Mangiai qualcosa, riordinai la stanza e mi feci una lunga doccia per cercare di rilassarmi. In realtà, l'acqua diventava spesso gelida e dovevo lasciarla scorrere parecchio per farla tornare tiepida, quindi non fu piacevole, ma l'odore del mio bagnoschiuma mi tranquillizzò un po'.
Mi avvolsi nell'accappatoio in cotone, tamponai i miei capelli con una salvietta e poi li raccolsi a mo' di turbante.
Ormai doveva essere sera inoltrata a giudicare dal raggio di luna che proveniva dalla finestra, e io me ne stavo seduta a sorseggiare té caldo e mangiare un panino con del formaggio spalmabile, come se fossi sul divano di casa mia, con mia sorella a guardare una serie tv. Sorrisi tra me e me e per poco non mi misi a piangere pensando a lei e a quanto mi mancava.
Zayn interruppe i miei pensieri quando entrò, si levò il giubbino di pelle e lo lanciò su una sedia.
Ci guardammo per un attimo, indecisi se parlarci o continuare ad ignorarci e, a quanto pare, lui scelse la seconda opzione perché si voltò e raggiunse il frigorifero. Si preparò un sandwich molto simile al mio, lo appoggiò ad un piatto e poi lo portò sul tavolo, sedendosi di fronte a me.
«C'è del té, se vuoi.» sentii uscire dalla mia bocca piena, ancora prima di averlo previsto. Mi sentii maledettamente a disagio e mi morsi la lingua, maledicendomi mentalmente. Chloe, è l'assassino di tuo padre e tu gli stai offrendo del té come una brava mogliettina felice? mi rimproverai.
«No, grazie, magari dopo.» rispose lui, con calma, forse solo per togliermi dall'imbarazzo.
Annuii appena, distrattamente, e finii il mio panino il più velocemente possibile solo per potermi alzare ed evitare di dover stare seduta lì con lui. Per qualche assurdo motivo, il silenzio mi faceva sentire peggio di quando litigavamo.
Mi alzai, presi il mio piatto e mi diressi verso il lavandino per pulirlo. Stavo strofinando la ceramica con una spugna, quando anche Zayn mi raggiunse per portare il suo piatto nel lavello. Lui fece per posarlo ed io feci per prenderlo e, in quell'esatto momento, le nostre mani si sfiorarono.
Il contatto tra le nostre dita, tra la sua pelle contro la mia, non mi lasciò indifferente e potei notare che lui ebbe la stessa reazione.
Lui afferrò la mia mano tra la sua ed io lasciai immediatamente andare il piatto che tenevo nell'altra. Mi fece girare e mi tirò a lui, finché il mio corpo non si scontrò con il suo. Ne approfittò, spingendo il suo bacino contro al mio per intrappolarmi, con la schiena contro al bordo spigoloso del mobile della cucina.
La mia mano, ancora bagnata e sporca di schiuma, si appoggiò al tessuto bianco della sua maglietta, rendendolo quasi trasparente, mentre l'altra, in un gesto quasi istintivo e disperato, si appoggiò alla sua spalla.
I suoi occhi, ardenti di passione, percorsero il mio corpo ancora prima delle sue dita, che passarono impercettibilmente sul cotone per arrivare al mio collo.
La sua mano tatuata ci si appoggiò, mentre l'altra si fece spazio nella scollatura dell'accappatoio ed accarezzò la pelle nuda, inviando un brivido potente alla mia schiena.
Ricordavo esattamente il suo tocco e le sensazioni che mi provocava, il profumo della sua colonia, il calore del suo fiato. Ricordavo il modo in cui passava la lingua sul suo labbro inferiore ripetutamente, come se lo stesse preparando per me, poi come i denti lo intrappolavano e lo mordicchiavano, per poi lasciarlo andare più gonfio ed arrossato di prima.
I nostri visi erano pericolosamente vicini, le nostre iridi incollate, e le nostre bocche smaniose.
Sapevo che era sbagliato, ma era tutto quello che volevo in quel momento: le sue labbra contro le mie, le nostre lingue unite, i nostri corpi fusi.
Sfilai la sua maglietta e la lasciai cadere a terra rivelando il suo corpo tonico e quei tatuaggi che tanto amavo.
«Chloe...» sussurrò, con la voce roca e bassa ed io ricordavo esattamente quel tono. Credevo di aver dimenticato tutto di lui, ma ricordavo alla perfezione ogni singola parte del suo viso, ogni movimento, ogni emozione.
«Zayn...» mormorai, passai l'indice sulla cicatrice sulla sua guancia destra, scesi fino alle labbra e ne accarezzai la carne morbida e piena.
Lui si spinse ancora di più contro di me, sfiorò il suo naso contro al mio, finché la sua bocca non fu a pochissimi centimetri dalla mia.
Stampò un bacio contro alla mia guancia, poi si spostò verso l'orecchio e scese fino al collo, lasciando una scia umida. Le sue mani non riuscivano a lasciarmi, e le mie ormai avevano preso ad accarezzare i suoi capelli, la sua barba, il suo viso, il suo addome tracciato, fino ad arrivare alla spalla. Mi fermai nel punto in cui l'avevo ferito e, per la prima volta, ebbi il coraggio di guardare la garza. La sfiorai con un dito, così delicatamente da sentirne a malapena il materiale sotto il polpastrello. Sentii una fitta dolorosa allo stomaco. Il senso di colpa, il dispiacere, la rabbia, il risentimento, si mescolarono in un male insopportabile.
Ritrassi immediatamente la mano e guardai Zayn, che ebbe la mia stessa reazione. Io smisi di toccarlo e lui fece un passo indietro.
Ci guardammo intensamente, ci fissammo a lungo, non so dire per quanto, senza dire niente, senza avere il coraggio di parlare. Entrambi, nello stesso momento, realizzammo che non avremmo mai smesso di volerci, ma che non avremmo mai potuto ignorare e dimenticare il male che ci eravamo fatti.
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CHOICE (sequel di Destiny)
Fiksi RemajaSEQUEL DI DESTINY L'amore è la debolezza più grande e, allo stesso tempo, è una forza invincibile. Chloe e Zayn lo sanno bene e, a loro spese, hanno imparato che il destino può essere imprevedibile, perfido ed intransigente. Quando due mondi così d...