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Achille:
Una volta avevo una compagna di scuola. Non era una gran bellezza, in realtà, ma sapeva scrivere. Sì, scriveva alla perfezione, e gli insegnanti lo sapevano.
Tuttavia, Drusiana (così si chiamava) era una ragazza molto timida e faceva fatica a rispondere; anche e soprattutto a chi la insultava.
Un giorno giunse a scuola un' altra ragazza, Monica, che era tutto il suo contrario: aveva un sacco di followers e utilizzava un' applicazione in cui appuntava le sue cavolate. Benché non conoscesse affatto la grammatica, Monica era circondata da lettori. Era convinta che ciò che scriveva era perfetto; dunque criticava anche gli altri.
Drusiana non usava internet. Aveva scritto un intero romanzo su un taccuino, fitto e colorato.
Monica cominciò a bullizzarla. Prendeva di nascosto il suo blocco, giudicava le sue parole come banali o 'piene di errori'. Inizialmente, Drusiana la evitò; ma, vedere queste cose in classe, non è come dietro un apparecchio telefonico o un computer. Prima o poi 'il mostro lo devi affrontare'.
Una mattina di aprile Monica prese un' insufficienza a un tema. Tra quelle righe c' erano così tanti segni rossi che, addirittura, coprivano l' inchiostro nero.
Drusiana prese 10 e lode.
Immediatamente, a ricreazione, Monica si gettò sui social. Parlò male dell' insegnante e menzionò la 'vittima' del suo bullismo. Tutti i suoi lettori le diedero ragione e fu allora che, per la povera Drusiana cominciò l' inferno.
Monica finse di esserle amica. L' aiutò perfino a creare un profilo sui social network: "Iscriviti" le disse "così tutti leggeranno le tue opere e guarderanno le tue fotografie".
In un primo momento, 'il nuovo acquisto del suo gruppo' non volle creare un suo account. "Io non so niente di internet" piagnucolava "non sarò mai al vostro livello". Poi, però, spinta dal desiderio di farsi conoscere, acconsentì.
Giorni dopo, Drusiana fu immediatamente vittima del cyberbullismo. Il suo profilo venne riempito di così tanti haters che fu costretta a cancellare ogni sua parola.
Ma a Monica non bastò.
Voleva ridicolizzarla davanti a tutti i suoi amici virtuali. La odiava, come solo chi ha subito successo e senza alcuna fatica, può odiare.
Alla fine Drusiana, dopo l' ennesima cattiveria di Monica, ebbe un attacco di cuore e morì subito dopo.
Era malata da anni e nessuno lo sapeva, neanche gli insegnanti.
La vedemmo morire in classe. Quando chiamammo i soccorsi, era già troppo tardi. Giunsero dieci minuti dopo il suo decesso.
Non l' ho mai dimenticata. Era una ragazza talmente dolce e gentile che non si dimentica facilmente.
Non so se Monica imparò qualcosa da quella vicenda. So soltanto che si trasferì in un' altra scuola.
Se esistono i fantasmi, lei ne saprà sempre qualcosa ormai...oggi i prepotenti ne combinano di tutti i colori, senza pensare che, a volte, chi tormentano resta...
Forse ho trovato la storia perfetta per l' interrogazione di Retorica. Giuro, la porterei se quel maledetto giorno non fossi stato a scuola. Io non la vidi morire. Ero andato in bagno...ma tutti i miei compagni la videro...ricordo solo che, quando uscii, il 118 la stava portando in ospedale, per provare a rianimarla...
Ha ragione Onofrio: ognuno ha i suoi fantasmi, ognuno ha le sue paure. Viviamo nella convinzione che chi è più buono e un po' più sfortunato ci possa perdonare...e se non fosse sempre così?
Rabbrividisco all' idea che Drusiana possa essere ancora qui, come un' ombra sopra la popolare, crudele, ricca e viziata Monica...

"Allora, tu non hai un ragazzo?" Le chiese, cercando di riportare il suo sguardo verso di lui; dal momento che Diamante l' aveva smarrito tra i rami rinsecchiti dell' albero più grosso in giardino. Lei fece cenno di no con la testa "Ce l' ho avuto. Ora non più". La giornata stava volgendo alla sera, il sole si nascondeva tra gli abeti dispersi in qua e in là nel fitto bosco. "Certo che...studiate in una delle scuole più antiche d' Italia" sospirò. Onofrio le mise dietro all' orecchio una ciocca di capelli ricci "A volte le cose più vecchie sono le più belle...e le migliori..." le sussurrò vicino al collo "anche mio nonno è stato qui". Un leggero vento fece volare il fiocco dell' uniforme del giovane tra le ortiche, incastrandolo tra due foglioline appena nate. "E pensi che, frequentando questo luogo, riuscirai a conoscerlo meglio?" Gli chiese, seguendolo con lo sguardo mentre correva verso l' oggetto di stoffa. "Non l' ho mai conosciuto..." spiegò, allungando il braccio verso l' ortica. "Stai attento" l' avvisò lei, temendo per la sua incolumità. "Preso!" Scandì soddisfatto, legandoselo al collo subito dopo "Ma tu...non vai a lavorare? Perché sei sempre qui?". Diamante incrociò le braccia "Ti dà fastidio la mia presenza? Vado dentro..."
"No, assolutamente no" sorrise, misterioso "è che...sopra i 25 anni di età le persone hanno sempre un gran da fare...lavorano, fanno figli..."
"Perché? Tu non hai sopra i 25 anni? Eppure sei qui che studi..."
"Già, è vero. Scusami". La ragazza osservò le delicate margherite che si facevano strada oltre le sue scarpe rosa e nere "Sono pendolante, per quanto riguarda il lavoro...e poi non posso entrare in alcun luogo al chiuso..."
"Non ti sei vaccinata contro la pandemia?"
"No".
"Perché? Come fai a sopportare tutto questo?". Lei alzò le spalle "Devi vaccinarti per te, non perché lo dice lo Stato..."
"Non vorresti una vita normale? Un lavoro normale?"
"Tu non vorresti essere fuori da questo collegio?" Alzò le sopracciglia "Essere già importante, con un attestato e tanti soldi?".
"Non c' è famiglia che abbia più soldi di me nella mia città..."
"È vero; ma sono della tua famiglia, non tuoi".
"Ehi, baby, a casa ho tre SUV, vivo in un ranch. I miei genitori hanno anche una casa al mare e una in montagna".
"Buon per te, ma tutto ciò appartiene ai tuoi parenti..."
"Eppure, nonostante questo, anche noi stiamo risentendo della crisi economica".
"È per questo che ti hanno cacciato via e ti hanno mandato in questo collegio- università?"
"Può essere, sì...anche se, più che un' università, è un corso di nove mesi. Sai com' è, studiano anche minorenni qui".
"E non vorresti essere da un' altra parte?"
"Certo che sì! Ci trattano come scolaretti  qui".
"Vedi? Torna quello che dico io: si vorrebbero fare tante cose, ma non si riesce facilmente a farle".
"C' è un non so che, in te, che mi mette tranquillità. Non so cos' è..." appoggiò le dita sopra alle sue "mi fai venire voglia di volerti, solo per me, Diamante". Le strappò un candido bacio. Subito dopo, però, venne scosso dal vocione di Achille "Diamante, che cavolo ci fai qui?". La giovane si alzò di scatto e fece per andarsene. "Ehi! Ehi! Che storia è questa?" Domandò d' istinto Onofrio "Non hai detto che era una bambina tua sorella? Io non la stavo toccando, sono innocente!"
"È mia cugina, non mia sorella!" Borbottò Mr Goku, fulminandolo con lo sguardo "Si chiamano con lo stesso nome".
"Cosa? Comunque non le ho fatto niente" tentò di scusarsi, nascondendo la mano con la quale aveva tirato il sasso.
"Risparmiati le scuse, Crumiri, so come sei fatto". Il biondino lanciò un' occhiata tra il sorpreso e l' innocente, come a voler dire che non era il suo obiettivo portarsi a letto la cugina del suo compagno di studi. "Diamante!" La richiamò Achille. Lei non si voltò e continuò a correre. L' automobile di Fiamma comparve dietro di loro, poi la raggiunse e la riportò all' interno del cancello: "Ho invitato io tua cugina a venire qui, Achille" ammise, invitando Diamante a rientrare nella scuola "è andata bene che stavo uscendo, o sarebbe caduta direttamente tra i ceppi sparsi nel bosco, a furia di correre".
"Perché l' avete portata qui? Avevate detto che questa scuola era solo per maschi!"
"Hai idea di che cosa significhi essere giovani e non poter entrare in un ristorante o in un qualsiasi luogo chiuso, per colpa di un virus che ha creato qualcuno?" Chiuse lo sportello della Fiat 500 "No, evidentemente non lo sai...altrimenti capiresti tua cugina, Achille". Sospirò, estasiata "E poi lei non frequenta alcuna lezione. È un' ospite, niente di più. Ed ora dentro, è l' ora del thè...e questo è un istituto rispettabile". Aprì l' uscio e invitò, con gli occhi, i due superstiti ad entrare. Mr Goku si sistemò la divisa scolastica "Se provi a palpeggiare di nuovo mia cugina, le prendi!" Sbottò, una volta giunto in corridoio. "Sì, signore" rispose Onofrio, pur sapendo che l' avrebbe fatto ancora...

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