"Tu studi...qui?" Gli domandò il fotografo, con gli occhi puntati sull' immensità dell' edificio "Esistono ancora questi luoghi?". Il grande cancello color argento aperto, le tantissime piantine disperse lungo il suolo, la fitta edera che si arrampicava sui cornicioni. Le rose a destra della scuola, l' albero di arance a sinistra. La vista della Scuola delle Otto Mura, (chiamata anche e soprattutto delle Otto Valli), era gradita a chiunque vi passasse innanzi. "Qualcuno mi ha iscritto, a quanto pare" rispose Mattia, accendendo una sigaretta e avvicinandola alle sue labbra. "Potremmo fare uno shooting qui, anche più di uno, se è permesso...così, anche se non puoi uscire dal collegio, va avanti il tuo profilo Instagram..."
"Non credo proprio che non sia permesso... È una scuola, si sa come funziona. Bisogna chiedere permesso al proprietario dell' edificio. Ci dirà di sì, questo è sicuro. Più che altro sono le cose che avvengono qui dentro che mi preoccupano un po'..."
"Cosa deve avvenire in questo luogo? È il sogno di ogni fotografo scattare qui! È grande, all' aperto, avvolto nella natura...è perfetto per qualunque shooting e pubblicità...anche con addosso l' uniforme, se è obbligatorio in alcuni giorni".
"L' importante è che non...facciamo tante foto nel corridoio...Nerio, un mio 'compagno', dice che il bidello sia un po'...strano..."
"Non preoccuparti" gli tirò una pacca sulla spalla "so gestire anche le situazioni più assurde...faccio il fotografo, dopotutto".Intanto Onofrio stava dormendo nel suo letto, con le coperte fin sotto la testa. Non stava riposando tranquillo, in realtà. Stava facendo un incubo: nel sogno era più piccolo, di 14 anni appena, e stava prendendo a cinghiate un ragazzino in soprappeso, inginocchiato vicino ad un cespuglio. A un certo punto, per il cielo volò un grosso rapace, con le piume nere e bronzee. Più prendeva a cinghiate il ragazzo più piccolo e più il corvo diventava grosso. Dopo un po' si ritrovò vestito come il protagonista del film 'La Guerra dei bottoni', che guardava tanto da piccolo; mentre quello che veniva colpito si faceva sempre più grande e assumeva le sembianze di un uomo adulto. Alla fine quest' ultimo si girò e non aveva più un volto. Gli occhi gli erano diventati neri e la sua faccia dava sul verdognolo "E il tuo sedere dov' è?" Urlò ad Onofrio, infuriato, con un vocione che ricordava il film di 'Frankenstein' . "E il tuo sedere dov'è?" Ripeteva.
Il giovane si svegliò in un bagno di sudore e si toccò il pigiama, sperando che fosse ancora il suo.
Sin da piccolo, Onofrio era sempre stato un po' il 'bullo' del gruppo; anche perché la sua famiglia era ricca e nobile da secoli. Tuttavia, anche se aveva ordinato a tanti altri bambini di prendersela con i più deboli, non aveva mai agito in prima persona. Una volta una sua compagna di scuola gli disse "Tu sei perfido! Come i tuoi genitori, siete perfidi!". Non rispose a quella bambina. Semplicemente la guardò, prima di allontanarsi dalla classe.
Vide il suo corpo allo specchio: i capelli biondi, gli occhi azzurri, la pelle chiarissima. Era bello come un principe; ma era la parte del vampiro che lo aveva sempre rappresentato. Le frustate gli facevano ancora male; ma sapeva bene di non essere il solo, là, a provare dolore. Lanciò un' occhiata veloce a Simon, che in quei giorni sostituiva Mattia in camera. Era scoperto. Aveva una gamba a penzoloni fuori del letto e la pancia di fuori; che ogni tanto grattava nel sonno. E russava. Onofrio fece una faccia tra il disgustato e l' arreso, poi prese il suo cuscino e glielo lanciò sulla bocca. 'Ci credo che faccio gli incubi' pensò 'con questo qua vicino, che russa come una locomotiva!'. L' afroamericano si svegliò di colpo e si ritrovò a dover sputare delle piume d' oca "Ma sei scemo, amico?" Lo rimproverò "Cioccolatino ha diritto di dormire, proprio come te!"
"Cioccolatino russa troppo!" Gli rispose. "Non è colpa mia se ho i polmoni che fanno Pouf! Pouf! di notte! Mi sono anche fatto controllare da un dottore e mi ha detto che è meglio russare che l' apnea".
"Fumi troppo, ecco perché russi anche troppo".
"Se non fuma, cioccolatino diventa isterico".
"Allora vai a farti curare da uno psichiatra".
"Nevica..." cambiò subito discorso Simon, guardando fuori della finestra "perfino le vetrate là fuori si stanno riempendo di ghiaccio". Onofrio si tolse il maglione bianco, di caldo cotone, del pigiama e guardò, di nuovo, l' amico. L' orecchino nero sul lobo destro brillò sotto la luce della lampadina, a lato dello specchio "Non c' è bisogno che ti fermi anche stanotte..." disse, incamminandosi verso il camino elettrico e alzando la fiamma "prima o poi Mattia uscirà dall' infermeria. Già ieri ha pranzato con noi a mensa..."
"Ehm, amico" prese lo zainetto verde bottiglia vicino al comodino e tirò fuori un pezzetto di cioccolato fondente, quindi lo addentò "Vorrei ricordarti che di là siamo due bianchi più un cioccolatino, mentre di qua c' è solo cioccolato bianco per ora".
"Ti stai riferendo a me?" Si indicò Onofrio "Allora russa di meno! Ti ripeto. A casa mia la servitù non emette mai neanche un rumore, specialmente di notte..."
"Beh, ora è giorno, è domenica, io non sono un servo...e tu sei antipatico e insopportabile!"
"No! Io, in realtà, sono un ragazzo molto docile e affabile: ho subito tutte quelle frustate dall' insegnante senza dare alcun segno di rivolta!"
"Non credo proprio potevi ribellarti, neanche qualora avessi voluto..."
"Non è vero!" Proferì con capriccio "potevo urlare, piangere e supplicarlo di smettere!"
"Tu che supplichi? Sarebbe una scena da vedere!"
"Ehi! Sappi che anche i ricchi supplicano!"
"Non un ricco orgoglioso e capriccioso come te! Piuttosto, come stai?"
"Non voglio dirti che mi fanno ancora male" gli saltò addosso, appoggiando entrambi i palmi sul suo sedere "altrimenti ti faccio contento!" Poi lo colpì, prima di scendere da sopra di lui. "Ahi!" Si lamentò Simon "guarda che mi vendico quando stai meglio, cattivo!". Onofrio si mise a ridere "Ancora no però! Fammi passare il dolore prima!".
STAI LEGGENDO
Classe 1
HorrorDurante una forte tempesta, in una regione rovinata dalla pandemia, cinque giovani si perdono in uno dei tanti boschi verso le Alpi. Qui temono che la loro vita finisca per sempre, ma ecco che compare dal nulla una donna; la segretaria di un collegi...