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La foto spiccava sullo sfondo di uno smartphone. Achille era sicuro di averla scattata durante l' inverno del 2022 e, da allora, non l' aveva mai tolta dal suo schermo. Lo chiamavano Mr Goku e, con quello stesso nome, aveva creato le sue nuove pages sui social network. Lo scatto era fatto con la fotocamera di un RedMi Note nero, vecchio modello, mai abbandonato dall' anno prima:
sette ragazzi sorridenti stavano comodamente seduti sul divano grigio di una vecchia scuola. Erano tutti vestiti casual, con gilet o felpe colorate; e accerchiavano un tavolino in vetro, rotondo.
Dietro di loro erano appesi quadri ingialliti, su una carta da parati verde scuro.
Onofrio, il secondo seduto a partire da sinistra, era il solo a indossare un pantalone a scacchi rosso. Si teneva la testa, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e la felpa verde fluorescente isolava un po' la stanza, ma non i personaggi. Era il più appariscente del gruppo, era sempre stato così... e da qualche mese frequentava Diamante, la sola ragazza 'delle Otto Mura'.
Al suo fianco c' erano un sedicenne, chiamato Vincenzo e un ragazzo dai capelli rossi, Nerio. Quest' ultimo era vestito di scuro, come un dark, e teneva sollevato il pollice sinistro.
Una mano dalla schiena di Achille, avvolta in un guanto a righe nero e grigio, afferrò il cellulare; mentre altre dita gli tirarono su il cappuccio blu mare del Terranova, con la cerniera bianca. Il giovane si voltò di scatto e due occhi vispi, sebbene leggermente tenebrosi, gli diedero il buongiorno.
"Onofrio, mi hai fatto prendere un colpo!" Si lagnò.
"Perché guardi la foto di febbraio?" Gli chiese, con un sorrisetto, continuando a tenere alto il telefonino, sopra la sua testa.
"Quando sei tornato?" Bofonchiò, tirandosi su per riprenderlo.
"Proprio stamattina! Non potevo perdermi la scampagnata nel bosco! Almeno oggi non ci castigherà nessuno. I nostri sederi ne saranno grati".
"Stai attento, che è freddo nel bosco. E tu sei convalescente..."
"Le scampagnate nei boschi sono un' antichissima tradizione delle Otto Valli ed io sono un Crumiri! Quando torneremo a scuola; vorrei vedere se, in qualche album, c' è la foto di mio nonno..."
"Non puoi portarle via, anche se ci fossero. Potevi goderti il weekend a casa di mia cugina!"
"Ho già trascorso tre giorni da lei. La cosa importante è che ci siamo riappacificati. Era soprattutto per il nostro malinteso che stavo male, la settimana scorsa".
"Anche per via di Vincenzo..."
"Ha sedici anni" alzò le spalle "che posso aspettarmi? Ce l' ha con il mondo intero, dunque anche con me... eppure le ho buscate io, per lui".
"L' importante è che, quando saremo nel bosco, non ti assalirà la tristezza di nuovo..."
"Se accadrà, mi vedrai piangere. Qual' è il problema?" Sorrise provocatorio, ben consapevole del fatto che non piangeva quasi mai, a parte sotto punizione; "E poi, ho fatto un sogno".
"Un sogno?"
"Shar- pay" disse tetro.
"Anche Simon e Nerio si sono chiesti chi fosse... Sono andati da Fiamma, qualche giorno fa".
"E lei?"
"Ha fatto vedere loro delle foto, in bianco e nero. Una cosa si sa: dormiva nella loro stanza, insieme ad altre due ragazzine. A giudicare dalle foto, era una tipa molto appariscente..."
"Minigonna e magliette corte, eh?"
"Non solo. Si vestiva anche da maschio, hanno detto... però erano gli anni '70".
"Okay, cosa abbiamo capito da ciò? A parte il fatto che Nerio e Simon dormono nella stanza di una defunta?"
"Forse anche noi... abbiamo stanze simili..."
"Ho capito. Achille, senza offesa" si tirò su la zip del cappotto blu notte "ci fanno il sedere a strisce tutti i giorni, dobbiamo subire un sacco di punture e abbiamo molti incubi notturni... non pensi che sia già abbastanza così? Senza il tuo umorismo macabro voglio dire... convinceremo Nerio, Simon e Vincenzo a cambiare camera".
"Sì, l' ho pensato anch' io. Forse anche Vincenzo cambierà atteggiamento, poi..."
"Questo non lo so" lanciò un' occhiata alla giacca della Sisley del compagno di studi, "ora è meglio raggiungere l' atrio. Sono tutti lì".

La scuola appariva talmente piccola in lontananza da sembrare un piccolo giocattolo gotico: le mura esterne erano grigie e, dal giardino, una stradicciola in sassi vecchi separava le ortiche.
Quando attraversarono il torrente, molti studenti spregiurarono di aver visto una ragazzina vestita di bianco, con delle trecce scure, in piedi, sopra un ceppo di legno galleggiante.
Teneva sotto al braccio tre libri impolverati; tra cui uno con scritto 'Otto Mura'.
In brevissimo tempo, il piccolo fiume sparì, lasciando spazio a rovi e pietre.
In un punto impreciso della boscaglia, in particolare, si ergeva un albero rinsecchito e scuro, con tanti corvi attorno.
Su di esso non c' erano avanzi di cibo né fogliame.
"Procediamo oltre" comandò Fiamma "qui non c' è nulla".
Non appena Mattia avanzò sotto la vecchia pianta, qualcosa di rosso macchiò la sua camicia bianca.
Con il pollice e l' indice sinistro sfiorò il liquido: "Sangue di corvo?" Biascicò.
"Toglila e disinfettati le mani!" Urlò Onofrio "Non è assolutamente sangue di corvo!". E in tutta furia lo riaccompagnò fino al collegio.

"Mi spiace che per colpa mia ti sei perso la scampagnata" enunciò il modello, cercando di mandare via le macchie rosse dall' indumento di seta.
"Perché indossi Gucci per le scampagnate nei boschi? E poi bianca la vai a mettere, la camicia?"
"Onofrio, non ho vestiti meno firmati. Tutto ciò che ho mi viene dato agli shooting!"
"Davvero?" Una dentatura bianca e lucente apparve all' ombra del bagno "Sai bellino che sarai, con quelle macchie rosse, nelle prossime foto?"
"Bastardo!"
"Io sono sincero, amico! Vorrei proprio vederti!"
"Allora non succederà. Questa camicia era dello shooting scorso".
"Sai, piacerebbe anche a me il lavoro del modello: vestiti gratis e un successo smodato nei social network!"
"Con il caratteraccio che hai, litighi con i fotografi, Onofrio!"
"Dipende da cosa mi mettono addosso!"
"Niente, non vanno via queste macchie!" Si lamentò Mattia, cambiando argomento e togliendo le mani dall' acqua tiepida "Una camicia di Gucci sciupata così!".
Onofrio si avvicinò al compagno di stanza e sollevò l' indumento dalla bacinella grigia "Il sangue non va via facilmente".
"Avranno ucciso qualche animale, sopra quel vecchio albero..."
"No, è sangue umano".
"Ma... Fiamma ha detto che... non c' era niente nel bosco!" Deglutì.
"Sicuramente non c' è niente che può farci del male... però qualcosa che ha fatto male ad altri c' è stato..." gettò la camicia nel recipiente "Buttala via e basta".
"Di già? Ma non me la sono potuta godere per niente!"
"E va bene, allora tienila! Poi però, non stupirti se un fantasma verrà a darti la buona notte!"
"È tutto un horror qui: la scuola, le regole, il bosco, perfino i compagni di studi!" Si lagnò Mattia, prendendo la camicia e gettandola tra i panni sporchi "Io non ho alcuna intenzione di buttarla, la manderanno in lavanderia, insieme alle divise!"
"Non riusciranno a togliere quel sangue, e lo sai! La prossima volta indosserai qualcosa di meno firmato per le camminate in gruppo..."
"Io odio questo luogo. Non vedo l' ora di uscirne! Praticamente, siamo dentro a un film dell' orrore! Perché non ci ammazzano, invece di farci soffrire così? Non sarebbe più facile?"
"Purtroppo il vero horror è il vederti soffrire, non l' ammazzarti, Mattia! E, francamente, io ci tengo alla pelle! Non so tu..."

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