4. Lasciami andare.

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"Hai dimenticato la merenda? Posso darti la mia, se vuoi" disse, porgendomi la sua merendina.

"Grazie" dissi, accettandola volentieri.

I suoi occhi, avevano lo stesso colore del mare ed erano vispi e vivaci.

"Ti piace?" domandò, incuriosito.

"Si, molto" dissi, con la bocca piena e sporca di cioccolato.

Ridacchiò, divertito e mi aiutò a pulire le mani e la bocca.

"Sei gentile. Vuoi essere mio amico?" chiesi, sorridendo.

"Si, è la prima volta che ho un'amica femmina!" rispose, contento.

✏️✏️✏️

"Ti odio! Hai dato fuoco alla mia barbie, sei cattivo" dissi, piangendo a singhiozzi.

"L'hai sentita? Ti odia" disse, un ragazzino.

"Povera piccola" disse un'altro deridendomi.

"Co, smettila di frignare! Non costringermi a dare fuoco anche a te" rispose, maligno.

"Sei diventato un mostro, il peggiore" gridai, rammaricata.

"Adesso, ascoltami bene. Non dovrai dire niente a nessuno e se oserai farlo, sarò il tuo peggiore incubo, renderò la tua vita impossibile" disse, brusco.

Dov'era il dolce bambino che avevo conosciuto? Perché aveva incominciato a disprezzarmi e umiliarmi da un giorno all'altro? Erano domande, senza una risposta. Il suo odio, era insensato, malsano e la cattiveria che usava nei miei confronti, non aveva confini. Il dolore che ogni volta mi infliggeva, mi avrebbe uccisa.

✏️✏️✏️

"Dimmelo! Perché mi odi, Stefan?" dissi, sfinita.

"Perché non posso averti. Ho preferito odiarti, anziché averti come amica" ammise.

"C-cosa?" balbettai, incredula.

"Hai sentito. Non potevo accettare che mi vedessi solo come un amico ma odio e amore sono due sentimenti simili. Quando credi di odiare, finisci per amare" disse, combattuto.

Più volte, avevo desiderato di non averlo mai incontrato perché il male che mi aveva inflitto era tanto ma l'amore e l'odio convivono e spesso sono una miscela pericolosa.

✏️✏️✏️

Non ero riuscita a dormire, avevo passato la notte insonne, ripensando a ciò che era accaduto. Stefan, era riuscito a tormentare il mio sonno. La sveglia, suonò come ogni mattina alle sette, imprecai sottovoce e scocciata mi alzai.

Che noia, che barba, che barba, che noia!

Ero terribilmente assonnata e di malumore che uscii da casa senza nemmeno salutare mia madre che era diventata eccessivamente irrequieta e morbosa da quando aveva visto sua figlia e il suo peggior nemico litigare sul pianerottolo. Arrivai a scuola e notai Alessandro seduto su un muretto, insieme ad altri ragazzi. Presi coraggio e mi avvicinai, non era mia abitudine rimanere in disparte.

Between love and hate (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora