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"Certo che ne capitano proprio di tutti i colori in Italia!" Espresse Onofrio, accendendo l' immensa TV della sala studenti "finalmente domenica!" E allungò le lunghe braccia sopra la testa. Vincenzo, Nerio e Mattia erano seduti al suo fianco, sopra un grande divano nero vicino al muro. Soltanto Simon era in infermeria, a cambiare le garze che avrebbero dovuto coprire il graffio.
"Comunque, io non so voi, ma siamo qui già da 10 giorni ed io non ho ancora fatto conoscenza con nessuno..." Buttò fuori il più giovane. "Sono tutti riservati qua" prese parola Nerio, sistemandosi gli occhiali "non sei il solo".
"Comunque una cosa figa c' è in questo momento..."
"Cosa? Il mega schermo della Samsung 2050?"
"No. Le mutande di quel ragazzo" indicò dei boxer stretti e grigi, addosso a un tipo con i jeans a vita talmente bassa che mettevano in mostra tutto il suo sedere. Lo studente indicato aveva i capelli blu metallizzato, con meches verdi e otto piercing al lobo dell' orecchio destro. Un orecchino anche su quello sinistro "Goku Supersayan esiste davvero!" Il biondo del gruppo fece un sorrisetto malizioso "Boxer così hot servono a nascondere il culo a strisce!"
"Non è possibile! Anche Goku le ha prese!" Finse di sgranare gli occhi Mattia, distogliendo l' attenzione dal TG.
"Ancora no, ma presto gli toccheranno. Basta che uno degli insegnanti entri qui..."
"Rilassati, dai! Hanno detto che nei giorni festivi potevamo stare qui quanto volevamo" spiegò il rossino, cambiando canale e mettendo su MTV "anche se le sue chiappe mi coprono la visuale!"
"La televisione è immensa! Basta che ti sposti un po' più a sinistra!".
In quell' istante entrò un ragazzo di colore e, per sbaglio, diede una violenta spallata a mister Goku "Ehi! Stai attento, straniero!" Lo rimproverò. "Non chiamarlo così..." intervenne un altro, seduto a terra, vicino a lui "È un cittadino di seconda categoria! È così che si chiamano gli immigrati!"
"Come mi hai chiamato?" Lo fulminò l' africano "Io sono un cittadino di seconda cosa?"
"Sei un cittadino di seconda categoria, immigrato. Non ti definisco negro o africano! Né extracomunitario! Sei di seconda categoria e basta!".
"Io sono africano, sono immigrato e sono stato extracomunitario prima di prendere la cittadinanza! E sono di pelle nera!" Gli afferrò il cappuccio della felpa grigia e lo strattonò "Cosa c' è di male a essere straniero, eh? Da quando in qua esistono cittadini di prima e seconda categoria? Io non sono secondo a nessuno, hai capito? Sono africano, punto!"
"Perché t' incazzi tanto? Credi di poter diventare di prima categoria un giorno? Sarai sempre di seconda categoria!"
"Ma come ti permetti?" E lo colpì con un pugno. L' altro ricambiò con un calcio, dopo essersi alzato da terra "Per i comunisti altro non siete che cittadini di seconda categoria!" Continuò a dire "Ed io sono comunista!"
"Tu non sei un democratico, sei un razzista che si nasconde dietro al comunismo! La mia cultura non è seconda alla tua, hai capito? Mia madre e mio padre non sono secondi ai tuoi, anche se siamo immigrati!" Ben presto la lotta si fece più violenta. I due si presero a pugni nel bel mezzo della sala studenti. Il giovane con i capelli blu metallizzati e le meches si avvicinò ai quattro amici per evitare di essere tirato in mezzo. Vincenzo afferrò al volo l' occasione per parlare, finalmente, con un altro 'studente' "Queste cose succedono spesso qui?" Gli domandò.
"Sì" rispose "ma basta stare loro alla larga". Poco dopo cominciarono a picchiarsi la maggior parte degli altri collegiali. Onofrio e gli altri uscirono dalla sala, non facendosi coinvolgere. Mister Goku li seguì. "Mi chiamo Achille" disse, una volta in corridoio.
"Ciao Achille, io sono Mattia Neri. Avrai sentito parlare di me" gli rispose uno dei quattro "loro sono Onofrio, Vincenzo e Nerio. Come sei finito qui?"
"Sono in questo luogo da due mesi più o meno. Ero uscito di casa per cercare mia sorella. I miei l' avevano affidata a me. Mi sono perso nel bosco. Era freddo. Ho provato a chiamare la polizia, ma dov' ero non c' era campo. Per di più, Diamante, la mia sorellina, non si trovava. Era come sparita..."
"La tua famiglia sta a paese?"
"Sì, loro sì. Voi però non siete alpini?"
"No, noi eravamo andati a fare una passeggiata sui boschi quando ci siamo persi..."
"C' è un bosco molto strano qui. Conosco le Alpi Italiane quasi come la mia seconda pelle, ma c' è un luogo che sfugge dai miei parametri e fa impazzire la mia bussola..." tirò fuori dal taschino del maglione nero di paille un vecchio oggettino di ferro, ricoperto di oro, indicante i quattro punti cardinali: nord, sud, ovest, est "Finché passeggio per le Prealpi Lombarde, la bussola del mio trisnonno funziona. C' è un bosco, però, lì vicino, in cui mi dà solo Nord...ovunque mi sposti...c' è una specie di castello, a un certo punto, però diverso da tutti gli altri, quasi nascosto del tutto dalla nebbia..."
"Si, l' abbiamo visto anche noi. È tutto in rovina però, siamo passati oltre le porte e le finestre..."
"Esatto, ed è lì che ogni tipo di bussola impazzisce...anche quella dei cellulari e dei tablet, tutte..."
"Mi sono anche ammalato, perché non potevo chiamare i soccorsi".
"Ad ogni modo, poi ho visto mia sorella parlare con una donna, Fiamma. Si è offerta di riaccompagnarla a casa. In cambio, io sarei dovuto andare con lei e frequentare questa scuola".
"E anche tu ti sei ritrovato regolarmente iscritto, all' improvviso".
"Già. Siamo di età diverse però. Io, ad esempio, ho 18 anni; ma ho un vicino di banco che ne ha 28..."
"È come una volta, non fanno caso alle età...ho notato che c' è anche un ragazzino di 15 anni appena. Il solo, perché tutti ne abbiamo di più..."
"Comunque qui le risse sono all' ordine del giorno" cambiò argomento, per evitare di ripetere sempre le stesse cose; dal momento che gli anni e le iscrizioni erano una questione detta e ridetta, misteriosa e tabù. "Come le punizioni corporali e l' utilizzo di strumenti dolorosi per curare i malati" spiegò Onofrio, che fino ad allora aveva ascoltato "è normale che gli studenti si picchino tra di loro, con queste regole... ho frequentato tanti collegi in vita mia, in Italia e all' estero. È sempre la stessa storia, alla fine".
"Tu sei Onofrio Crumiri?" Chiese, come se si fosse svegliato da un sogno "Voglio dire...quel Crumiri?"
"Sì, proprio quello..."
"Ehi! Sei famosissimo, lo sai?"
"In effetti, prima lo ero...prima".
"Ma come prima? I tuoi non hanno il ranch?"
"Una volta che hai comprato la casa, resta solo il mutuo, lo sai?"
Il bidello, canticchiando "...E la testa del presidente del consiglio vola, vola, vola via..." si avvicinò a loro "Io di buon umore oggi. Sarà un bel 27 dicembre..."
"Perché?" Chiese Nerio, tenendo pronto il cellulare nell' attesa della nuova notifica sulla giornata. "Ho tirato bernoccolo!"
"A chi?"
"A chi ha imposto l' obbligo vaccinale!" E ridacchiò, prima di entrare nelle aule vuote e pulirle. Poco dopo arrivò la news: "Il presidente del consiglio in ospedale per aver picchiato forte la testa durante la pausa pranzo". "Vedete?" Tenne alto il cellulare "è quel bidello la causa di tutte queste cose!"
"Ci vuole coraggio a lavorare anche di domenica..." commentò Onofrio, non facendo minimamente caso alle parole dell' amico "io avrei voglia di mettermi comodo sul letto a guardare la TV".
"Salite?" Chiese Stefano "Mi portate con voi? Io ho del brandy tra le mie scorte..."
"Va bene, veniamo con te a prenderlo".
"Dobbiamo anche andare in cucina, per i bicchieri..."
"Nella camera mia e di Mattia ce ne sono abbastanza".
"Tanto siete tutti maggiorenni, vero?".
"Io...veramente no..." saltò fuori Vincenzo, avvicinandosi al nuovo amico, con la camicetta rossa a scacchi controluce. "Quanti anni hai? 17 e mezzo?"
"Meno, ne ho 16".
"C' è il divieto di alcool per i minorenni qui dentro" guardò preoccupato tutti gli altri "non possiamo condividere con lui il brandy".
"Va bene, non importa..." proferì il più giovane, alzando le braccia in segno di resa "Io torno in sala studenti. Avranno finito di picchiarsi ora. Buona bevuta".
"Sentite..." si intromise Mattia "qui ci sono già tante regole. Se, per una volta, ne infrangiamo una, non moriremo di certo! Faccio il modello, anch'io ho cominciato a bere che ero ancora minorenne. Per una volta non succederà niente, se Vincenzo sorregge l' alcool".
"Certo che lo sorreggo!" Rispose lui, quasi offeso "Sai quanti Mojito ho preso al bar, fingendomi maggiorenne? Vedrò di non ubriacarmi..."
"Sei sicuro di riuscire a controllarti?" Riprese Stefano. "Ehi, amico! Io ho fatto l' animatore turistico, sai? Sono stato sveglio fino alle 3 della notte questa estate! Vuoi che mi distrugga un po' di brandy?"
"È vero, l' ha fatto" terminò il discorso Onofrio "ho fatto vacanza nel villaggio turistico in cui lavorava. È così che l' ho conosciuto... è poi è figo bere nelle nostre camere, vedrete quanti 'mi piace' ai nostri selfies".

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