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I jeans aderenti scendevano che era una meraviglia. Sotto la fioca luce delle lampade da sera, delle forme umane venivano illuminate in tutte le loro fragilità e delicate nudità. Erano ragazzi, tutti maschi. Mai una femmina aveva solcato il sentiero che portava alle Otto Valli, dopo il 1970.
In quella scuola pareva che tutto si fosse fermato o si potesse fermare, a discapito del tempo; che veloce voleva correre.
Ed ecco che, nelle serate, oltre che nei mattini, i corpi dei suoi studenti si snudavano; per ricevere principalmente castighi. E gli slip o i boxer firmati calavano, fino a metà coscia, mostrando fondoschiena sempre più perfetti, sempre più atletici, sempre più maschili e ciò permetteva, a chi di dovere, di esercitare il suo potere; a volte con mani, altre con verghe o fruste.
Ed erano tutti uno più bello di quell' altro, quei ragazzi. Uno più sexy dell' altro, uno più popolare dell altro.
Lo schiocco dei frustini risuonava per la stanza, attraversava l' istituto, raggiungeva le orecchie degli altri, infuocava le serate. Chi non subiva, si divertiva quasi a veder subire.
Nessuno si ribellava, perché non potevano ribellarsi.
Quella scuola non era nelle carte, non aveva un indirizzo, non un sito web, non un nome che la unisse ad altre conosciute. Era come se non esistesse più.
Era esistita, fino al 1942, poi non più. Eppure i suoi attestati esistevano e valevano miliardi. Quei ragazzi avrebbero mai detto che chi li puniva, nel 2022, erano fantasmi? Come facevano se non avevano corpo, dopotutto?
Nonostante ciò, il dolore c' era e, lento, saliva. I cuscini di lusso dei soggiorni, dei letti, delle sale, dei divani, delle poltrone; non servivano soltanto a farsi i selfies. Servivano per sedersi, specialmente se, nelle rigide sedie in legno, non era più possibile.

 E un' altra notte passò. In alto, dopo il corridoio, all' interno di una stanza, due corpi si abbracciavano: un ragazzo e una ragazza. La luce della luna piena penetrava dalla finestra, illuminava le loro forme, conferiva un certo mistero alla stanza. Lei, con la pelle più rosea, sotto. Lui, leggermente più scuro, sopra. 
Nella sedia dello studio stavano due felpe, accantonate, una sopra l' altra, entrambe nere: quella di Onofrio, dell' Adidas; e quella di Diamante, della Tally Weijl
 "Sei il solo ragazzo che mi rispetta" disse lei, dopo essersi tirata su, con la schiena sul cuscino. "Le persone per bene vanno rispettate". 
 "Tutti quelli che conosco mi considerano una donna insignificante, che può essere presa in giro e sfruttata a piacimento. I miei genitori e mio cugino mi danno più valore, ma tutti gli altri no... specialmente se si tratta di uomini".
 "Quanti uomini hai avuto prima di me?". Diamante si strinse sulle ginocchia e indugiò per un po', poi inquadrò gli occhi azzurri di lui nel suo sistema visivo "Tanti, anche se non è andata bene con nessuno. Molti erano stranieri, poveri, drogati o poco avvenenti".
 "Ti hanno fatto qualcosa?". Lei fece cenno di no con la testa "Mi è stato fatto 'qualcosa' da altri uomini, ma non proprio da loro..."
 "Sesso?"
 "Quello vero solo con te. E mi è piaciuto". Onofrio raggiunse, di nuovo, il suo 'segreto', con le sue dita curate e affusolate "Solo con me, per sempre".
 "Va bene. Solo con te per sempre" gli sorrise. In quel momento sentirono sbattere forte la porta: "Non avevi chiuso?" Fece lei. 
 "Forse ho lasciato la porta socchiusa, ma così al buio..."
 "Onofrio!" Lo fulminò con lo sguardo. 
 "Cioè, ero sicuro di averla chiusa. Te l' assicuro!"
 "Quindi ci hanno spiato durante tutto il rapporto, giusto?"
 "No, non credo!" Tentò di scusarsi lui. 
 "Restituiscimi la mia felpa, voglio andare a casa!"
 "No, amore. Non fare così, dai!". Lo scansò con un braccio, scese dal materasso e raggiunse la scrivania. Quindi si rivestì. 
 "Diamante!" La richiamò lui, da dietro le spalle "Non è come pensi. In questa scuola succedono delle cose strane. È come se ci fossero..." trasse un lungo sospiro e la sua saliva si fermò in gola, fino a fargli quasi male "i fantasmi". 
 "I fantasmi?" Ripeté lei "Come quella volta, con il bambolotto nudo a terra?"
 "Sì". 
 "Va bene, dì pure ai fantasmi che lo spettacolo è finito. Me ne sto andando" e si allontanò. Lui le corse dietro, ma non riuscì a raggiungerla. 

Intanto, al piano di sotto, Stefano ricercava l' attenzione di Fiamma: "Perché lei è ancora qui, eh?" Urlò "Perché le permettete di girare per la scuola come se fosse un maschio?"
 "Hai detto...?" Chiese Fiamma, con voce calma e composta, abbassando dagli occhi il Messale del giorno. 
 "Perché Onofrio può avere una donna e noi no?" Si spiegò, con più calma "È perché fa di cognome Crumiri? Oppure perché è un moccioso viziato? Dal momento che è tra i più ricchi, qui dentro, tutto gli è concesso, nevvero? Credevo che aveste la mentalità degli anni '40 solo per disciplinarci, e invece...?"
 "Stefano, al giorno d' oggi, tu ancora devi nascere. Non c' entrano niente gli anni '40. Questa scuola è bloccata tra il passato, il presente ed il futuro da anni. Io so che vieni da un mondo in cui le pareti sono digitali e Windows ha il potere di condurti ovunque tu voglia, ma sei voluto venire tu nel 2022. O meglio, la tua famiglia ti ci ha mandato. Noi ti abbiamo solo ospitato qui. Non ti sembra di essere un pochino troppo arrogante nel giudicare degli anni che non hai mai veduto e che sono lontani anni luce da te?"
 "Se questa è una scuola maschile,  lei non deve esserci. Ho accettato di vederla in piscina, coperta con il costume arabo. Ho accettato di vederla a colazione... e perfino alla festa! Ora però basta. Dovete farla tornare a casa sua..."
 "È la bocca dell' invidia che parla, in questo momento? O è solo quella di un bulletto arrogante? Diamante vive in paese. E, se permetti, la riaccompagno a casa sempre". 
 "Questo collegio è da maschi. E non c' è bisogno di essere nati nel 1940, nel 1999 o nel 2045 per capire che una donna non c' ha da stare!"
 "Hai idea di che cosa significhi non poter entrare nei bar, nei ristoranti, nelle palestre, nei musei o in qualsiasi altro luogo chiuso; solo perché non vaccinata contro un nuovo virus, che potrebbe anche aver già preso e non essersene accorta? Vedi? Non lo sai. Comunque l' ho fatta venire qui per farla sentire meno sola, non per rendere felice il Crumiri! Che poi loro si sono piaciuti, è un altro discorso". 
 Lui però, quando Fiamma terminò il discorso, era già corso via. "Stefano!" Lo richiamò lei. 
 "Mi hanno punito e ho bisogno di riposarmi!" Le urlò da lontano, prima di risalire in camera.
 'Il virus nuovo, eh?' Pensò tra sé e sé 'E cosa faranno tutti quando il 19 diventerà 3000? Quando ci saranno gli umanoidi e si accoppieranno con gli umani? Quando gli occhi viola si mescoleranno ai nocciola o agli azzurri? Che faranno tutti quando...'
 "Stai bene?" Gli domandò il compagno di stanza. 
 "Sì, sto bene. Voglio solo dormire". 

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