𝐗𝐈𝐈𝐈

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art credits: @killicons / pinterest

Kori's pov

"Sanzu, aspetta-"

Dopo aver visto Sanzu allontanarsi, per quanto cercai di raggiungerlo, non sentivo alcuna energia che potesse darmi la forza di reagire.

"Perché... perché se n'è andato?"

Mi portai le mani alle tempie, restando con gli occhi sgranati a fissare il vuoto.

In quel momento, vari episodi della mia vita passata ricorrevano nella mia mente molto velocemente: in particolare, ricorrevano tutte quelle volte in cui mio padre, dopo avermi punito per essere uscita di casa senza permesso, mi rinchiudeva in una stanza al buio per ore, andandosene via e lasciandomi da sola.

All'inizio avevo paura, ma più tempo passava e meno mostravo quel timore nei suoi confronti, anche se quell'uomo così schifoso mi aveva sempre intimorito.

Fortunatamente, mi svegliarono i fratelli Haitani da quello stato di trance.

Coloro che pensavo mi avessero deriso o abbandonato in un momento simile, invece si mostrarono tranquilli e stranamente "comprensivi".

Certo, era palese quanto si sentissero seccati dal comportamento mio e di Sanzu, però comunque decisero di rimanere con me per farmi riprendere controllo di me stessa, provando a farmi distrarre.

Rindou, invece, mi diede una pillola, probabilmente era un ansiolitico, perché mi sentii leggermente meglio dopo averlo ingerito.

«Senti Yamazaki, quando eravamo al riformatorio sentivamo spesso parlare di te. Se ti ricordi, spesso tu e Izana avevate dei contatti per poter far entrare robe dall'esterno.»

Disse Ran, guardandomi coi suoi occhi lavanda, sedendosi di fianco a me e carezzandomi il viso. La sua mano era magra, ma comunque le sue dita erano talmente lunghe da riuscire a coprirmi tutta la guancia.

«Eri la più temuta lì dentro tra le ragazze, tant'è che persino i ragazzi erano intimoriti da come ti mostravi. Fa strano vedere una donna del tuo genere impanicarsi per così poco.»

Con quelle parole, non capivo dove volesse andare a parare.

Però mi ricordo di aver avuto a che fare, un paio di volte, con un certo ragazzo di nome Izana Kurokawa, che al riformatorio 'capeggiava' i ragazzi.

Avevamo dei patti pacifici, ma non avrei esitato a picchiarlo se mi avesse imbrogliato. Per fortuna sua, non accadde mai.

Rimasi in silenzio ad asciugarmi le lacrime, anche se già Ran, con il suo tocco apparentemente dolce, ci stava provando a calmarmi.

Rindou al contrario rimase in silenzio, guardando il fratello più grande mentre mi consolava.

«Tu, una persona dal carattere così forte, per caso hai intenzione di farti deridere e battere da un pazzoide come Sanzu? Non dirmi che hai iniziato a temerlo, stenterei a crederci sinceramente per come hai provato ad aggredirlo la prima volta che vi siete incontrati.»

Effettivamente, l'uomo aveva ragione: da come mi stessi comportando in quel momento, era come se fossi intimorita da Sanzu.

Era vero che mi agitava più del dovuto la sua presenza, però non avevo paura di lui.

Anzi, per quanto odiassi ammetterlo, avevo il timore di essere odiata seriamente da lui e questa cosa, seppur provassi a negarlo, mi faceva un male immenso.

«Non so cosa mi sia preso, ho rovinato tutto... adesso Sanzu ce l'avrà con me e dirà tutto a Mikey, chissà cosa potrebbe farmi.»

Ran, d'improvviso, si mise a ridere alle mie affermazioni, per poi guardarmi con un sorrisino che non sapevo spiegare a parole. Pareva, tuttavia, divertito dalla mia affermazione.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora