18. Paura di amare.

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Mi svegliai, assonnata guardai la sveglia sul comodino e mi accorsi subito che ero in ritardo, mi alzai dal letto e mi diressi spedita verso il bagno. Dopo una mezz'ora finì e scesi giù, vidi Stefan fare ancora tranquillamente colazione, decisi di ignorarlo. Uscì di casa dove ad aspettarmi c'era Elena.

"finalmente, eri caduta nel cesso?" disse spazientita.

"la finezza dove l'hai lasciata?" dissi ridendo.

"quando l'ho mai avuta?" disse sarcastica.

"ecco, appunto" dissi e ridemmo insieme.

Ci incamminammo verso la scuola e durante il tragitto le raccontai dello scontro con Stefan.

Arrivai in classe, questa era la settimana dello studente quindi non avremmo dovuto fare nulla a scuola.
La giornata passò molto velocemente ritornai a casa, ero riuscita ad evitare Stefan per tutto il giorno. Iniziai a salire le scale per andarmene in camera mia, quando sentì diverse volte fischiare.

"piccola vieni qui, perché mi eviti?" disse con un sorrisetto beffato.

"brutto stronzo. Numero uno: non chiamarmi piccola. Numero due: non sono un cane quindi non fischiarmi dietro. Numero tre: sparisci." dissi inacidita.

"sei molto eccitante quando ti incazzi sai?" disse con un sorrisino perverso.

"devi stare lontano da me, giuro che se provi solo ad avvicinarti, ti faccio davvero male in un posto dove non batte il sole" dissi arrabbiata spingendolo al muro per proseguire beatamente il mio percorso fino in camera mia.

Non feci in tempo ad entrare nella mia stanza che mi tirò per un braccio e fece scontrare le nostre labbra, subito l'allontanai da me, ma si riavvicinò di nuovo.

"perché continui a tormentarmi? Cosa vuoi da me?" dissi sfinita.

"mi da fastidio il fatto che tu stia lontana da me" disse guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio.

"non voglio stare male ancora una volta per te, tu non sai amare" dissi guardandogli negli occhi.

"hai ragione io non so cosa significhi amare, so solo che non ti lascio andare se prima non mi dai un bacio" disse sorridendo.

"mai" dissi cercando di divincolarmi dalla sua presa.

"sai vero che non mi arrendo facilmente? Per me possiamo anche dormire qui" disse con un grigno.

"stai scherzando vero?" dissi esasperata.

"ti sembra che io stia scherzando?" disse alzando un sopracciglio.

"no" dissi in un sussurro.

"allora?" disse continuando a fissarmi le labbra insistentemente.

"poi mi lascerai in pace vero?" dissi speranzosa.

"si, come vuoi tu" dissi tenendo gli occhi fissi su di me.

Lo guardai anch'io negli occhi per poi poggiare le mie labbra sulle sue. Avevo un disperato bisogno di lui, anche se non volevo ammetterlo a me stessa. Il bacio divenne sempre più bisognoso, chiese l'accesso alla mia bocca ma io glielo negai, così mi tirò forte il labbro inferiore, cacciai un gemito di dolore aprendo le labbra, uscì anche un po' di sangue che leccò dolcemente, dopo un po' ci staccammo per riprendere fiato.

"è stato bello" disse all'improvviso e
un sorriso spuntò dalle mie labbra.

"anche per me è stato bello" dissi abbracciandolo.

Non so il perché del mio gesto ma ne avevo bisogno.

"bisognosa d'affetto?" disse ridendo

"bisognosa di sentirti vicino a me" dissi sussurrando.

"Co, io non posso" disse togliendosi dall'abbraccio.

"perché? Perché non puoi?" dissi alzando la voce.

Era così bipolare non riuscivo a capire i suoi sbalzi d'umore così all'improvviso, un'attimo fa stavamo così bene.

"perché non posso, non ti devo nessuna spiegazione" disse guardandomi con occhi cupi.

"i-io non ti capisco" dissi iniziando a piangere.

"smettila di piangere in continuazione mi da sui nervi" disse con disprezzo.

"s-scusa hai ragione ho sbagliato io, continuo nonostante tutto a fidarmi sempre di te, che stupida che sono vero?" dissi inespressiva.

"ti ho ripetuto tantissime volte di non affezionarti a me perché io non posso darti quello che tu desideri, non sono innamorato di te e non lo sarò mai" disse con amarezza.

"perché allora non mi permetti di allontanarmi da te? Perché continui sempre ad illudermi?" dissi ringhiando.

"perché sei ingenua" disse con tranquillità.

Non riuscì più a trattenermi, gli diedi un forte schiaffo sulla guancia per poi lasciarlo li e andare via.

POV's STEFAN.

L'avevo fatta piangere per l'ennesima volta, ma lei pretendeva troppo da me. Andai in camera mia, decisi di chiamare Federico.

"bro stasera discoteca?" dissi, anche se sapevo già la sua risposta.

"lo chiedi pure? Ovvio, stasera è sballo" disse.

"ottimo, ci vediamo stasera" dissi per poi attaccare.

Stasera mi sarei divertito, dovevo smettere di pensare.

EHI RAGAZZI!!! VI PIACE QUESTO NUOVO CAPITOLO? SCRIVETEMI SE SI E ACCENDETE LA STELLINA.🌟 SCUSATE SE CI SONO EVENTUALI ERRORI MA NON HO AVUTO MODO DI RILEGGERLO!! UN BACIOO‼️💋

Between love and hate (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora