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Nerio:
Da quando sono dentro questa scuola ho raggiunto ben '4000 followers' su Instagram. Prima ne avevo 1000, ora sono 5000. E, come me, anche tutti gli altri; sebbene gli oltre '9000' li abbiano solo Onofrio e Mattia (per ora). Il fotografo di quest' ultimo ha fissato lo shooting per oggi pomeriggio, del tutto incurante del fatto che ieri ci hanno fatto il culo un' altra volta, a causa della sbronza di Vincenzo. È riuscito a parlare con Fiamma, il fotografo, e lei è stata ben contenta di firmare i fogli per la sua richiesta. Ora che ci penso, benché ho il sedere in fiamme e le mani che mi sono guarite da poco, non ho ancora conosciuto il preside di questo istituto...e non penso proprio che era l' uomo calvo di ieri, che ci ha sculacciato talmente tanto da farci piangere.
Devo stare attento a quando questi 'tizi' tirano fuori cinture o frustini; perché, quando lo fanno, è già troppo tardi... possiamo supplicarli quanto vogliamo, dai castighi non ci salviamo...
Ho perfino fatto la rima.
Ancora non mi spiego il mio incredibile successo nei social. Non si ottengono tutti questi 'seguaci' in una settimana appena, specialmente con soltanto un selfie e una foto da dietro; che mi sono fatto scattare da un altro studente dopo la punizione dell' insegnante di Retorica.
Piace così tanto il mio sedere? Bah! Una ragazza ha commentato con un "Your ass is so yummy! You like me a lot! ♡"
('Il tuo sedere è così, Yummy', non so cosa voglia dire esattamente 😅, e poi 'Tu mi piaci molto! ♡').
E poi siamo noi uomini ad essere sfacciati?! Ora mi viene in mente la canzone di Achille Lauro, 'Maleducata'. È esattamente come mi sono sentito quando ho letto il commento.
Si chiama 'DarkEmo' e qualcosa, non ho letto il nome intero...
Quando, invece, ho mostrato il selfie con il brandy, la stessa ragazza mi ha chiesto se eravamo in un college. Risposi di sì e forse non è del tutto sbagliato; dal momento che siamo quasi tutti maggiorenni, ad esclusione di Vincenzo e qualcun altro. 
E con questa ho scritto due pagine in questo misterioso quaderno. Sto cercando ancora di capire la data della sua creazione. Sarà del 1942? E se sì, come ha fatto a reggere fino ad ora? Vorrei indagare di più, ma più cerco in internet e meno ci capisco.
E poi, con il dolore che sento in questo momento, di tutto ho voglia tranne che di cercare informazioni su questo luogo. Mi passeranno mai queste sculacciate?
Vincenzo sta meglio. Gli hanno dato qualcosa contro la nausea e oggi non ha partecipato alle lezioni. E così ti ho parlato anche di lui...

"L' altalena si muove da sola!" Disse il modello dagli occhi grigi, terrorizzato. "È solo un po' di vento..." rispose un altro, con i capelli tinti di viola e vestito da punk. "Io non ci voglio passare per questo luogo...voglio prendere la strada..." Supplicò la guida, che non lo degnò di uno sguardo. Un giovane dalla pelle olivastra afferrò il collega per il bavero della camicetta "Adesso falla finita, hai capito?" Lo minacciò "Dobbiamo solo scattare qualche foto con quello sfigato di Mattia DeCastri, poi torniamo indietro".
"Ma perché in cima alla foresta, vicino a questo fiume? Prima ho anche incrociato un topo di fogna! E poi Mattia DeCastri era un modello fallito fino a qualche mese fa!"
"A quanto pare ora è tornato in voga. La sua page conta un sacco di Likes, molti di più rispetto a tanti altri influencers”.
La Fiat 500 color caramello di Fiamma li attese innanzi al parco, dove terminava la distesa verde che conduceva al fiume. “Buongiorno” disse loro “sarete stanchi, nella mia macchina ci dovreste entrare tutti. Spero non stiate troppo stretti”.
“Dove siamo?” Interpellò il ventenne dagli occhi grigi, vedendo attorno a sé solo alberi rinsecchiti e foglie marroni, sparse sul terreno. “Nelle Alpi Lombarde” rispose la segretaria, come se tutto fosse completamente normale. “Perché ci avete fatto passare per il fiume? Dove siamo di preciso nelle Alpi?”
“Presto attraverseremo un castello in rovina. Dopo quel castello c’è la Scuola delle Otto Mura, dove il vostro collega Mattia DeCastri studia”.
“Mattia DeCastri ha quasi 25 anni, come fa a studiare in un collegio?”
“Al mondo esistono anche collegi universitari. Ovviamente, lei non li conosce. Non ha terminato neanche il liceo!” Il ventunenne ronzò attorno alla vecchia automobile per un po’, poi fissò Fiamma per un istante. “Se vuoi farle la foto, copri la targa” ribadì.
“È impossibile che una carretta simile possa attraversare la catena rocciosa delle Alpi. Si fermerà sicuramente prima…”
“L’ insolenza non è premiata alle ‘Otto Mura’. I nostri studenti lo sanno bene...”
“E cosa importa a me?” Tirò fuori un pacco di cicche dalla tasca, quindi ne estrasse una e cominciò a fumare, appannando i finestrini dall’ esterno. La segretaria lo guardò e, pian piano, la sigaretta fai da te cominciò ad ardere, velocemente, molto velocemente; bruciando il mozzicone sulle sue dita “Per la miseria!” Urlò il ventunenne, buttando subito a terra l’ avanzo del sigaro. “Che peccato per la sua mano” continuò Fiamma “deve stare attento, altrimenti non potrà più farsi fotografare l’ indice”. Le sue parole fecero scoppiare a ridere gli altri tre modelli. Solo la guida continuò a restare impassibile. “Signora” si avvicinò a lei un altro giovanotto, sempre con gli occhi grigi; ma contornati di un blu perlato “tanto siamo troppi nella sua automobile. È meglio che uno di noi torni indietro, non crede?” Poi si inchinò elegantemente e le baciò la mano.
“Veramente, nella mia macchina ci possono entrare oltre cinque persone, ma una scuola non è certamente il luogo adatto da frequentare per uno che ha deciso di interrompere i suoi studi a 16 anni appena” e rifilò un’ occhiata all’ indirizzato. “È maleducato e scorbutico, signora. E non ha rispetto per le cose degli altri. Noi siamo diversi, invece… e saremo ben lieti di fare lo shooting con Mattia, nella vostra antica scuola…” si inchinò di nuovo.
“Non preoccupatevi, sono certa che quando arriverà alle ‘Otto Mura’ sarà molto contento di essere fotografato con il suo vecchio amico, ovviamente se, nel frattempo, non si brucia un altro indice. E sarà anche ben contento di conoscere il nostro gatto, Gino; che il fotografo ha scelto di usare come mascotte…” poi, con uno scatto, aprì le portiere dell’ auto; portando il tipo dagli occhi grigi a spostarsi e facendoli salire tutti. “Chi è Gino?” Bofonchiò disgustato il ventunenne “Io sono allergico alle palle di pelo!”
“Oh, è una palla di pelo molto, molto grossa. Non si preoccupi” controbatté immediatamente lei, facendogli capire che aveva sentito tutto.
“Se non la fai finita, ti tappo quella boccaccia io!” Lo minacciò un giovane, alto e massiccio, con i capelli rasati. Fu sufficiente per permettere un viaggio tranquillo.
Gli eleganti affreschi pitturati nel retro dell' edificio, il giardino dietro al cancello, l' edera che saliva fin sopra alle finestre della Classe 1, in cui studiavano Onofrio e gli altri. La Scuola delle Otto Mura appariva magnifica, possente, ricca di quello splendore gotico che animava fotografie e video.
"È così bella da sembrare sublime..." disse il ragazzo dagli occhi perlati, il primo che scese dall' auto "come ci si iscrive?"
"Lei non ne ha bisogno, giovanotto" lo guardò Fiamma, con sguardo dolce "Mattia sì..."
"Io credevo che in una scuola potessero iscriversi tutti..."
"È vero, ma attualmente abbiamo solo un posto libero. Siamo pieni quest' anno".
"Intende dire che uno di noi rimarrà qui?"
"Solo uno".
"Non sarà quell' idiota di Marco Sazzi!"
"Sarà uno di voi, non credo lui..." terminò il ragionamento la segretaria, facendo strada per l' interno del luogo "anche se, sicuramente, Marco Sazzi si ricorderà di noi".
"Ne dubito..."
"Allora se ne ricorderà Gino" sorrise "ma non credo".
Mattia li attendeva nell' immenso soggiorno con il pavimento a scacchi neri e bordeaux. Indossava una camicia scura di seta, con due cerniere laterali e un jeans skinny, con strappi sulle cosce.
Teneva i capelli, lisci e corvini, coperti da degli occhiali da sole.
Il giovane dagli occhi perlati gli corse incontro e lo abbracciò "Mattia, come stai?"
"Ehi Heric, sei tu?" Ricambiò l' abbraccio, come se si fosse destato da un sogno.
"Ha un po' di bronchite, ma niente di preoccupante" sopraggiunse Fiamma "lo stiamo curando. Abbiamo una buona infermeria". Gli occhi verde chiaro del brunettino incrociarono, per un istante, quelli grigio perla del suo ex collega "Non farti venire in mente di restare" lo avvertì "non è così bello come credi..."
"Pensavo fossi morto!" S' innervosì Heric "È tutto qui quello che hai da dire?"
"Non sono morto, mi ha salvato Fiamma, ma c' è mancato poco..."
"E allora perché non dovrei rimanere? Sai che mi hanno messo insieme a Marco Sazzi?"
"Mi dispiace, ma io ero fallito...e già da un po'. Tu no".
"Non mi pare, a giudicare dal tuo numero di followers!"
"Non so come sia potuto succedere. Ho riaperto il mio account così, per caso..."
"Ah sì? Perché non dici la verità? E cioè che è questo luogo che ti ha permesso di riaprirlo!"
"Questo luogo è soltanto un collegio e di quelli che i bambini odiano di più".
"Tu non sei un bambino e nemmeno io".
"E tu non ti rendi conto di quello che dici..."
"Io so soltanto che il mio migliore amico ed ex collega è qui, mentre io sono costretto a farmi fotografare con il più bastardo dei bastardi".
"Devo farti vedere una cosa" si avvicinò al suo orecchio e bisbigliò "quando sarà finito lo shooting fotografico vieni al bagno con me. È troppo importante, non te ne dimenticare".
"Che vuoi farmi vedere?"
"Heric, dopo... non è perfetta come credi questa scuola... a volte capita che..."
"Siamo pronti!" La voce acuta e stridula del fotografo frenò il discorso, all' istante "Seguite Fiamma e andate a cambiarvi, su! È tutto negli spogliatoi della palestra".
"Comunque Mattia, ben tornato tra noi" gli sorrise l' ex collega, avvicinandosi agli altri. I raggi del sole illuminavano i suoi capelli dorati. Mattia s' incamminò dietro di lui. 'No' supplicò il destino 'non proprio Heric, ti prego...'

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