𝐕𝐈𝐈

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art credits: ???

Kori's pov

«Fai attenzione, Yamazaki.»

Riconobbi subito quella voce, infatti quando mi voltai ebbi la conferma che fosse lui. Rindou Haitani, il più piccolo dei due fratelli, aveva fatto in modo che non cadessi.

«Eh? Oh, ma sei tu...»

Mi ricomposi, mettendomi di nuovo in piedi, sistemandomi anche il vestito.

Rindou era tale e quale al fratello maggiore: stesso sguardo, stesso viso e stesso tatuaggio nello stesso punto del corpo, ovvero il collo. Eppure, era palese la differenza sostanziale tra i due, sia esteticamente che caratterialmente.

Lui, infatti, portava come taglio di capelli un mullet, che alla radice era tinto di nero e alle punte era tinto di lilla. I suoi occhi, invece, erano di un color violaceo e il taglio degli occhi era tale e quale a quello del fratello Ran.

Dall'esterno, i due fratelli sembravano caratterialmente opposti: da un lato, c'era il maggiore che mostrava avere più carisma e charme; dall'altro, il minore sembrava essere più freddo e scontroso.

Ma se c'era una cosa che li accomunava, oltre al legame di sangue, era probabilmente la loro indole da sadici.

Al riformatorio si sentiva molto parlare di loro e di cosa facessero a coloro che gli davano fastidio, in più qualche episodio del loro sadismo l'avevo anche visto io in prima persona, durante il ristoro alla mensa comune.

Non agivamo quasi mai da soli, Rindou ai tempi sembrava essere pronto a proteggere il fratello più grande con le unghie e con i denti, viceversa Ran.

«Non volevo lasciarti cadere come un'idiota, ora posso andare.»

«Aspetta-»

Il ragazzo mi guardò, inarcando un sopracciglio, aspettando un qualcosa da parte mia.

«Sì?»

Visto che lo avevo fermato, ne approfittai e gli chiesi ciò che effettivamente mi serviva di più in quel momento.

«Dimmi dov'è il bagno.»

Il ragazzo rimase con la sua solita espressione fredda e indifferente, indicandomi una porta infondo al corridoio.

«Dopo quella porta, è in fondo a sinistra.»

«Grazie.»

Detto ciò, lo abbandonai e andai lì subito, non trovando sorprendente alcuna coppia che amoreggiava.

Vari minuti dopo...

Dopo esser uscita dal bagno, mi incamminai verso la sala, alla ricerca di Kokonoi.

Essendosi fatto estremamente tardi, l'unico desiderio che avevo era quello di tornare subito a casa.

"Sono stanca, voglio solamente andare a casa... ma senza un passaggio, come posso fare?"

Nel mentre stavo cercando Kokonoi, un odore molto particolare mi arrivò al naso, facendomi voltare istintivamente verso il punto di provenienza.

Proprio in quella direzione, un gruppo di persone stava fumando dell'erba.

In quel momento, risentire quell'odore al naso dopo esser stata per circa due settimane senza, mi fece venire voglia di avvicinarmi, magari chiedendogliene anche un pochino.

"Ok, 'fanculo Kokonoi, non mi perdo quest'opportunità..."

Mi avvicinai a passo svelto verso il gruppo che stava favorendo, notando che tra loro vi era l'ultima persona che volevo vedere: Sanzu Haruchiyo.

«Ma guarda chi si rivede, cosa ti porta qui tra noi, partner

«Ne voglio un po', mi sembra anche ovvio.»

Il ragazzo dai capelli rosa, divertito, si mise a sghignazzare con entusiasmo, per poi passarmi uno spinello già fatto.

«Tutto tuo~»

Non aspettai troppo, infatti accesi subito lo spinello, iniziando a dare qualche tiro.

Mi sedetti sul divano dove vi era seduto Sanzu con altre persone, tutte già mezze andata, dato che ormai avevo intenzione di rimanere lì con loro.

Diedi un tiro dopo l'altro, sentendo finalmente l'effetto della sostanza pervadermi: una sensazione di euforia prevalse, infatti anche io senza motivo iniziai a ridere insieme a Sanzu.

«Woah!! Questa roba è fortissima...!»

«Visto?! Sei già fattissima anche tu, hai cambiato faccia...!»

Tra di noi, in quel momento, si creò una certa intesa: non ricordo cosa dicevamo di così divertente, ma qualsiasi cosa faceva Sanzu, io ridevo, anche non volendo.

Ad un certo punto, io e Sanzu iniziammo anchd a bere: un bicchiere dopo l'altro, non riuscivamo più a contenerci e controllarci.

Tra i due, in realtà, quello che reggeva di più era Sanzu, che mi prendeva per il culo per la mia ubriachezza.

D'altronde, non ero mai stata una persona che reggesse bene l'alcol, soprattutto se con l'aggiunta di altro.

«Reggi pochissimo l'alcol, che novellina!»

«Ma-Ma stai zitto...!»

Dissi cercando di essere convincente, anche se in realtà non lo ero per nulla, soprattutto in quel momento dove non ero neanche me stessa.

Mi alzai in piedi, per poi prendergli la mano: gliela tirai con forza, per farlo alzare da lì.

«Dai, a-andiamo a ballare, ti faccio vede-»

Le gambe mi cedettero immediatamente, finendo per cadere di faccia sulle gambe di Sanzu, visto che era ancora seduto sul divano in tutto questo.

L'uomo, dunque, mi guardò un po' perplesso e infastidito, cercando di rialzarmi da sopra di lui.

«Oi, vedi di levarti da sopra di me, razza di ubriacona...»

Cercai di rialzarmi, afferrandomi alle sue spalle, ma le gambe mi cedettero nuovamente, cadendo questa volta all'indietro, rischiando di cadere sulle bottiglie di vetro, frantumandole tutte col mio peso.

Fortunatamente non accadde, questo perché Sanzu mi afferrò dalla schiena, tirandomi verso di sé, stringendomi tra le sue salde braccia.

Mi guardò intensamente con i suoi bellissimi occhioni azzurri, che guardai con incanto e stupore, stupore soprattutto per il suo gesto che aveva appena fatto.

Avrei potuto rimanere giorni a fissare i suoi occhi, che avevano sia un colore che una forma bellissima.

«Ma sei scema?! Stavi di nuovo per cadere-»

«Ah, sì... scusami...»

Mi uscì un singhiozzo dalle labbra mentre parlavo, nel mentre rimasi a fissarlo con una faccia incantata: il suo sguardo mi affascinava parecchio, come i suoi lineamenti che, in un certo senso, lo rendevano affascinante.

Mentre mi stringeva tra le braccia, sentii l'odore che proveniva da lui: era un profumo travolgente e pungente di colonia maschile, che mi inebriava le narici, sovrastando quella puzza di alcol che si è soliti avere dopo aver bevuto molto.

«Sei davvero una maledizione, adesso mi tocca pure portarti via da qui.»

Senza che lo volessi, poggiai la testa sul suo petto, socchiudendo gli occhi, cercando un po' di farmi forza per allontanarmi, ma furono tentativi vani.

Priva di tutte le forze per poter camminare, lui lo notò e così mi prese fra le sue braccia a mo di sposa. Sentii una porta che si chiudeva e poi della musica così alta da farmi aprire un po' gli occhi, che ormai anche loro non avevano più forza per rimanere aperti.

«Ran, me ne sto andando, continuate senza di me. In più avvisa Koko, ovunque sia andato, digli che la tappa è con me.»

Dopo quella sua telefonata, non ricordo nient'altro, oltre che il buio totale.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora