragazzo.
<<A quel tempo i miei poteri erano ancora fuori controllo, per questo passavo le mie giornate chiusa in casa. Nonostante ciò per il mio sesto compleanno riuscì a convincere Celeste a portarmi al parco per giocare qualche oretta. Quando arrivammo mi lasciò libera di fare quello che volevo mentre lei andava a prendere qualcosa al bar lì vicino per dopo. Mi misi a giocare con la sabbia, ero davvero felice di poter stare all'aria aperta fino a quando un bambino non iniziò ad insultarmi solo perchè ero una femmina. Io..Io non volevo fargli niente, non avevo controllo dei miei poteri. Cercai di stare calma per non perdere il controllo, ma pensai con tutta la mia forza a quanto lo volessi morto>> disse la ragazza fermandosi un attimo per prendere fiato.
<<Il bambino si fermò di colpo, gli occhi spenti. Camminò dritto, arrivò alla strada, ma non si fermò. Morì investito>> una lacrima le scese lungo il volto.
<<Non è stata colpa tua, non avevi il controllo>> le disse subito Pietro.
<<Non avrei dovuto chiedere di uscire. Da quel giorno mi sono ripromessa di non usare mai più quel potere. L'ho nascosto così bene che nemmeno il "dottore" è riuscito a scoprirlo>> rispose di botto la castana.
<<Avevi sei anni, era il tuo compleanno, meritavi anche tu un po' di felicità>> le rispose il ragazzo.
<<Lo chiamo: il potere dell'anima. Mi permette di controllare la mente, manipolando i ricordi, cancellandoli, vedere l'anima delle persone. Quando muoiono posso vedere il loro spirito, posso parlare con loro, in parole povere posso vedere i fantasmi>> continuò la diciassettenne facendo una finta risata alla fine.
<<C'è qualche fantasma in questa stanza?>> chiese scherzando il ragazzo sperando di alleggerire l'atmosfera e rallegrare Isabel.
<<Mi dispiace deluderti, ma non usando il potere non posso saperlo. E credimi è meglio così>> rispose la ragazza ridendo a sua volta sentendo il peso nel suo cuore alleggerirsi.
La scena cambiò.
La castana del ricordo si era appena svegliata dopo un brutto sogno.
<<Ehi Sushine, sono quì con te non devi preoccuparti>> le disse subito Pietro che era rimasto sveglio.
La diciassettenne sorrise <<Grazie>> sussurrò.
Ci fu un attimo di silenzio poi Pietro chiese <<Cosa fa una gallina con la febbre?>>
Isabel rimase zitta non capendo.
<<Le uova sode>> continuò il ragazzo.
La ragazza scoppiò a ridere.
<<Questa era davvero pessima>> gli disse continuando a ridere.
<<Eppure stai ridendo>> le rispose Pietro soddisfatto ed orgoglioso.
<<No>> sussurrò la vera Isabel mentre una lacrima le rigava il volto.
<<ISA! Isa rispondimi>> sentì in lontananza.
Chiuse gli occhi, si toccò nuovamente la tempia e tornò alla realtà.
Quando li riaprì trovò il padre e Laura davanti a lei.
Clint la teneva stretta nelle sue braccia.
<<Ci hai fatto preoccupare. Cosa credevi di fare?>> le disse il padre guardandola preoccupato.
<<Mi dispiace, faceva troppo male. Io..Io volevo farlo smettere, volevo dimenticare tutto>> rispose la ragazza con voce rotta.
I due adulti si guardarono per un attimo per poi concentrare nuovamente la loro attenzione verso la castana.
Laura le si avvicinò e si sedette accanto a lei.
La diciassettenne si girò a guardarla.
<<Non ce l'ho fatta. Non voglio dimenticarmi di lui. Anche se fa male, non voglio>> disse sottovoce mentre le lacrime ricominciavano a scendere.
<<Hai fatto la scelta giusta tesoro>> le rispose la donna asciugandole le lacrime.
Clint si sedette dall'altro lato e l'abbracciò seguito subito dopo da Laura che si unì all'abbraccio.
Isabel sorrise leggermente, era il primo vero sorriso che faceva dopo la morte di Pietro.
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Not the villain of this story
Teen FictionThe avengers x Captain America -the winter soldier- x Avengers: Age of Ultron x Captain America -Civili War- x Avengers: Infinty War x Avengers: Endgame tiktok: @marvel.fanfic.edit spotify: not the villain of the story @adrywow