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art credits: @果て / twt

Kori's pov

In meno di una settimana, tante cose cambiarono nella mia vita, soprattutto da quando misi piede alla Bonten.

In primis, mi dovetti trasferire in un appartamento più vicino alla parte periferica della città, per una questione di comodità e anche di sicurezza: far parte dell'associazione più pericolosa del Kanto, se non del Giappone, non mi permetteva più di girare così tanto liberamente.

Kokonoi, che era veramente esperto in questo campo, mi aiutò e in pochissimi giorni mi trasferì: anche se avevo speso tanto per quel nuovo appartamento, a me piaceva tantissimo e finalmente potevo smettere di pagare un affitto, ma pagavo direttamente un mutuo.

Era ancora un po' vuoto nel complesso, ma piano piano avrei comprato tutti gli arredi necessari, nonostante comunque ci fossero già dei mobili lasciati dall'ex proprietario.

Nonostante il mio forte amore nei confronti del denaro, ho sempre vissuto una vita tranquilla e modesta, per non dare troppo nell'occhio: in più, ero solita a spendere il mio denaro principalmente in vestiti piuttosto che in una casa, dopotutto non ci passavo tutto questo tempo dunque era un po' inutile.

Una cosa che rimase sempre la stessa, durante quel tempo, fu il rapporto che avevamo io e Sanzu.

Nonostante ci mettemmo di comune accordo per cercare di sopportarci a vicenda, discutevamo per ogni minimo sbaglio l'uno dell'altra.

Sanzu era davvero cinico e severo con me e quando iniziavamo a litigare, potevamo rimanere lì per giorni fin quando uno dei due avrebbe avuto l'ultima parola.

Ci chiamavamo in ogni modo possibile e immaginabile, ogni giorno ci inventavamo nuovi nomignoli da affibbiarci per offenderci a vicenda, ma in fin dei conti era solo uno il nomignolo che ci accomunava:
"Partner"

Villa della Bonten, ore 17:25

Tutti i membri più io ci riunimmo per parlare di lavoro, una formalità che era solita fare spesso durante la settimana, nella stessa stanza dove era stata decisa la mia sorte.

Io rimasi in silenzio tutto il tempo, a guardare Sanzu su come effettivamente spiegasse le varie situazioni nei minimi dettagli agli altri membri.

Non riuscivo mai a capire bene cosa pensasse, soprattutto non riuscivo ancora ad interpretare le sue espressioni: era sempre così "allegro" e sorridente, anche se il suo sorriso mi dava i brividi perché sembrava quello di un maniaco, eppure nei suoi occhi intravedevo qualcosa di strano.

Non so bene come spiegarlo, ma forse stavo iniziando a volerlo capire un po' di più rispetto a prima.

Ma dopotutto era anche normale, lavoravamo insieme quindi era ovvio che volessi tenerlo sott'occhio, sono sicura che alla minima cosa non avrebbe esitato a puntarmi contro una pistola e me ne ha dato già dimostrazione la prima volta che lo vidi.

Finita la riunione, io e Sanzu ci incamminiamo verso l'uscita, ma venni bloccata di scatto, toccata alla spalla destra.

Mi voltai, notando Kokonoi che mi guardava, come se avesse intenzione di dirmi qualcosa.

«Yamazaki...»
«Kokonoi?»

Non esitò ad essere preciso e diretto, così si espresse su quello che voleva dirmi.

«Volevo innanzitutto chiederti se stasera hai degli impegni.»

Non appena mi pose quella domanda, collegai immediatamente dove voleva arrivare a parare, ma invece di mentire dissi la verità, dopotutto volevo vedere cosa avrebbe detto.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora