Sono passati dieci minuti da quando Harry è venuto in camera mia e ci ha avvisate che sarebbe ritornato più tardi. Come ho già pensato, questo pomeriggio sta passando sempre più lentamente, invogliandomi a tagliarmi le vene che ricoprono il mio polso.
Non mi meraviglierei se sul notiziario di domani apparisse una mia foto e la cronista dicesse: "Diciottenne tenta il suicidio buttandosi dalla finestra della propria camera."; ne sarei capace, comunque.
«Allora, hai il ragazzo?» anche se non lo voglio ancora ammettere questa ragazza è davvero simpatica, tranne per la sua estrema curiosità che mi fa pensare a suo fratello.
«No, sono tutti stronzi qui, tu?» sbuffo leggermente ricordando la mia situazione sentimentale - se così si può definire, comunque.
«No, l'ho lasciato tre settimane fa, quando ho scoperto che sarei venuta a vivere qui a Londra.» dice con voce malinconica prima di tirare un sospiro liberatorio e posare un pantalone nel comò.
«Mmh, mi dispiace.» riesco a dire veramente triste per lei. So come ci si sente ad abbandonare persone che hanno un ruolo importante nella propria vita.Sono le 19:40 quando Gemma finisce di sistemare la valigia stracolma che aveva preparato per venire qui. Mi ha chiesto se potesse appendere vicino al suo letto un poster ed io ovviamente non ho rifiutato, anche perché la figura rappresentava il logo di una band che io amo con tutta me stessa: gli R5.
«Sto morendo letteralmente di fame.» dice prima di buttarsi nel suo nuovo letto e mettersi le mani sopra il viso.
«Anch'io. Ti va se ordiniamo, non so, una pizza?» chiedo sperando in una risposta affermativa. Annuisce velocemente prima di afferrare il suo telefono e chiamare quella che ho capito essere una sua amica.Mentre lei è impegnata a parlare con questa presunta ragazza io, affamata come sono, mi reco in cucina e prendo un pacco di patatine, per poi chiamare una pizzeria a domicilio.
«Sì, due pizze - » cerco di finire la frase quando Harry entra nella stanza e grida un "tre pizze" per correggermi. Gli passo il cellulare convinta che lui sappia meglio di me quello che sua sorella e lui preferiscono come gusti.
«Tre pizze: in due metta tutto quello che trova disponibile in cucina, mentre nell'altra...» guarda me in cerca di una risposta che non tarda ad arrivare.
«Salame piccante.» saluta velocemente e poi chiude la chiamata prima di sfilarsi la maglietta dalla testa.«Come mai sei già qui?» chiedo curiosa di sapere il motivo per cui non ha finito di guardare la partita.
«Oh, Louis si è lussato una spalla e non potevano più giocare perché non avevano una riserva.» appena le parole lasciano la sua bocca, mi precipito su di lui.
«Cosa cazzo è successo a Louis?!» ho il respiro irregolare e, se solo penso al fatto che il ragazzo castano dagli occhi color ghiaccio possa essersi fatto male gravemente, mi viene da urlare.
«Oh, sta' tranquilla. Un ragazzo che affermava di essere il suo migliore amico l'ha portato all'ospedale.» dice semplicemente evitando il mio contatto visivo.
«Come si chiama questo tizio, lo sai?» domando prima di ricordarmi il nome del ragazzo di cui Louis mi aveva raccontato.
«Tyler o una cosa del genere...» divaga pensando ad altri possibili nomi. Mi tranquillizzo notevolmente quando sento quel nome.«Beh, dov'è quella malata di mia sorella?» chiede d'un tratto guardando le scale che portano alla mia camera.
«Sta parlando con un'amica, lasciala stare.» dico alzando gli occhi al cielo quando noto la sua espressione corrucciata.
«Sai per caso a che ora ritornino i nostri genitori?» chiede infine guardandosi intorno, come se qualcuno possa spiarci.
«Mia madre mi ha mandato un messaggio, non ritornano stasera.» imito un conato di vomito pensando che quei due sembrano più adolescenti che degli adulti con figli.Lui sorride ampiamente prima di afferrare il telefono che si trova nella tasca posteriore dei suoi jeans attillati. Digita un numero prima di portare l'iPhone al suo orecchio.
Mentre aspetta che la persona interessata risponda, io mi dirigo in camera mia per vedere cosa stia facendo Gemma e se abbia finito di parlare al telefono.
«Fatto?» mi chiede riferendosi alla nostra cena.
«No, non ce n'è stato bisogno; tuo fratello ha fatto tutto.» dico semplicemente prima di tuffarmi sul mio letto e posizionare il cuscino sul mio viso. Penso ancora al fatto che la scuola sia iniziata e che, da ora fino alle vacanze natalizie, io dovrò studiare come una povera pazza per iscrivermi ad un buon college.
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Sex Lessons • H.S
FanfictionQuando il tuo fratellastro ti chiede se è il caso che tu prenda lezioni sul sesso da parte sua, la risposta dovrebbe essere sempre tendente al "no". Ecco perché, quando rispondo con un sonoro "okay", la mia stessa coscienza inizia ad urlarmi contro...