capitolo 4

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Jess

Finalmante sto uscendo dalla tenuta del mio capo, devo dire che oggi ho avuto una giornata alquanto insolita.

Dopo l'incontro al ristorante con la ragazza misteriosa, ho avuto difficoltà a concentrarmi su tutto il resto, sono stato eccitato quasi tutto il giorno, pensando a lei e al suo maledetto sedere, a quello che le avrei fatto se l'avrei avuto nelle mie mani.

Maledizione.

Ho i palmi che ancora mi prudono.

Kevin da squilibrato qual'è, non ha mai mancato l'occasione di ricordarmi che quando lavoro devo tenere la mente lucida.
E di pensare con una sola testa.

Come se fosse facile.

E poi parla proprio lui, da che pulpito.
A

volte vorrei ricordargli quello che ha combinato lui pochi giorni fa.

Monto in moto e decido di far visita al piccolo ristorante dove lavora la misteriosa ragazza sfrontata. Voglio proprio sapere chi è e da dove viene, la curiosità mi lacera dentro e la voglia di rivederla sta ossessionando la mia testa.

Non solo la mia testa, ma sorvoliamo.

Il suo profumo di vaniglia, dolce quasi da farti perdere i sensi, invade ancora le mie narici, ma come cazzo è possibile?
Non mi piacciono i profumi femminili, soprattutto quelli dolci, ma il suo... è ossessionante.

E poi da quanto io Jess Miller, ricordo l'essenza di un profumo?

Se la memoria non mi inganna non è mai successo.

Vado a tutta velocità, sempre più convito e pronto per scoprire qualcosa. Ma all'ultimo minuto, decido di non andare più da Linor, ma di fermarmi in un locale di Kevin per bere qualcosa e controllare la situazione, non posso essere così disperato per una donna, io non vado da nessuna, sono loro che vengono da me. È sempre stato così, le do la caccia e alla fine sono loro a cedere e venire nella mia tana.

Da quando Keila è nella vita di Kevin il lavoro per me sembra già aumentato, anche se non l'ho ancora vista, dato che non escono dalla loro stanza da due maledetti giorni. A quanto pare, varcano la soglia della loro camera solo per mangiare, fortunato bastardo.

Come faccia quella ragazza, non lo so, ma deve avere del vero coraggio e qualche dote magica, per restare sola nella stessa stanza con quell'uomo più di mezz'ora.

Parcheggio davanti al locale e sfilando il casco noto una cosa, anzi no, una persona sul marciapiede, a quanto pare stasera il fortunato bastardo sono io.

Bene bene...

Mi avvio passandomi la mano nei capelli. <<Mi stai per caso seguendo?>>
Lei sussulta e si mette una mano sul cuore.
<<Cazzo, mi hai spaventata>>.
Non era questo ciò che mi aspettavo, ma va bene.

Sorrido alzando l'angolo della bocca, che non passa inosservato alla bellezza che ho davanti.

Ma che si è messa? Indossa degli short e delle converse, qui non è mai venuto nessuno vestito così.

Mi piace questo suo lato di strafottenza.

<<Non volevo, mi dispiace>>. Dico sorridendo ancora e mi avvicino di più.
<<Comunque, credo che sia il contrario>>. Aggiunge, voltando la testa e guardando dinanzi a sé. Le macchine passano spedite e lei sembra impaziente, come se non aspettasse altro che sparire.

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