12. I lost the verginity.

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Mi giro improvvisamente verso il mio amico biondo che ha gli occhi sgranati e la fronte corrugata. Non posso davvero credere a quello che i miei occhi stanno vedendo: nel materasso c'è una macchia color rosso sbiadito, segno che qualcuno debba essersi "ferito'' in qualche modo. Giro i tacchi verso il bagno e ci corro dentro prima di abbassarmi gli slip e vedere quello che avrei voluto evitare sin dall'inizio. C'è del sangue (seppur poco) nelle mie mutande e sono sicura al cento percento che non è il mio ciclo.

«Niall.» lo chiamo con tono preoccupato; lui, con occhi ancora pieni di stupore, sorpresa e preoccupazione, mi raggiunge e mi guarda con espressione interrogativa.
«Cosa abbiamo fatto ieri sera?» dico guadandomi ancora intorno con fare incredulo.
«Holland, questo significa che...» lascia in sospeso la frase facendomi capire quello che è appena successo.

Niall mi poggia violentemente contro il letto, prima di posizionarsi tra le mie gambe e sfilarmi il reggiseno sul mio petto prendendo a massaggiarmi i capezzoli che, inevitabilmente, diventano duri sotto al suo tocco. Grazie anche ad il suo aiuto, gli sfilo la maglietta e la tiro in un posto lontano e remoto dalla sua camera. Lascia vari baci sul mio viso e poi torna a lambire le parti della pelle che costituiscono il retro del mio orecchio e poi morde e succhia avidamente il lobo morbido ricoperto da un piccolo dilatatore. Ansimo senza pudore mentre spinge i suoi fianchi contro miei, creando dell'attrito tra i nostri corpi.

«Niall.» lo chiamo toccandogli i pettorali non troppo muscolosi, ma abbastanza definiti.
«Uhm, piccola?» risponde palpando il mio seno, mentre le sue labbra lavorano imperterrite sulle mie clavicole che, dopo tutti questi succhiotti, chiedono pietà.
«Io sono vergine, quindi... la mia domanda è... farà male?» chiedo schietta senza troppi giri di parole, tutto questo grazie all'alcol che scorre nel mio corpo; non avrei mai avuto il coraggio di dire una cosa del genere in modo così sfacciato.
«Piccola, vuoi una bugia o la verità?» chiede prendendomi a baciare i fianchi magri da dove sporgono leggermente le ossa.
«Bugia.» chiedo in un tono interrogativo, non capendo a pieno le sue parole.
«No, non farà male.» dice sorridendomi e ridacchiando a causa della mia fronte corrugata.

Ecco, grazie alle sue poche ma ben chiare parole, ho capito che, invece, sì. Farà leggermente male.

«Okay; beh, togliamoci questo dente!» dico prima di afferrargli i capelli tra le dita e tirarli lievemente facendogli emettere un suono gutturale che mi fa accapponare la pelle.

Non pensavo, in realtà, che avrei mai potuto parlare in questo modo della mia tanta protetta verginità. Insomma, ho diciotto anni, età abbastanza avanzata, chi a questi tempi ha ancora l'imene integro? Tutte le mie amiche, fin dai quattordici/quindici anni, si vantano di aver fatto sesso o, almeno, fatto preliminari con qualcuno, invece io... Invece io, mi vantavo di aver un cellulare nuovo o qualcosa di quantomeno simile; cioè, cosa potevo dire a riguardo? ''No, mi dispiace. Ma io non ho neanche baciato un ragazzo e, beh, mi spavento anche all'idea di soffrire perché un qualcosa di estraneo entra nella mia vagina'', non sarebbe stata una bella risposta.

«Sicura?» chiede il ragazzo steso sopra di me con fare abbastanza premuroso. È impressionante come Niall, anche fatto di robe stupefacenti e alcolizzato fradicio, come un barbone a Natale in cerca di un po' di felicità, sappia essere dolce e comprensivo.
«Sì, vai, adesso.» è più un ordine che altro, ma non voglio aspettare altro tempo; se devo soffrire, meglio farlo velocemente. Niall sorride impercettibilmente alla mia ''supplica'' e mi prepara infilandomi due dita dentro. Come le prime volte, la sensazione all'inizio è strana, ma dopo diventa sorprendentemente piacevole ed eccitante.

Prima che possa riflettere su altro o, quantomeno, ansimare, Niall posiziona il suo pacco all'altezza della mia entrata e, con un colpo leggero ma allo stesso tempo doloroso, entra in me rubandomi un sussulto.
«Porca troia.» sussurro chiudendo gli occhi e mettendo le mani sul viso in segno di protesta a tutto quel dolore.
«Niall, ti prego va' piano.» lo supplico lasciando cadere una lacrima dal mio occhio destro. Cavolo, non pensavo facesse così male perdere la verginità; certo, me ne hanno parlato e ho sentito dire che la prima volta non è molto piacevole, ma non credevo si provasse tutto questo dolore.

Sex Lessons • H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora