Sofia si sentiva al sicuro. In quel momento non ricordava bene cosa fosse successo, ma si sentiva al sicuro proprio come quando sonnecchiava nel ventre di sua madre. "Impossibile" pensò, "ricordare un momento del genere", eppure avrebbe giurato di sentirsi proprio così. Oh, quanto le mancavano sua madre Alina e suo padre Matthew. Ancora non riusciva ad accettare una tale insensatezza. Sofia era cresciuta con la convinzione che i suoi genitori, due cacciatori di prima categoria, se li sarebbero portati via i demoni. Non c'era davvero altra possibilità, le probabilità erano così alte, quasi scontate. Ci si chiedeva solo quando, e per colpa di quale demone, e se avrebbero sofferto, e quanto sarebbe stato sontuoso il mausoleo di famiglia; così Sofia trascorreva il tempo quando loro erano in missione, prevedendo, preparandosi, facendo respiri profondi. Certo era che la morte sarebbe giunta gloriosa e molte vite sarebbero state salvate; erano questi gli ideali a cui si aggrappavano maggiormente i cacciatori. E invece Alina era morta dopo mesi di sofferenze, a causa di un banale miasma, e suo padre invece se l'era portato via un mercenario che non gradiva la concorrenza.
Sofia provò un sussulto interiore. Di solito si ostinava a cacciare via quel sentimento nostalgico, perché la faceva piangere e la spaventava, anzi no, il male del mondo e la cattiveria delle persone la terrorizzavano; perché ora invece lo riportava a galla, e ci stava accucciata nel mezzo, con le ginocchia strette al petto?
Non aveva voglia di aprire gli occhi, fuori doveva essere buio. Le pareva di udire un ronzare misterioso, come di vento che ulula contro le sabbie di un deserto, ma prestando più attenzione vi era solo il silenzio.
Sofia si trovava dentro un bozzolo separato dal mondo.
Era libera di ripensare ai suoi genitori, agli affetti che aveva abbandonato nella sua casa, ai pericoli che ogni giorno minacciavano di portarle via un'altra persona cara e, soprattutto, era libera di piangere. Provò un'immensa stanchezza. Era così stufa di lottare per la vita, doveva pur esserci un altro modo per sopravvivere, per crescere, per trovare il proprio posto.
Con grande stupore le sembrò di capire finalmente la posizione di suo fratello. Lei lo aveva letto, il suo diario che custodiva così gelosamente, ma non tutto, perché si era rifiutata di sprofondare in così tanta... sfiducia, ecco. Udì nella mente, amplificata come un eco, la propria voce leggere nel cuore della notte, chiusa nella sua camera, quella pagina di diario strappata in un momento di rabbia... e scoprì di ricordare ogni singola parola, come se Sofia avesse avuto accesso a un ricordo speciale, che qualcuno voleva per forza che rivivesse.
Perché mai dovrei desiderare tutto questo? Desiderare di vedere il mondo con i miei occhi, di viaggiare e salvare i miei simili? Il mondo là fuori ormai è tutto uguale, ha toccato un fondo dal quale solo un miracolo potrebbe salvarlo. Ci sono edifici che sperano di toccare il cielo, solo per cercare di squarciare le nubi e vedere di nuovo il sole; mura per dividere i nostri simili, acque inquinate. Siamo tornati alle origini, poveri e nudi. La lava ha eroso ciò che l'uomo non ha distrutto, la natura si è ripresa ciò che non abbiamo custodito. Io non mi aspettavo nient'altro da antenati capaci di uccidere in nome del denaro, usando come scudo uno dei magnifici mille nomi di un ipotetico Creatore. Le nazioni dalle quali ci si aspettava una nuova Era di pace e progresso sono crollate sotto il peso delle proprie ambizioni, le religioni si sono trasformate in follie e ossessioni, di tutte le grandi scoperte scientifiche non ci sono rimaste che navi per solcare oceani piatti e infiniti e armi, armi a non finire, armi sempre nuove. L'unica reale consolazione che ci è rimasta sono le storie e le leggende del passato, dalle quali in fondo ho imparato solamente una cosa: tutto passa, e quando è passato, ripete semplicemente se stesso. Torna in altri corpi e in altre menti, con altri nomi e per altre vie.
Ci sono già state e ci sono ancora abbastanza persone ambiziose in quel poco di terra che ci rimane da vivere. Che differenza potrei mai fare io?
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Il canto della civetta. La Signora della Morte (Vol. 1)
FantasiaDa secoli i cacciatori di demoni tramandano un motto: benedetta dove poggia, maledetta dove guarda. Tabita aveva sempre sognato di udire il canto di una civetta. Ora che è successo, però, la sua casa è distrutta e i suoi genitori sono scomparsi, e n...