𝐈

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art credits: @moonliightsz / pinterest

Kori's pov

Quell'attesa mi parve infinita e fastidiosa; ad essere fastidioso fu soprattutto patire quel freddo gelido proveniente dall'esterno, che cominciò a darmi non poco fastidio.

Nonostante fossi in un luogo chiuso e fosse solamente Ottobre, il freddo pungeva in particolar modo sulle mie mani, portandole a essere fredde come il ghiaccio e a riempirsi di piccoli tagli e zone arrossate nella parte delle nocche.

Il mio abbigliamento, fortunatamente, era abbastanza pesante, infatti decisi di indossare delle calze di lana sotto ad un paio di pantaloni neri, fatti di un tessuto leggero ma non eccessivamente. In più, indossavo un cappotto nero sopra una camicia bianca, abbinata ad una sciarpa rossa che mi copriva il collo.

Per ammazzare quell'attesa interminabile, mi guardai le mani, completamente screpolate, pensando tra me e me.

"Quanto tempo vorrà farmi ancora attendere quell'uomo?"

Sentì finalmente una porta aprirsi, dopo qualche momento, da dove fuoriuscì uno degli uomini del mio capo.

«Yamazaki, il capo ti desidera dentro l'ufficio.»

Dunque, mi alzai dalla sedia e lasciai quel freddo corridoio, avviandomi dentro la stanza.

Non appena entrai, mi guardai intorno: erano almeno 2 mesi che non vedevo quella stanza, eppure era sempre elegante e sofisticata, come se effettivamente il lavoro e i soldi che facesse il mio capo fossero effettivamente puliti e degni.

Mi fermai di fronte alla scrivania dell'uomo, dove a distanziarsi vi erano pochi metri, spostando lo sguardo su quest'ultimo.

«Salve capo.»

Egli era voltato verso la grande vetrata che mostrava la città, non degnandomi di uno sguardo o di una risposta mentre si godeva il suo sigaro.

Lasciate che vi parli un po' di quest'uomo, seppur non meriterebbe nemmeno questa considerazione:

Il signor Kazama è sempre stato un uomo di poco valore, a livello di personalità. Ha sempre avuto un fisico molto in carne, che spesso veniva snellito dal nero del suo classico abito elegante.
I suoi capelli sono di un nero brizzolato, come i suoi baffi, essendo d'altronde un uomo di mezz'età.

Quell'uomo, per quanto mi avesse dato un'opportunità di fare abbastanza soldi per vivere, non mi era mai piaciuto.

Anzi, lo odiavo per avermi costretto a quella vita così misera e priva di qual si voglia valore.

Ma dopotutto, pur di continuare a guadagnarmi da vivere, lavoravo senza lamentarmi mai, seppur non mi piacessero i mezzi che utilizzava per ottenere ciò che volesse.

Il mio lavoro, dai 19 anni in poi, ovvero da quando uscì dal riformatorio, è sempre stato essere parte di quest'organizzazione legata alla Yakuza.

Mi sono sempre occupata del contrabbando e, spesso, anche di lavori più sporchi e violenti.

Tutti i soci mi conoscevano e tutti sapevano che, anche se fossi una donna, potessi essere nettamente più al di sopra di loro.

Proprio per questo loro sentirsi 'minacciati' dalla mia presenza, mi sminuivano abbastanza spesso, soprattutto i primi mesi mi fecero passare l'inferno.

Sono sempre stata l'unica donna lì, infatti la gran parte dei sottoposti del mio capo ha sempre cercato di rimorchiarmi per finire a letto con me.
Ragion per cui, non ho mai fatto amicizia con loro, ma li ho sfruttati a mio vantaggio.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora