𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨

𝐗𝐗𝐗𝐈𝐈

art credits: @mmmiaa__ / twitter

—
Sanzu's pov

Finalmente dopo tre giorni, includendo due notti in bianco, io e gli altri esecutori della Bonten ideammo il piano perfetto per poter annientare i Black Diamonds, ma soprattutto per riprenderci Kori.

Quei bastardi, che avevano peccato di superbia nei confronti dell'associazione più forte di tutto il Giappone, finalmente avrebbero pagato a caro prezzo il male che ci avevano causato, ma soprattutto per il male che avevano avevano causato.

Durante una notte di luna piena, decidemmo di andare noi esecutori, armati fino ai denti, assieme ai nostri scagnozzi più forti in quella fottutissima topaia a vendicarci.

Quasi tutti si unirono immediatamente al mio volere, ovvero salvare la giovane donna e vendicare il torto subito.

Tuttavia, l'assenza di qualcuno non implicava che fossero contrari alle mie idee, anzi: Mikey in primis si mostrò propenso e d'accordo con il mio desiderio di vendetta.

Persino Kakucho, seppur non mostrasse a pieno il suo consenso, sembrava essere in linea col mio pensiero di riportare a casa chi amavo.

Purtroppo, per cause di forza maggiore, non poterono partecipare, dunque andammo solamente io, gli Haitani e Kokonoi.
Quest'ultimo aveva l'intenzione di sporcarsi le mani il meno possibile, desiderando prevalentemente risolvere la situazione coi bigliettoni.

«Nessuno può osare rovinare la pace della mia Bonten, perciò lascio tutto nelle tue mani, vice.»

Mi disse Mikey, marcando il mio ruolo da vice boss, quando espressi la mia volontà di una vendetta sanguinosa e violenta.

-

Parcheggiammo le auto un po' distante dal cancello del loro stabilimento: come qualsiasi gruppo mediocre giapponese che si rispettassi, il loro stabilimento era ovviamente una sorta di capannone apparentemente decadente e sciatto.

«Bene, quindi questo dovrebbe essere il luogo dove si trova Kori.»

Disse Rindou, osservando lo stabilimento con la sua solita pacatezza.

«Quei bastardi la pagheranno cara per aver preso una dei nostri, gli farò mangiare tutti i proiettili che ho in canna.»

Dissi a tutti, che si mostrarono d'accordo con me, soprattutto Ran, che si avvicinò leggermente a me e posò la mano la sua grande e magra mano sulla mia spalla.

«Detesto ammetterlo, ma sono d'accordo con te. Facciamogli vedere contro chi si sono messi.»

Sentii il sangue ribollire dall'interno delle vene, ma al contempo il battito cardiaco aumentare per la tensione: era una questione di vita o di morte, come sempre, ma questa volta non era per nulla di superficiale.

«Ugh, e io che volevo risolverla in modo pulito... ormai che siamo qua, non posso certo tirarmi indietro come un codardo.»

Sbuffò Kokonoi, mostrandosi contrario soprattutto nei modi di fare al nostro piano super diretto.

«Koko, cerca di intrufolarti per primo, all'esterno almeno all'inizio ci pensiamo io, Ran e Rindou.»

Dissi, ricevendo come risposta un cenno di sì con la testa.