𝐕𝐈

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art credits: @neu_1109 / pinterest

Kori's pov

Villa Haitani, ore 21:27

Kokonoi parcheggiò l'auto fuori dal cancello della villa, dove ve ne erano altre, così che dopo potessimo dirigerci all'interno.

Quella villa era maestosa e possente, una vera bellezza per gli occhi: certamente non poteva competere, a livello di grandiosità, con quella della Bonten, ma tuttavia era una villa veramente bella.

Quando arrivammo dentro casa, cominciai a sentire improvvisamente i primi morsi della fame.

Infatti, mentre camminavo di fianco a Kokonoi, si sentii un improvviso brontolio provenire dal mio stomaco.

Io, imbarazzata a morte, evitai in ogni modo di guardarlo in viso, mentre lui al contrario sembrava divertito, questo perché sentii una risatina.

«Non ridere, è da stamattina che non tocco cibo-»

«Ma davvero? Non ti fa bene alla salute, sai?»

«Sono abituata, ad ogni modo. In più, vorrei vederti al posto mio a passare giornate insieme a quel tipo, farebbe passare la fame a chiunque-»

«Ti riferisci a Sanzu? Ma dai!»

[ATTENZIONE: in questo punto della storia, accenno il rapporto travagliato che ha Kori con il cibo. Se sei particolarmente sensibile a questa tematica, salta questa parte e riprendi non appena vedrai un paragrafo racchiuso tra le parentesi, dove cercherò di sintetizzare le cose fondamentali da sapere.]

In parte era la verità: quando ero con Sanzu, dovendo lavorare, non avevo né il tempo né la testa da dedicare al cibo.

L'unica cosa che riuscii a mangiare durante quella giornata, in effetti, era stata solo una barretta energetica, che mi aveva tenuto in piedi tutto il tempo.

Mi bastava poco, veramente poco, per saziarmi.

Tante volte, però, il nervosismo prende su di me una piega brutta: infatti, durante quei momenti, esagero e mangio talmente tanto che finisco per stare malissimo dopo.

«Adesso andrai a mangiare qualsiasi cosa tu voglia, tanto alle loro feste c'è sempre di tutto.»

Disse con un tono quasi scherzoso, avvicinandosi molto a me: tentò di legarmi un braccio ai fianchi, ma io rimasi fredda e lo ignorai, andando più avanti di lui.

Non appena entrai nella sala, sentii le orecchie esplodermi per quanto fosse alta la musica.
Cercai di non farci caso, dirigendomi solo verso il cibo, che era l'unica cosa che desideravo saziare in quel momento.

Presi varie cose, andandomi a sedere in un angolo. Tenevo lo sguardo basso e, per qualche motivo, mi iniziavo a sentire nervosa e irritata per stare in un ambiente simile.

Per lo più, essendomene andata avanti da sola, senza aspettare Koko, l'avevo completamente perso di vista. Provai a chiamarlo, ma nulla: il mio cellulare, per qualche motivo, non prendeva in quella stanza.

"Dove si è cacciato Koko?"

Sbuffai irritata, mettendo via il telefono e iniziando a mangiare tutto quello che avevo messo nel piatto.

"Non importa, mi metterò a cercarlo dopo."

Ogni volta che guardavo la quantità di cibo che ingerivo, mi innervosivo ancora di più e dunque ne cercavo sempre di più.

È tutto iniziato quando ero molto piccola, quando ancora vivevo con i miei genitori.
La violenza di mio padre non si limitava solo ad una violenza fisica, ma anche psicologica.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora