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Vincenzo:
Punture. Di nuovo. Perché devo fare tutte queste punture? È perché ho 16 anni? Oramai, è da una settimana che mi stanno riempendo di aghi. E fanno male! Ho più lividi io, qui dietro, che un intero alveare! Mi lamento, eppure continuano a 'bucarmi', di nuovo.
La cosa che più temo è che, quando uscirò da qui, probabilmente mi mancheranno...
Mi mancheranno questi insegnanti, il dolore, tutto.
Mancano pochi mesi alla fine del corso, poi non rivedremo più questo college. Gli incubi spariranno, insieme alla mia stessa paura; che stava cominciando ad essermi cara...
Gli esseri umani sono masochisti, mi ci metto io per primo. Altrimenti, per quale motivo ricercheremmo i film dell' orrore o i thriller? Che motivo ci sarebbe di legarci a parenti o amici violenti? Guardo le pareti grigie dell' infermeria e la macchina fotografica 'Canon' con l' obiettivo fisso su di me, ma senza essere accesa.
Sembra che io stesso voglia fare queste cavolo di punture! E mi faccio terrore da solo.
Anche in una casa infestata, alla fine, i mostri siamo noi...

"Diamante..." sussurrò Onofrio, uscendo dall' uscio e muovendosi verso il cortile. "Allora ci sei?" Fece lei, girando appena il capo "Ho provato a chiamarti tante volte...non mi hai risposto mai..."
"Lo so, mi dispiace" posò sulle sue spalle il giaccone felpato in pelle nera. Lei lo tirò alle due estremità per coprirsi il generoso petto. Indossava già un maglioncino celeste, in realtà, ma la primavera è un po' fatta a modo suo; e, se di giorno è caldo, di sera è quasi sempre fresco.
"Temevo di disturbarti" continuò la ragazza "gli uomini fanno spesso così con me: il giorno prima sono gentili e... il giorno dopo intrattabili".
"Io non sono gli uomini, sono Onofrio".
"Non so se ciò ti renda più carino o più rustico".
"Non sono né uno né l' altro". Onofrio non si reputava solo carino, ma bellissimo; e non si sentiva 'rustico', perché per lui combaciava con 'rozzo'. Che non era un tipo aperto lo sapeva, ma anche il mistero rendeva elegante il suo cognome; dopotutto, era un Crumiri.
Ed i Crumiri erano nobili da secoli.
"Forse una ragazza più giovane ti piacerebbe di più. Io ho compiuto da poco 31 anni" si strinse maggiormente nel giaccone aderente del fidanzato.
"No. Non pensarlo neanche per scherzo.  Sono stato male, amore. Ho avuto un mancamento".
"Va bene, non preoccuparti" gli sorrise.
"Io sono molto meglio dei grezzi ragazzotti che ci hanno provato con te, Diamante" le porse la foglia dorata a forma di cuore.
"Onofrio, è bellissima!"
"Esistono solo qui queste foglie" e si scambiarono un candido bacio.
Poi lui la prese per mano, incrociando le dita alle sue, e la invitò a salire nel mini appartamento.

Le calde mani di Diamante scesero dai suoi fianchi al suo sedere. Si insinuarono sotto la spessa stoffa dei jeans, sotto i boxer colorati e aderenti di Intimissimi. Lui emise un gemito, prima di stringerla forte a sé. Le sue dita continuarono a toccarlo, a raggiungere esperte i suoi punti più segreti.
Diamante sapeva essere dominante e dolce allo stesso tempo.
Poi, il sospiro di Onofrio sul suo collo, il letto sotto di loro.
Scivolò su di lei leggero, delicato; mentre lei gli colpiva il sedere nudo.
"Non c' è nessuno che ci osserva qui, vero?" Gli domandò alla fine.
"Chi deve esserci?" Proferì lui, continuando a baciarla ovunque poteva.
"Non lo so, è una sensazione..."
"Non c' è nessuno, okay? Siamo solo noi due".
"Okay".
"Diamante, quanto ti ho desiderata!"
"Ti ho desiderato anch' io..."

I gilet a scacchi verdi e bordeaux erano perfettamente appesi negli antichi e costosi armadi, con sotto dei libri di testo dalle copertine cremisi. "Cosa è questo completo?" Si domandò Nerio, tentando di ignorare la faccia stralunata di Simon, che sembrava avesse visto il nido di un serpente. "È l' uniforme primaverile ed estiva. Sotto bisogna indossare le camicie bianche".
"E allora? Sei preoccupato perché sei nero e gli scacchi non ti donano?"
"Spiritoso! Come fanno a conoscere le nostre taglie? Io non ho detto loro la mia misura!"
"Qui sanno tutto di noi..." e afferrò la divisa, poi la misurò davanti all' amico, senza vergogna alcuna.
"E la salopette appesa fuori dell' altra anta?"
"Appartiene a Vincenzo. Pare che l' abbia rubata a un fantasma! Ma...sinceramente, Simon, sei sicuro di dormire nel nostro stesso appartamento?"
"Certo che sì!"
"E non gliel' hai mai vista addosso? Ci dorme anche la notte, ogni tanto".
"È la prima volta che la vedo, davvero" si avvicinò all' indumento e ne palpò il tessuto "è bella, ma puzza peggio dello sterco delle capre!".
"Ma di cosa parli?" S' alzò di scatto il rossino e avvicinò il naso alla veste "È vero, puzza di sudore da morire". Poi la prelevò dall' appendiabiti e la gettò in bagno.
"Possibile che Vincenzo non se ne sia accorto?"
"Simon, che devo dirti? È impazzito per quella salopette. La indossa senza biancheria intima addirittura! Da quando l' ha trovata salta le lezioni, si ammala...e, soprattutto, fa fare il culo a strisce a Onofrio; che lo copre sempre".
"A chi apparteneva prima?"
"Nessuno lo sa. C'è un altro studente che mette solo salopette, ma non penso proprio sia sua. Vincenzo non è così scemo!"
"Va beh, comunque ora la mandiamo a lavare e basta. Quando uscirà dall' infermeria, la ritroverà pulita".
"Quante punture gli stanno facendo? Ne sai qualcosa, Simon?"
"Dice che ne subisce dieci al giorno".
"Ahiiii! Non vorrei essere nei suoi panni. Proprio stanotte ho sognato gli aghi..."
"Che incubo hai fatto?"
"Niente di importante..."
"Nerio, qui dentro gli incubi sono tutti importanti..."
"Sì, ma il mio non era proprio un incubo. Era più un sogno: ero alla spiaggia e avevo un gemello, un gemello che non ho mai conosciuto. Però era malato, nel senso che era tipo Onofrio... sai com'è, lui deve fare un' iniezione al mese per altri 15 anni, già da molto prima di venire alle Otto Mura..."
"Onofrio non è malato. Ha trascurato i sintomi di una malattia in passato ed ora gli tocca subire una puntura al mese..."
"Sì, lo so. Comunque era tipo lui, anche se aveva i capelli rossi come me".
"E allora?"
"E allora io ero il suo dottore..."
"Nel senso... che facevi delle siringhe a un altro te stesso?"
"Già... però ero strano. Mi toccavo prima di fare ciò..."
"Non è che hai qualche strana fantasia erotica che non conosci, vero?" Simon aggrottò la fronte "Mi stai facendo un po' paura, Nerio".
"Senti, io non ho alcuna fantasia erotica perversa..."
"Il tuo inconscio non lo conosci neanche tu però".
"Andiamo Simon! Potrei mai provare piacere a veder soffrire un altro me stesso? Per chi mi hai preso? Per Heric? Io non faccio il modello, eh!"
"Forse un' anima sadomasochista ce l' hai anche tu..."
"No, è impossibile".
"Dì un po'...per caso eri in salopette?"
"No, io ero in costume. Lui era in salopette...però sotto era nudo".
"Allora non indossare mai quella salopette, altrimenti quegli aghi toccheranno a te".
"Io non faccio sogni premonitori...o sì?"
"Non sei un medium, tranquillo. Era premonitore se il gemello che dici era una ragazza. Tu non hai fratelli, solo una sorella; ma nel tuo incubo non c' era. È un sogno premonitore, sì, solo al contrario. Qualcosa di soprannaturale ha voluto avvertirti...indovina a fare cosa?"
"A non indossare quella salopette!"
"L' ha messa Vincenzo, ma ha solo 16 anni. Tutte queste iniezioni le può ancora fare, senza riportare danni in futuro; ma noi non possiamo...il nostro corpo è ormai da adulti".
"Questa maledetta veste! Chissà a chi apparteneva, prima di passare al nostro compagno!" E gli tirò un calcio, che la nascose ancora di più tra i panni sporchi.
"Spero, per Vincenzo, che l' abbia lavata prima di indossarla la prima volta. I mostri non esistono, ma qui i fantasmi ci sono!". 

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