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Un uomo di neanche 50 anni, alto e distinto, si avvicinò al gruppo di fotografi e alla segretaria. In mano teneva dei fogli ingialliti, scritti a macchina, con la data del 2022. "Buongiorno" disse loro "sono il preside di questa struttura, nonché il proprietario. Fiamma mi ha detto del vostro desiderio di fotografare la mia scuola. Ebbene, ho qui tutti i documenti che possono consentire lo shooting di oggi". E firmò, uno dopo l' altro, gli oggetti che teneva in mano; per poi passarli ai diretti interessati. "Non preoccupatevi per la pandemia" spiegò con cortesia "non ci interessa che modelli o fotografi siano vaccinati, ma, se avete timore delle conseguenze, potrete farvi misurare la febbre e fare i tamponi nella nostra infermeria. Inoltre, tengo ad informarvi che siete invitati a pranzo, oggi, insieme ai miei studenti. Per il costo della nostra ospitalità, lo smistamento dei modelli, dei make up artists e dei parrucchieri; ne potrete parlare direttamente con Fiamma, la nostra segretaria principale". Passò, poi, la penna agli altri e chiamò in disparte Fiamma.
Uno dello staff si avvicinò a loro, chiedendo in seguito se i documenti mostrati fossero tutti. Il preside dell' istituto gli sorrise con galanteria "Sono io il solo proprietario di questo collegio e sono io che coordino ogni questione all' interno di esso. La mia non è un' accademia statale. Appartiene alla mia famiglia da secoli". Benché la gentilezza, la postura e la bellezza dei suoi lineamenti, il 47 a capo di tutto non era sposato. Anzi, nel suo anulare sinistro vi era la brutta cicatrice di una bruciatura; come se il suo destino avesse dovuto essere differente, ma un evento improvviso aveva alterato il flusso naturale delle cose. Provvedette immediatamente a coprirsi la mano con il mantello cremisi che indossava "Chiedo scusa" proseguì "ho una malattia ereditaria alle mani, mi ritiro a prendere i guanti". Si tolse il cappello in segno di saluto e risalì le scale che lo riportavano nel suo studio.

"Il rossetto è troppo scuro!" Marco si indicò le labbra "Sembro morto! Già gli arredi di questa catapecchia sono tetri e con un design di cento anni fa, poi conciatemi anche così e sono pronto per la bara!" La make up artist, una ragazza di 18 anni appena, con grandi occhi verdi e un tatuaggio al braccio sinistro, si guardò intorno imbarazzata "Mi dispiace, signor Sazzi, provvederò a darle un aspetto migliore..." per ciò, tirò fuori un altro pennello, con la punta più tonda, e un rossetto leggermente più candido.
"Ferma, che fai?" La bloccò poco dopo un fotografo "La tematica è gotica! Il rossetto deve essere scuro e la pelle deve dare sul bianco".
"Ma...il signor Sazzi dice..."
"Il signor Sazzi non dirige questo shoot, è chiaro? Lui è soltanto il modello. Se si vogliono assecondare i modelli, finiamo per diventare scemi noi! E aggiungi anche dell' ombretto nero attorno ai suoi occhi... lui dovrà tenere in braccio il gatto Gino".
"Il gatto cretino, non Gino!" Sbuffò il giovane, allontanando la truccatrice e alzandosi in piedi "Vado a fumare un attimo, poi potrai continuare a conciarmi come se fossi nell' oltretomba!" E si diresse fuori.
"Vedrai come si ricorderà bene del gatto di Fiamma..." intonò con una canzoncina Mattia, seduto a poca distanza da Heric. "Lo hai mai visto?" Chiese quest' ultimo. "Chi?"
"Il gatto..."
"Oh sì, l' ho visto eccome! Studio qui io, tu che dici?"
"E com' è?"
"Enorme".
"Cosa?" Aggrottò le sopracciglia, facendo intendere di non aver capito.
"Niente...è nero, tutto nero...un po' rustico direi, ma...dopo che ha preso conoscenza, non è detto che sia così male, spero".
"Speri?"
"Beh, sai, sono sempre animali". 'Però sono contento che non lo prendi in braccio tu, Heric' pensò.
Il parrucchiere si avvicinò al ragazzo dai capelli dorati e lo invitò a seguirlo. Il modello si alzò e si recò, con lui, negli spogliatoi; dove il collegio aveva messo a disposizione i bagni. "Dovrò farti il ciuffo di lato e arricciarlo con la piastra..." gli spiegò, spostandogli i ciuffi a sinistra "poi, le truccatrici penseranno ai tuoi occhi..."
"Tu lo sai". In quel momento entrambi udirono dei passi, dietro di loro; ma nello stanzino non c' era nessuno. "Vado a chiamare Rinaldo, un mio collega. Tu te la senti di restare solo per qualche minuto, Heric?"
"Certo, non sono mica un bambino!" Rispose, leggermente 'pizzicato' nell' orgoglio. Il parrucchiere prese il cellulare e uscì dall' uscio. Heric, invece, si sistemò il maglioncino rosa confetto; con piccoli strappi sulle maniche e sul collo; poi si fece una frangetta con le mani e decise, nell' attesa, di fare un Reel su Instagram: "Buongiorno ragazzi" si filmò "come vi avevo annunciato, oggi mi farò scattare in questa scuola. In questo momento mi trovo nello spogliatoio maschile e presto mi metteranno addosso un' uniforme. Scherzo! Anche se mi piacerebbe frequentare davvero questo posto". Fece un giro attorno al luogo e riprese le tute scolastiche, con il distintivo delle Otto Valli, nonché il giardino che si vedeva da una piccola finestra: "Guardate che bello, guardate. Abbiamo le rose, l' edera, i girasoli e...Marco Sazzi che fuma!". L' interessato gli mostrò il dito medio. "Educato come sempre, Marco, mi raccomando" proseguì, prima di riposizionare la telecamera dell' i- phone verso sé stesso. Solo allora notò che lo stavano guardando oltre 10.000 persone. Spostò leggermente lo schermo dal suo volto e udì, di nuovo, dei passi. Convinto che fossero i parrucchieri, seguì il rumore, sempre in pieno Reel. Non c' era nessuno. Si sedette in una delle panche dello spogliatoio, continuando a parlare con i suoi followers del più e del meno; quando comparve, da dietro la sua testa, una make up artist; ma con i capelli davanti al volto e la testa abbassata. "Ehilà, c'è una dello staff!" Spiegò in diretta "Che dite? Ci avviciniamo? Sì?". Alle 10.200 persone se n' erano aggiunte altre 100. "Come ti chiami, eh?" Le chiese "Ti ha fatto arrabbiare qualche modello?". La giovane fece cenno di sì con la testa, rimanendo però con i capelli davanti agli occhi. "Sei piccolina, quanti anni hai? 16? 17? Vuoi farti vedere dai miei ammiratori e dire la tua?". Non appena la ragazzina si girò, però, il cellulare di Heric diede batteria scarica e si spense subito dopo. Il Reel aveva raggiunto ben oltre 10.500 persone. "Chi sei?" La guardò, prima di scoprirle il viso con le dita. Gli occhi di lei erano rossi e colmi di lacrime "Tu l' hai visto?" gli domandò.
"Visto chi? Marco Sazzi? Non devi fare caso alle sue cavolate, quello ce l' ha con tutti!"
"Marco?" Ripeté assente "No, lui..." Heric non ne comprese il motivo, ma le sue ultime parole lo fecero rabbrividire. Il modo con il quale aveva pronunciato 'lui', la sua voce, i capelli lunghi sulla sua faccia. "Tu studierai qui?" Gli toccò il mento con le sue dita fredde "Sei bellissimo, Heric". Il modello chiuse gli occhi, per evitare lo sguardo di lei. Il cellulare si riaccese e tutti gli fecero i complimenti per il Reel. La ragazzina, però, era sparita.


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