Capitolo 25

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«Svegliati, Chloe!» sentii urlare, poi Zayn mi scosse dal braccio.

Mi misi seduta e faticai per tenere gli occhi aperti e mettere a fuoco, ma capii immediatamente che c'era qualcosa che non andava. Il moro sembrava agitato, a giudicare da come correva da una parte all'altra della piccola stanza ed infilava le sue cose , alla rinfusa, in uno zaino.

«Che c'è?» strofinai i miei occhi stanchi.

«Dobbiamo andarcene.» si limitò a dire senza osservarmi, impegnato ad aprire un cassetto, prendere la sua pistola ed infilarla nella parte posteriore dei suoi jeans.

«Andare? Dove?» domandai, ancora intontita.

«Via di qua!» gridò spazientito e, finalmente, posò le sue iridi su di me, «Alza il culo, sbrigati.»

Il suo tono allarmato mi spaventò abbastanza da farmi mettere in piedi, infilare le converse in fretta e furia, e seguirlo senza protestare.

Fuori c'era ancora buio e non capivo bene dove fossimo diretti, ma seguimmo Carlos e un altro uomo che, già pronti con le armi ben salde tra le mani, ci scortarono fino all'auto. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata sentii i palmi delle mani sudare nonostante ci fosse piuttosto freddo. Salimmo tutti in auto e, finalmente, abbandonammo il magazzino.

«Che succede?» domandai quando eravamo già in una strada principale, praticamente deserta, e tutti sembravano essersi calmati. Mi voltai per guardare il moro, seduto di fianco a me.

«Non eravamo più al sicuro, al magazzino.» rispose sbrigativamente Zayn e capii che era preoccupato dal modo in cui fregava la sua barba curata.

«Perché?» insistetti.

«Gli uomini di tua madre ci hanno trovati, ho bisogno di tutta la squadra.» spiegò.

«Come fai a saperlo?»

Fu Carlos a rispondere, precedendolo, «Capo, ci stanno seguendo!» lo informò, guardando dallo specchietto retrovisore.

Ci voltammo per esaminare la macchina dietro di noi.

«Merda!» esclamò Zayn e tirò un pugno al sedile davanti a lui.

«Cosa faccio?» chiese il ragazzo alla guida.

Il suo capo sembrò pensieroso, per un attimo, finché non udimmo l'automobile accelerare alle nostre spalle.

«Vai più veloce, cazzo!» lo rimproverò Zayn, ma non fu abbastanza perché sentii un colpo alle mie spalle e capii immediatamente che ci aveva raggiunti. Un'altra volta, la paura prese il possesso del mio stomaco e bloccò qualsiasi muscolo del mio corpo. Non riuscivo neanche a rendermi conto della situazione in cui ero ma, nonostante quello, ero terrorizzata.

Un urlo spaventato uscì dalla mia bocca quando l'auto ci tamponò di nuovo. Poi, ci affiancò e si scontrò contro la portiera dal mio lato, facendo sbandare l'auto. Senza volerlo, finii contro Zayn e lui, inaspettatamente, mi accolse sotto il suo braccio e mi permise di stringermi a lui.

Mi sentii più protetta, quando affondai il viso contro alla sua maglietta ed inspirai a fondo, sentendo la sua colonia familiare.

La sua mano percorse la mia schiena, su e giù, per tranquillizzarmi, mentre il suo mento si appoggiò alla mia testa.

Un altro colpo violento, cercò di spingerci verso l'argine, o almeno di farci fermare, ma Carlos tenne saldamente il volante e riuscì a contenere lo sbandamento.

«Andrà tutto bene, Chloe.» sussurrò Zayn non appena udì i miei singhiozzi attutiti solo dal tessuto, «Carlos, accelera cazzo!»

Il conducente obbedì e diede gas, riuscendo a superare l'altra macchina. Strinsi la giacca di pelle di Zayn tra le mani e chiusi gli occhi, stringendoli. A quel punto, lui alzò il mio viso per costringermi a guardarlo e stampò un tenero, delicato, dolcissimo bacio sulla mia fronte. Quel gesto, per un attimo, mi fece dimenticare di tutto il resto. Fissai le sue iridi e mi persi in quelle sfumature, scordandomi di tutto il resto.

Mi abbandonò solo per aprire il finestrino, impugnare la sua pistola e sporgersi, sparando qualche colpo alla macchina che ormai era dietro di noi, non molto lontana.

Sembrò colpirne la carrozzeria, a giudicare dal rumore. Carlos, mentre teneva con una mano il volante, cominciò a sparare di tanto in tanto, per poi tornare a prestare attenzione alla strada, e anche l'altro uomo si mise a fare lo stesso.

«Figli di puttana.» mormorò Zayn tra i denti, quando si mise di nuovo seduto in macchina per evitare i colpi che, ormai, arrivavano anche a noi. Schivava e sparava con una tale maestria che, a quel punto, ero sicura che ci avrebbe fatti uscire vivi da quello scontro.

Sparò tre o quattro colpi di fila, non so che cosa o chi colpì ma, quando Carlos voltò ad un incrocio in una stradina secondaria, l'auto non sembrò più seguirci.

«Dovremmo averli seminati, capo.» esultò il ragazzo sul sedile del passeggero.

Zayn, dopo essersi voltato più volte per controllare dietro di noi, si lasciò andare contro al sedile e cercò di riprendere a respirare normalmente. Aveva il fiatone, come se avesse appena corso una maratona infinita. Passò la mano sulla sua fronte e deglutì rumorosamente, chiudendo gli occhi quando appoggiò la testa allo schienale.

«È finita.» disse, forse per tranquillizzare me, o forse se stesso, poi aprì gli occhi, mi guardò intensamente e prese la mia mano tra la sua, «È finita.» ripeté, ora sicuramente rivolto a me.

Annuii e sentii i miei muscoli rilassarsi.

CHOICE (sequel di Destiny)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora