capitolo8

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Jess

Dopo due giorni finalmente atterriamo a New York, ho accompagnato Kevin agli incontri con i membri del vecchio clan di Chicago, che ora sembrano essere cagnolini ben addestrati.
Ho goduto in una maniera insana nel dare ordini a quei bastardi senza spina dorsale, mi sentivo il padrone.
<<Jess devo parlarti.>> Mi dice di punto in bianco, seguo il mio capo sopra nel suo ufficio.
<<Ho pensato molto alla faccenda di Chicago.>>
Dice versandosi il suo solito wiskey.
<<E sono arrivato a una conclusione.>>
Mantenendo il bicchiere mi punta il dito con la stessa mano.
Alzo un sopracciglio confuso del suo atteggiamento. <<Ho studiato i tuoi modi, i tuoi atteggiamenti e il tuo stile devo proprio dirtelo cazzo...>> Dice accomodandosi alla sua poltrona allargando le gambe.
<<Sei bravo, hai stoffa e anche se dirti questo mi costerà, ne vale la pena.>>
Mi accendo una sigaretta e dico sarcastico.
<<Vuoi liberarti di me?>> Sorridendo risponde semplicemente.
<<Si, in un certo senso si, ma in un modo dove guadagnemo entrambi.>>

Ma di che cazzo parla?

<<Non farti strade idee Jess. Non ti libererai sicuramente di me, nemmeno se ti uccido, sarò il tuo fottuto incubo per sempre.>>
Mi alzo e aggrotto la fronte, sono confuso e il suo viso non tralascia niente.

<<Voglio che vai a capo di Chicago.
Io non posso lasciare Keila di continuo, anche se dovrai passare da me per ogni problema e avere sempre il mio consenso, voglio che diventi il nuovo "capo" apparente.>>
Lo fisso, rimango lì minuti interi forse ore a fissare la faccia perplessa del mio capo nonché migliore amico.
<<Stai scherzando?>> Dico.
<<No, sai che non so farlo.>> Certo che lo so, se non fosse per il potere e il suo fascino avrebbe meno emozioni di un palo della luce.
<<Tu mi stai dicendo che vuoi rendermi agli occhi del mondo il nuovo capo di Chicago?>> Lui annuisce con nonchalance.
Fottuto figlio di puttana.
<<Avrai tutto quello che vuoi, meglio di ora è anche se dovrai chiamarmi per ogni cosa, ma questo non lo saprà nessuno.
In un certo senso sarai il nuovo Bruno Alteri, solo più bello più giovane e con una moto.>> Dice ridendo
<<Per tutto il resto del mondo sarà vero, nessuno saprà mai la verità.>>
E così mi dice la sua brillante idea, come se mi avesse appena detto di fare un semplice sopralluogo.
Non so descrive quello che sento, non sono un tipo da tante smancerie e lui lo sa, in un certo senso sa che lo sto ringraziando.
Kevin mi ha tirato fuori dalla merda e anche se sono il suo braccio destro ci siamo sempre guardati le spalle a vicenda.
<<Non ti baceró, lo sai vero?>>
Dico sorridendo.
<<Togliti dal cazzo Jess. Ho bisogno di Keila ora, ho già sentito la tua puzza per troppo tempo.>> Rido di gusto e mi volto per guardarlo.
<<Dovrò chiamarti sempre capo?>>
Annuisce e ribatte
<<Siamo sempre stati fratelli Jess, ma ora togliti di mezzo, per i dettagli penseremo poi.>>

Monto in moto e lascio la tenuta.
Il corpo guida da solo e mi ritrovo davanti al ristorante, sono stufo di aspettare, non voglio giocare più secondo le regole, non l'ho mai fatto.
Apro la porta e la vedo mentre serve dei piatti, mi appoggio al bancone e aspetto che si avvicini, mente scrive qualcosa entra nel retro non notando la mia presenza, è bella da morire.
Ha i capelli raccolti in uno cignon disordinato e quei cazzo di occhiali sexy, cazzo! Mandano in corto circuito il mio corpo.

Salto giù dallo sgabello e la seguo, sono a pochi passi da lei l'afferro per un gomito e lei urlando si gira e cerca di mollarmi un pugno, la blocco un secondo prima che mi spacchi il labbro.
<<Ehi Rocky! Sono io tranquilla>>E solo dopo avermi visto si calma.
<<Cazzo, Jess smettila di spaventarmi.>> Sentire il mio nome sulle sue labbra è meraviglioso, è furiosa ed è ancora più sexy.
La guardo per un attimo e le passo il pollice sul labbro lei mi fissa le labbra e come se fossi guidato da un altra mano mi sporgo verso di lei, ma cambiando la direzione le sussuro all'orecchio: <<Prendi le tue cose ti aspetto fuori.>>
Ma non resisto e le bacio il collo, la sento irrigidirsi sotto le mie mani e mi allontano andando via.

Stavo per baciarla cazzo.

Se l'avrei baciata avrei rovinato tutto, non mi sarei fermato, la sento borbottare un "ma chi credi di essere" ma non mi fermo a sentire o a risponderle. So che verrà, non le ho dato scelta. Sono un cacciatore e attendo che la mia preda cada nella mia rete.
Amo giocare, anche se con lei non so mai chi vincerà.

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