Chapter 16 -old friends-

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La castana continuò a correre senza fermarsi, sentiva i piedi farle male e le gocce di sudore scenderle lungo il volto.
Era stata una stupida, come aveva potuto pensare di sfidare Captain America in una gara di resistenza?
Era andata con Nat a Washington perchè la rossa aveva una missione lì e la prima cosa che aveva fatto era stata lanciare una sfida al biondo.
Nonostante la stanchezza la sedicenne era troppo testarda ed orgogliosa per dichiarare sconfitta.
<<Stanca ragazzina?>> le chiese ironicamente Steve correndo al contrario nettamente avanti alla ragazza.
<<Mai Rogers>> rispose lei prendendo un respiro profondo e sorridendo.
I due continuarono a correre fino a quando Steve non vide in lontananza qualcuno.
Sorrise e fece cenno a Isabel di seguirlo.
Improvvisamente Cap aumentò la velocità e superò la persona dicendogli di guardare a sinistra.
La castana guardò la scena con sguardo interrogativo, ma continuò a correre leggermente dietro l'uomo mentre Steve scompariva in lontananza.
Il capitano l'aveva appena abbandonata in un luogo che nemmeno conosceva, ma nonostante ciò continuò a correre.
Steve passò più volte davanti a loro dicendo sempre la stessa cosa all'uomo che ormai stanco si fermò sotto l'ombra di un albero.
Il capitano arrivò poco dopo e si fermò davanti all'uomo.
La ragazza sorrise vittoriosa.
<<Cap ti sei appena fermato>> gli disse per poi fermarsi anche lei per riprendere fiato.
Alla fine non era stato troppo difficile correre per tutto quel tempo, aveva affrontato di peggio.
<<Ho vinto>> cantilenò vittoriosa guardando lo sguardo del biondo.
<<Cavolo>> sussurrò Steve poi si rivolse all'uomo.
<<Serve un medico?>> chiese facendolo ridere.
<<Ho bisogno di un nuovo paio di polmoni. Amico, hai corso tipo 13 miglia in 30 minuti>> gli rispose per poi rivolgere il suo sguardo verso la castana <<E tu ragazzina mi devi spiegare come fai ad essere così tranquilla dopo aver corso per così tanto tempo>>.
La sedicenne rise.
<<Di che unità sei?>> gli chiese Steve.
<<58, Pararescue. Ma ora sto lavorando al VA>> rispose l'uomo per poi alzare la mano verso il capitano.
<<Sam Wilson>> aggiunse.
Il biondo gli prese la mano per stringerla ed aiutarlo ad alzarsi.
<<Steve Rogers>> gli rispose poi mentre Sam guardava la ragazza in attesa del suo nome.
<<Isabel Barton>> era la prima volta che la castana usava il cognome del padre e non potè fare a meno di sorridere come una bambina a cui hanno appena regalato un nuovo gioco.
Steve guardò il telefono per poi dire <<Il dovere chiama. Isa ci vediamo dopo. Sam grazie per la corsa. Se questo è quello che vuoi chiamare correre>>
Natasha arrivò poco dopo e fermò la macchina davanti a loro per poi abbassare il finestrino.
<<Ehi, ragazzi. Uno di voi sa dov'è lo Smithsonian? Sono qui per prendere un fossile>> disse poi facendo scoppiare a ridere la sedicenne.
<<Divertente>> rispose Steve prima di salire in macchina.
<<Non posso correre sempre>> aggiunse poi rivolto a Sam.
<<Già non puoi>>
I due se ne andarono lasciando Isabel sola con l'uomo.
<<è stato un piacere conoscerti Sam>> gli disse prima di andarsene anche lei senza una meta precisa.
<<Sbaglio o quella ragazzina aveva un pugnale addosso?>> sentì Sam sussurrare mentre si allontanava ed instintivamente sorrise toccando Hybris.
La castana continuò a camminare e decise di mandare un messaggio a Natsha per dirle che sarebbe stata in un hotel in modo da poter visitare la città finché non avessero avuto bisogno di lei.
Entrò all'interno di un hotel in centro città e pagò una camera.
Passò lì diverse notti, uscendo per la sua corsa mattutina, senza avere alcuna notizia dai due.
La sedicenne uscì dall'hotel e camminò per la città.
L'aria fresca le pizzicava la pelle ed il sole faceva brillare i suoi occhi.
Quando aveva chiesto a Natasha se poteva andare con lei non si sarebbe aspettata di passare le sue giornate a fare la turista eppure era quello che stava facendo da due settimane.
Isabel sentì un brivido lunga la schiena quando si rese conto di essere osservata.
Tocco Hybris e iniziò a camminare più veloce, svoltando in una strada isolata.
Sapeva che da lì a poco avrebbe dovuto combattere e non voleva che nessun civile venisse ferito nello scontro.
Una volta sicura che nessun innocente fosse lì si fermò e si girò verso i suoi inseguitori.
Cinque uomini si trovavano davanti a lei e subito la ragazza riconobbe uno di loro, era una delle guardi che accompagnava il "dottore" nella sua stanza.
La mano le iniziò a tremare, erano tornati, il suo incubo peggiore era tornato da lei, era tornati a prenderla, ma questa volta non si sarebbe fatta prendere facilmente.
Prese un respiro profondo e prima che se ne accorgessero uccise uno di loro annegandolo.
Gli altri quattro alzarono i fucili, ma la castana le fece volare via e li bloccò con i rampicanti.
Li colpì più volte in punti non vitali e li lasciò a terra morenti prima di scappare.
Aveva ucciso ancora.
Le mani le tremarono sempre più forte mentre digitava il numero di Steve.
<<Rispondi diamine>> imprecò quando il telefono iniziò a squillare.
<<Isa non è il momento adatto...>> disse l'uomo quando rispose al telefono, ma si bloccò quando sentì il fiatone della sedicenne.
<<Steve mi hanno attaccato>> gli disse poi Isabel cercando di calmarsi.
La ragazza sentì l'uomo imprecare sottovoce prima di dirle <<Ti sto mandando un indirizzo, raggiungici quì. Stai attenta, non farti seguire>> poi chiuse il telefono.

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