Arrivammo davanti alla sua macchina sportiva nera, parcheggiata in mezzo agli alberi, e lui estrasse le chiavi dell'auto dalla tasca della giacca, premette un bottone per illuminare ed aprire l'auto.
Il buio attorno a noi mi fece capire che, come previsto, era sera, mentre l'aria fresca colpì il mio viso. La mano di Zayn strinse ancora il mio polso mentre l'altra aprì la portiera dal lato del passeggero e mi spinse impetuosamente all'interno, aspettando che io mi sedetti sul sedile prima di richiuderla. Raggiunse velocemente il lato del conducente e salì, osai voltarmi per un attimo per ammirare il suo profilo che, come sempre, sembrò disegnato: i suoi occhi erano fissi sulla strada sterrata davanti a noi, le sue labbra piegate in un broncio serio e le sue mani avvolte attorno al volante. Capii subito che lo stava stringendo con forza tra le dita perché le sue nocche si colorarono di una leggera sfumatura bianca.
Sono seduta di fianco all'assassino di mio padre, pensai tra me e me mentre osservavo fuori dal finestrino le cortecce dei grandi tronchi degli alberi che ci lasciavano passare, realizzando che non avevo mai odiato e disprezzato qualcuno quanto lui. Era come se tutti i nostri momenti belli fossero stati rimpiazzati da emozioni negative. E poi, dove stavamo andando?
«Dove mi stai portando?» mi sentii dire, ancora prima di averlo realizzato, ma non ebbi il coraggio di voltarmi e rimasi a prestare attenzione alla strada illuminata in cui ci eravamo immessi.
«Al magazzino.» si limitò a rispondere in modo secco, il suo tono di voce era serio ma molto meno feroce rispetto a poco prima, sembrava che si fosse calmato.
«Perché?»
«Vedo che sei rimasta poco perspicace.» scosse la testa con un ghigno beffardo, poi mi lanciò una veloce occhiata prima di continuare e, il suo sguardo su di me, mi immobilizzò, «Rimarremo lì finché non avrò deciso cosa fare con te.»
«Cosa?» sbottai io incrociando le braccia al petto, i suoi occhi si erano stretti in due fessure e aveva corrugato la fronte in confusione, «E quanto ci vorrà?»
«Non lo so.» fece spallucce, mostrandomi il suo completo disinteresse.
Presi un lungo respiro cercando di infondermi un po' di coraggio, lo Zayn che conoscevo io non mi aveva mai provocato questa sensazione di ansia, ma mi costrinsi a parlare: «Io non posso rimanere per molto tempo, ho un sacco di cose da fare, Amanda non può rimanere da sola, non l'ho nemmeno avvisata e-» cercai di spiegare con calma, provando in tutti i modi a convincerlo.
«E a me non frega un cazzo, ok?» mi interruppe bruscamente, non urlò ma mi lasciò intendere che era chiaramente infastidito.
«Beh, a me sì.» ribattei, mettendomi seduta meglio sul sedile per poterlo osservare completamente, lui si voltò per un attimo e i suoi occhi incontrano i miei, «Un assassino senza cuore ha lasciato me e mia sorella senza un padre, quindi devo prendermi cura di lei.» sputai senza pietà, con espressione di sfida ma lui non rispose alla provocazione. I muscoli del suo viso si contrassero, gli occhi diventarono ancora più allungati, le sopracciglia si unirono al centro della fronte, la sua mascella si fece ancora più scolpita.
Come suo solito, estrasse dalla tasca un pacchetto di Marlboro, raccolse una sigaretta con la sua bocca, avvolgendola sensualmente tra le labbra e poi, con l'accendino dorato che riconobbi immediatamente, la illuminò e si lasciò andare ad un lungo tiro.
Appoggiò il capo al poggiatesta, con i suoi occhi scuri sempre attenti, tenne la sigaretta tra le dita per espirare una nuvola densa e bianca di fumo che, ben presto, ci circondò.
«Non voglio far preoccupare mia sorella...» intervenni di nuovo, ora quasi supplicandolo ma lui, ancora, non sembrò interessato.
«Le faremo sapere che stai bene.» rispose senza prestarmi troppa attenzione, poi lasciò cadere un cumulo di cenere fuori dal finestrino.
«E come?» lo interrogai.
«Non lo so, troveremo un modo.» alzò gli occhi al cielo e capii che si sta innervosendo. Passò la mano tra i suoi capelli subito dopo aver gettato il mozzicone, ormai consumato.
«Un modo...» ripetei io con una risata silenziosa e provocatoria, scuotendo leggermente la testa e ricominciando a guardare fuori dal finestrino, «Quale modo? Una chiamata anonima? Una lettera? Devo ammettere che è un bel modo per tranquillizzare una ragazzina-» il sarcasmo colorava ogni mia parola mentre un sorriso indisponente spuntò sulle mie labbra .
«Puoi smetterla?» mi interruppe con il tono di voce molto più severo, quasi urlando, «Mi stai facendo venire mal di testa!»
«Oh, davvero? Scusa, non vorrei mai provocarti un dolore così forte!» lo presi in giro appoggiando la mano sul mio petto, fingendomi preoccupata mentre un finto broncio piegò le mie labbra.
«Ho detto che farò sapere a tua sorella che stai bene, ok?» concluse lui autoritariamente, mi rivolse un'ultima occhiata prima di ritornare a fissare davanti a lui, appoggiando entrambe le mani sul volante.
«Ok.» mi limitai a sospirare, mi voltai per vedere che ormai avevamo imboccato la stradina sterrata che portava al magazzino e, inevitabilmente, un po' di ansia si fece spazio nel mio stomaco mentre i miei denti torturarono la pelle attorno all'unghia del mio pollice.
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CHOICE (sequel di Destiny)
Fiksi RemajaSEQUEL DI DESTINY L'amore è la debolezza più grande e, allo stesso tempo, è una forza invincibile. Chloe e Zayn lo sanno bene e, a loro spese, hanno imparato che il destino può essere imprevedibile, perfido ed intransigente. Quando due mondi così d...