𝐗𝐈

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art credits: @killicons / pinterest

Kori's pov

Villa della Bonten, ore 22:15

Nonostante si fosse fatto tardi, io e Sanzu stavamo ancora lavorando ad una strategia per poter agire il prima possibile.

Non era una situazione facile e di certo l'unico recapito che avevamo era solamente quell'indirizzo del tutto anonimo.

Facendo una ricerca, scoprimmo essere un vecchio magazzino abbandonato, dove negli anni '80 e '90 venivano organizzati party illegali, dove ai minorenni era concesso fare uso di stupefacenti e di bevande alcoliche e dove, spesso, tante giovani ragazze venivano rapite o violentate.

Ovviamente, è stato un posto sequestrato dallo Stato, eppure coi suoi soliti mezzucci anche i piccoli rami della yakuza erano riusciti a riconquistarselo.

«Potrebbero essere lì. Pensaci, è un posto largamente in periferia, a nord-est della città, in un magazzino abbandonato. Dev'essere così.»

Dissi io, stando seduta al suo fianco, aspettando che proferisse parola. Sanzu, dalla sua espressione, sembrava stranamente serio e concentrato.

A quanto pare, ci teneva tanto alla fiducia di Mikey e penso anche a dare una bella lezione a quei tizi, che se la stavano prendendo con l'associazione sbagliata.

Mikey era stato chiarissimo riguardante ciò:
'potete ucciderli se è necessario'

Sanzu, di certo, soprattutto col permesso del suo "re" non si sarebbe trattenuto, in particolar modo in una situazione simile.

L'idea di assistere ad un omicidio, nuovamente, mi dava i brividi. Quindi, in cuor mio, nonostante sapessi che era improbabile che il mio sogno si realizzasse, comunque sperai di non arrivare a quel punto.

«Potrebbe anche essere una trappola, non mi fiderei degli stessi tizi che ci hanno estorto una minaccia.»

Disse l'uomo, successivamente guardò con il suo sguardo, che come al solito era penetrante e freddo come il ghiaccio.

Potevo rimanere ore a fissare quello sguardo, dove quasi mi specchiavo, incantata dalla bellezza di quei due occhi azzurri.

Avevo una dipendenza ai suoi occhi, nonostante odiassi ammetterlo.

«Anche quella potrebbe essere un'ipotesi, infatti dovremmo adottare delle misure di sicurezza, per essere pronti a tutto.»

Gli risposi tranquillamente, così Sanzu, alle mie parole, mi sorrise beffardo e inclinò un po' la testa, poggiandola su uno dei palmi delle sue bellissime mani.

«Oooh, ti stai impegnando, si vede da come parli. Sai, pensavo che non ti saresti impegnata poi così tanto. Di solito, quando fai altro, sei sempre così poco interessata...»

Con un'altra mano, mi prese una ciocca di capelli, arricciandola tra le sue apparentemente esili dita.

Al gesto avvampai, distogliendo lo sguardo, cercando di non farci caso e di rimanere sempre calma e composta.

Non capivo per quale motivo, ma ultimamente il tocco di Sanzu mi agitava.

Forse perché di solito, essendo una persona molto fredda, è raro che qualcuno si prende la confidenza di toccarmi così da vicino e dunque questa cosa mi rendeva nervosa.

Non era un'agitazione provocata dalla rabbia o dall'ansia, era un sentimento inspiegabile che mi dava più energia, facendomi scordare cosa fosse il sonno o la fame.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora