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Simon:
Detesto svegliarmi la mattina dopo un incubo notturno e scrivere qui ciò che ho sognato. Questa volta riguardava la mia famiglia. Ho sognato che nella mia regione Natale c' era un' immensa carestia e che io ed i miei parenti non eravamo riusciti ad emigrare all' estero.
Noi siamo sempre stati regolari; ma, nel mio incubo, non lo eravamo...
Mi sono svegliato urlante, con il graffio di Gino che pulsava sul mio povero polpaccio come in una scena di 'Saw, l' Enigmista'. Sanguinavo, così ho chiamato l' infermiera. È corsa da me circa un' ora fa, mi ha disinfettato la gamba, ha tolto la garza vecchia e me ne ha messa una nuova. Infine, mi ha girato e mi ha fatto la solita, dolorosa puntura. Stanotte potevo anche dormire in camera mia, insieme a Vincenzo e Nerio; ma Silvia, la dottoressa, ha detto che preferiva tenermi sott' occhio...dunque eccomi qua, bloccato sul lettino dell' infermeria; con in mano soltanto un cellulare, che mi fa da finestra per il mondo esterno.
Da quando sono qui, ho scaricato un' applicazione che mi permette di leggere libri di altri e commentarli. Sto diventando un esperto di 'CreepyPasta'.
Insomma; nella mia routine fatta di lezioni, graffi e iniezioni sulle chiappe; ho scoperto una storia interessante online.
Non sto assolutamente parlando di un libro famoso, in realtà, bensì di un teenager che ha scritto un horror; ancora letto soltanto da 14 persone. Mi sono permesso di scrivergli, per domandargli il perché della sua impopolarità. Mi ha risposto che non gli importa di quante persone lo leggano, gli basta che lo leggano! Ha aggiunto che non è un romanzo qualsiasi, ma la sua vita. Mi ha anche mostrato una sua foto: si chiama Nicolò e ha 15 anni e mezzo.
Da quando l' ho conosciuto ci parlo sempre, gli racconto delle mie vicende qui a scuola e...delle cose strane che avvengono. Lui mi sta sempre a sentire e vorrebbe venire qui. Spero soltanto che non lo faccia...
In poche parole: mentre oltre questa scuola e questo bosco, in Italia super pass e mascherine si sprecano; noi cinque siamo qui, senza coprirci naso e bocca, eppure al sicuro...
Vorrei andare a vedere Mattia mentre lo fotografano, ma sono costretto a rimanere in questo letto; almeno finché il bruciore non mi sia passato un po'...

"Bastardo! Bastardo!" Piagnucolò Marco Sazzi, una volta esaurita la sigaretta e messosi a correre per lo spogliatoio "Quanta gente mi ha visto nella tua Diretta Instagram quando ti mandavo a quel paese?"
"Vedi di calmarti! Chi ti ha visto, ti ha visto!" Lo fulminò Heric, mentre il parrucchiere decideva la messa in piega. "Giuro che quando questo shooting sarà terminato, ti ammazzerò, hai capito?"
"Sai che paura? Potresti anche essere più educato ogni tanto, Sazzi!"
"E tu dovevi dirmi che eri in Diretta!"
"Non ti sai controllare. Dì le cose come stanno! Provo pena per quel povero gatto che dovrà fare le foto con te! Con il nervosismo che hai addosso, potresti stritolarlo, lo sai?"
"Prima mi rubi i followers, poi vuoi anche la tua faccia in copertina? Sei arrivato fin qui perché fai shoot con me, ricordalo sempre!"
"Tu hai rubato il successo a Mattia DeCastri. Se è ritornato un po' in voga è soltanto perché ha deciso di andare avanti e mettersi a studiare qui!"
"Tu sei...morto, hai capito? Quando avremo finito qua, ti renderò la vita impossibile, Heric!"
"Sai solo minacciare gli altri..." fece un sorrisetto amaro "sei penoso". Qualcuno lo richiamò "Marco, il vestito è pronto...e anche Gino". Il modello fece per andarsene, quando un grosso gattone nero gli passò sotto le gambe, costringendolo a tenerle aperte. "Tenete lontano quella pantera da noi modelli! Come ha fatto a uscire dallo zoo?" Tuonò con lo staff. Mattia, che gironzolava per la scuola alla ricerca dell' amico, li vide "È quel gatto Gino" fissò divertito gli occhi del collega "hai capito, Sazzi?"
"Non è possibile..." deglutì l' interessato "è una pantera, non un gatto!"
"Cerca di farci amicizia, eh?" Si rivolse, poi, ad Heric "Ecco dov' eri. Vieni con me in bagno?"
"Perché? Sto aspettando il parrucchiere".
"Facciamo subito" si avvicinò a lui "dai, vieni con me..."
"Che vuoi farmi vedere?"
"Dei segni..."
"Non mi interessano".
"Heric, è importante..." l' arrivo di Rinaldo e del collega lo costrinsero a chiudere gli occhi e a sospirare "dai, ci andiamo dopo in bagno..."
"Ascolta, perché non mi dici qui quello che mi vuoi dire?". Il ticchettio dei tacchi della segretaria irruppe nello spogliatoio maschile. Era giunta fin lì alla ricerca di Gino. "Già, giusto Mattia. Perché non lo dici ora ciò che gli vuoi raccontare?" Esordì, prendendo in braccio il grosso gattone.
"Fiamma, lei non dovrebbe stare negli spogliatoi maschili, vero?" Buttò fuori il morettino. "Ero venuta a riprendere il gatto...e a prepararlo per lo shoot..."
"È una cosa tra uomini, Fiamma..."
"Perché tra uomini?" Ribadì Heric "Che segreti dovrebbe avere un mio ex collega di lavoro con me, dopo tutto questo tempo?". Mattia fece un sorrisetto tirato e guardò il pavimento; poi, arreso, tirò fuori una storiella "Avete ragione, è solo una favola. Volevo raccontarla solo al mio ex collega, perché ho paura che faccia ridere" prese un cuscino da uno degli armadietti aperti vicino alle tute appese, lo posizionò sulla panca vicino al modello e si sedette. "Se è una favola, sarei ben lieta di ascoltarla..." espresse la segretaria "e anche Gino".
"Sì, vorremmo ascoltarla anche noi..." intervenne uno dei due parrucchieri "così poi, magari, ci lasci lavorare in pace. Vero, Mattia?"
"Sarò breve: C' era una volta una ragazza che, a 35 anni, non aveva ancora trovato marito. Era il 1900. Decise di andare in Convento. Purtroppo per lei, però, non era proprio una Santa donna diciamo...era spesso in conflitto con le divinità e spesso faceva cose non molto belle...ad esempio, beveva, fumava, rompeva gli specchi, graffiava le pareti... a quei tempi non era molto positivo per una donna comportarsi così... quando giunse in Convento, poco prima di prendere la Sacra Veste, la Madre Superiora le chiese di accendere due candele e di offrirle alla Madonna. Lei lo fece, ma le candele le bruciarono i due indici. Quindi, lei disse 'Mi dispiace, non posso farmi suora'... ma ormai era troppo tardi, la Sacra Veste la aspettava..." Sorrise forzato, di nuovo "in realtà è soltanto una novella che ho inventato per la lezione di Retorica, già...avevo paura di far ridere tutti. Fate pure il vostro lavoro" si alzò e mise a posto il cuscino "dopo aver fatto i capelli a lui, dovrete farli a me".
"Evidentemente, la tua protagonista non voleva andare in Convento, in realtà..." proferì Fiamma, in tono solenne "non mi sembra una favola che faccia ridere, anzi! Non mi sembra neanche una favola, forse più il sogno di qualcuno..."
"Allora quel qualcuno dovrebbe chiedersi il perché di un sogno simile, dal momento che stiamo parlando di incubi. Lei voleva andare in Convento, invece! Parola mia!"

Più tardi...

"China la testa così..." le mani di Alexander erano calde e robuste, poco affusolate benché il lavoro artistico da parrucchiere che gli dava da mangiare e abiti eleganti da 10 anni "ora passiamo lo shampoo, Mattia. Tirati più giù il gilet, altrimenti finisco per bagnartelo". Il modello eseguì. Si era cambiato d' abito, onde evitare di macchiare i vestiti firmati. Ora indossava un gilet verde scuro e un maglione bianco. Aveva comprato tutto all' 'NKD', poco prima di finire in collegio. "Ecco, ora rilassati..." proseguì il parrucchiere, massaggiandogli la nuca ed i capelli "Te li farò leggermente mossi, eh?"
"Come ti è stato spiegato...". Al suo fianco, vicino a un altro lavandino, stava Heric; con il capo rivolto verso lo specchio, nell' attesa di essere asciugato "Rinaldo, rischi di farmi prendere un raffreddore in questo modo!" Lo richiamò al dovere, vedendolo un po' troppo lontano rispetto a dove stava lui. "No! Ora torno!" Gli rispose. Qualche minuto dopo prese una crema e gliela passò sui capelli. Poi accese il phon e cominciò ad asciugarglieli.
Gino, intanto, era di nuovo sfuggito dalle braccia di Fiamma e li osservava con i suoi occhietti acuti.
Uno dello staff lo vide e, ammirate le notevoli dimensioni, si avvicinò e prese ad accarezzargli il pelo nero e lucido "Non ci posso credere! È proprio questo la nostra mascotte! Quanto è bello!" Si rivolse, poco dopo, a un collega "Io direi di procedere con i primi scatti, eh, a partire da quelli di copertina; cioè di Marco Sazzi!"
"Sì, hai ragione. Marco!" Lo chiamò un fotografo "Cominciamo!".
Il ragazzo dagli occhi grigi si avvicinò titubante alla bestiola "È immenso...è troppo grosso questo animale...io preferirei cederlo ad un mio collega..."
"Ma Marco Sazzi sei tu. Stai scherzando? Cederlo? La parte della copertina è la tua, non di un tuo collega!"
"Io mi rifiuto di farmi fotografare con questa specie di pantera in braccio!"
"Ma allora per quale motivo ti sei cambiato? Hai perfino accettato il make up. Ed ora che sta per cominciare lo shoot ti tiri indietro? Non è da te..."
"Non avevo chiare le dimensioni di questo animale" spiegò, con voce tremante.
"Ho capito..." il fotografo gli diede una pacca sulla schiena "non ti preoccupare, eh?"
"Davvero?" Chiese incredulo.
"Sì, non devi preoccuparti, può capitare a tutti un po' di sconforto. Quando si lavora nel mondo della moda, dello spettacolo o dei social network è così, no? Un po' di paura è umana... magari potevi pensarci un pochino prima però, vedi..." poi si avvicinò a Gino e cominciò ad accarezzarlo, insieme all' altro tizio. Il micio alzò il musino verso di lui e fece le fusa, poi si mise a terra e si fece accarezzare la pancia. "Oh, guarda, gli sono già simpatico..." disse il capo fotografo "è un gattone adorabile!" Quindi, girò la Reflex di lato e lo prese in braccio "Sai Gino, tu oggi stai per diventare molto famoso e renderai famosi anche noi, vero?". La bestiola continuò a fare le fusa e rispose con un "Miao, miao" quasi musicale.
L' uomo afferrò l' occasione e cominciò a canticchiare "Volevo un gatto nero, nero, nero...", interrompendosi ogni due strofe e permettendo al gatto di intonare "Miao, Miao, Miao..."
"Hai visto Marco? Canta anche! È un talento questo gatto!". Il modello non rispose. Il capo dello staff proseguì "Dai, intona con me, Gino. Mi hai dato un gatto bianco e non ti parlo più!"
"Miao, Miao, Miao, Miaooo".
"Mi è simpatico, dai!" Fece due passi verso Sazzi e glielo lanciò "Tieni!" Disse. Il giovane saltò all' indietro, terrorizzato; mentre Gino finì muso contro faccia con il modello. "N- non guardarmi così..." balbettò Marco "no..."
"Oh guardate! È così contento che ha perfino perso le parole!" Continuò il fotografo, conducendo entrambi verso il corridoio. "Sarà uno shooting memorabile!" Espresse, tutto contento, prima di lasciare del tutto lo spogliatoio maschile e mettersi al lavoro.

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