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Che le Otto Mura fossero un piccolo mondo gotico lo sapevano tutti i visitatori e non solo perché era una scuola dispersa per le Alpi, dove poca gente arrivava, ma anche per le vedute dall' esterno; riprese da cellulari e macchine fotografiche.
Tuttavia, l' interno della struttura era visto solo da studenti, famiglie e insegnanti; e la parte che i ragazzi più preferivano era il bar.
Si trattava di un piccolo ambiente in stile barocco, molto più elegante rispetto a tanti altri luoghi nelle 'Mura' e sempre pieno di bevande.
La sola cosa strana era il barista, perché portava una maschera sul viso e nessuno l' aveva mai visto in faccia.
I tavolini erano tutti di ferro e attaccati alla parete. Dietro di essi c' era un' immensa foto, scattata all' incirca negli anni '70, con le prime analogiche a colori, raffigurante il mare.
Onofrio poggiò le braccia sul freddo ripiano e guardò Achille vicino a lui "Il nuovo arrivato si siede ogni tanto?" Gli domandò "Il dolore delle botte gli è passato?"
"Non lo so e non mi interessa. Oggi è andato con Fiamma a vedere suo figlio. Dovrebbe tornare tra due giorni".
"Così, se si porta a letto sua moglie, vede il 'servizio' che gli è stato fatto..."
"Crederà che è caduto. Credono sempre questo gli esterni alla scuola..."
"Beh, ci credo" le labbra cremisi del biondino si curvarono in un sorrisetto "chi usa più fruste, frustini e rami secchi sui sederi della gente, nel 2022?"
"Sono sadici e forti..." si guardò i piedi, coperti da delle scarpe sporche di terra dell' Adidas. "Non so se è peggio il dolore che sentiamo o gli incubi notturni. Stanotte l' ho sognato ancora..."
"Cosa?" Achille versò del liquore nel bicchierino in legno dell' amico.
"Lo stesso sogno. È da quando sono qui che mi assilla..."
"Quale sogno? Anche io ho sognato una vecchia donna che lavava dei panni insanguinati, con un calendario dietro, che portava la data del 1942".
"1942. Anche io lo vedo spesso negli incubi. Tuttavia, sono gli aghi che mi tormentano. Mi sveglio sempre con il dolore. Dura poco, ma è pungente..."
"Spiegati meglio, non capisco". Onofrio bevve il contenuto in un solo sorso "Sono dai miei parenti, mi rubano i soldi e il controcorrente. Esco di casa e mi ritrovo in una palestra abbandonata. Cerco il portafoglio e lo vedo appeso alla parete. Provo a riprenderlo e un energumeno grosso e mostuoso mi mette dentro a un sacco. Mi ritrovo a pancia in giù, in una specie di ospedale, con 50 aghi conficcati nella mia carne. 25 su una natica e 25 su un' altra. Chiedo aiuto, grido, piango. Mi risveglio in lacrime con un bruciore pungente ed insopportabile".
"Ogni notte?"
"Quasi ogni notte, per fortuna il dolore dura poco, una volta alzato". Achille si versò del succi di mirtilli in un bicchiere di vetro "Ti ricordi quando ci sculacciavano da bambini?"
"Hai voglia! È successo molte volte".
"Anche a me. Avevo paura da morire..."
"Qui dentro, a parte gli insegnanti e il personale ATA, abbiamo avuto tutti il sedere a strisce da bambini...e tutti abbiamo avuto il terrore di It il Clown, tutti".
"Il grande Stephen King! Non so se mia cugina..."
"Diamante non ha paura di It il Clown. Lei li adora i pagliacci, te lo dico io..."
"Sembra che tu e la mia cuginetta siate diventati molto intimi..." gli lanciò un' occhiataccia. Onofrio sorrise di nuovo "No, ancora no. Stavamo per farlo, giorni fa, ma poi abbiamo sentito un rumore e abbiamo visto un bambolotto nudo in corridoio".
"Se te la fai e poi la lasci, sarà l' ultima cosa che farai in tutta la tua vita. Ha già sofferto tanto a causa del suo ex ragazzo".
"Non ho alcuna intenzione di lasciarla, Achille. Diamante mi piace davvero." Gli mostrò la foto di lei, sorridente e in primo piano, nel suo cellulare "Tua cugina mi sta molto vicino in questo periodo, mi fa stare bene" i suoi occhi azzurri si voltarono verso il compagno di studi e il suo viso si nascose, per un quarto, nel maglioncino nero a rete. Sotto indossava un lupetto bianco, con il collo alto; e un' altra maglietta, sempre nera. Lo sguardo del ragazzo si spostò verso la parete ed inquadrò il mare "Sai Onofrio, forse se non avessimo subito quel dolore da bambini, ora non saremmo qui..."
"Non c' entra niente, Achille. Tua cugina ha sofferto per altri e riesce, comunque, ad accedere alle Otto Valli".
"Mia cugina non si è voluta vaccinare contro la pandemia" sospirò "questo soltanto già la rende diversa da noi..."
"Io la amo".
"Allora, quando usciremo di qui, sposatela! Lei lo merita davvero!"
"La sposerò, parola mia" diede un colpetto sulla testa di Achille e tornò nel mini appartamento a studiare. Il giovane rimase solo al bar per un po', finché non vide, alle sue spalle dei piedini nudi che bagnavano il pavimento. Quando si girò notò una ragazzina sui 13 anni, con i capelli sistemati come Mercoledì Addams e una maglietta da marinaretta. Sotto aveva solo un paio di mutandine nere, di pizzo e teneva le mani dietro. "Come sei entrata?" Tuonò "È per maschi il collegio!"
"Sono Sharpay" scandì lei, molto seria "e non ritrovo più la gonna e le scarpe. Le ho anche cercate nel fiume, ma sono sparite. Se torno senza, mi sculacceranno. Mi aiuti a ritrovarle?" Altre goccioline d' acqua caddero lungo tutto il suo corpo, lasciarono piccoli righi sulle sue gambe, bagnarono il suolo. "Vattene, ragazzina! Non si perdono così la gonna e le scarpe! Ora sono affari tuoi! Io non vengo fino al fiume a cercarle per te!" E tornò a guardare la foto del mare. Quando girò la testa di nuovo, Sharpay era sparita e il pavimento del bar era asciutto.
Tirò fuori alcuni giornali da un mobiletto a lato dei tavoli e si mise a leggerne uno in inglese. Un vento improvviso fece cadere il suo bicchiere e il succo viola cadde su tre parole:
'Don' t cut you', ('Non tagliarti').
Achille girò il giornale, notò che era del 2006 e parlava dei primi Emo.
Si slacciò il bottoncino della camicia dell' uniforme e guardò alcune delle sue vecchie cicatrici: "Non ero Emo, ma mi tagliavo" disse, come se dovesse confidarlo a qualcuno di invisibile. Una voce femminile lo sorprese all' uscio "Onofrio era Emo e si tagliava, nel 2006".
"Chi c'è?" Gridò.
"Sono Sharpay" continuò la voce.
"Adesso basta, ragazzina! Se non la smetti immediatamente ti vengo a prendere dove sei e te ne ricorderai! Hai capito?"
"Non tagliarti, Achille. Non tagliarti, Onofrio. Non tagliarti, Heric. Non tagliarti, Vincenzo. Che assurda moda esiste al mondo: 'E tu? Ti tagli?". Altro vento e la voce sparì.

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