𝐗𝐗𝐕𝐈

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art credits: @ mmmiaa__ / twitter

[ATTENZIONE: Questo capitolo si apre con un sogno di Kori, che purtroppo si concluderà con una scena violenta. Quest'ultimo finirà quando le scritte non saranno più con questo carattere, in caso volesse saltare questa parte. Detto ciò, buona lettura <3]

Kori's pov

Aprii gli occhi, ritrovandomi d'improvviso in mezzo a un corridoio, che pareva essere il corridoio di un'umile casa, data la semplicità di arredo che, però, risultava essere accogliente.

Provai una piacevole sensazione familiare alla vista, anche se inizialmente non capii perché sentissi quell'emozione così forte, che però mi lasciava un retrogusto amaro.

«Mamma!!»

Il mio cuore si fermò per un attimo dallo spavento, causato da una voce alle mie spalle, dolce e bambinesca. Mi voltai verso di essa, vedendo una bambina minuta, dei lunghissimi capelli neri, correre verso la mia direzione.

La bambina portava i capelli legati in due code basse, mentre la fronte era coperta quasi del tutto da una frangia; in più, aveva due bellissimi occhioni verdi che le illuminavano lo sguardo, dello stesso colore dei miei.

Contrariamente ai miei, però, i suoi erano immensamente illuminati da speranza e vitalità, una caratteristica abbastanza comune di quasi tutti i bambini di tenera età.

Non ci misi molto a capire che in realtà, quella bambina così sorridente, non era che la me di quand'ero piccola.

"Quella bambina... sono io."

La piccola me girò a destra del corridoio, entrando in una stanza: decisi di raggiungerla, rimanendo però allo stipite della porta.

La stanza era una comunissima cucina, piccola e molto umile, dal quale proveniva un buonissimo odore di stufato, uguale a quello che cucinava sempre mia madre.

La piccola si avvicinò a una donna: anche lei, come la bambina, aveva dei bellissimi e lunghissimi capelli corvini, legati in una sola coda bassa e con due piccoli ciuffi che scendevano sul suo viso.

«Mamma, è pronta la cena?»

Chiese la piccolina alla donna, così quest'ultima si voltò: quando la guardai in viso, persi un battito, stupendomi da chi avevo davanti.

"Mamma..."

La donna, con dolcezza, le sorrise caldamente, dandole una carezza sulla testa.

«Tesoro, è quasi pronto, non essere impaziente come al solito.»

«Va bene! Posso aiutarti mamma??»

La donna annuì, continuando a mescolare lo stufato.

«Va bene.»

Sentivo morirmi dentro alla sola vista di mia madre, ma comunque mi avvicinai a lei, ma mi accorsi presto che quest'ultima non riusciva neanche a vedermi.

Provai anche a parlarle, ma le parole non uscivano dalla mia bocca per quanto ci provassi.

"Mamma..."

Posai in seguito lo sguardo sulla piccola bambina, che cercò di prendere uno sgabello, mettendosi in piedi su quest'ultimo, aiutando la donna nel passargli gli ingredienti.

La nostalgia mi stava letteralmente mangiando viva, d'altronde avrei pagato oro per tornare a quei momenti lì.

Improvvisamente la donna diede un bacino sulla fronte alla bambina, spostandole la frangia, causando lo stupore di lei, che si toccò la fronte con entrambe le sue piccole mani.

𝐏𝐨𝐢𝐬𝐨𝐧 - 𝐒𝐚𝐧𝐳𝐮 𝐇𝐚𝐫𝐮𝐜𝐡𝐢𝐲𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora