06. The second lesson.

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«Scusami?» risponde altrettanto arrabbiata Allison, come se abbia ragione lei; cosa che, evidentemente, non ha.

«Tieni di più ad un ragazzo che alla tua migliore amica; sei una stronza!» urlo mentre mi alzo dal mio tavolo, sotto lo sguardo indagatore di Harry che, giustamente, non ha capito la situazione.

«Non alzare il tono con me!» dice abbastanza calma; così tanto che mi verrebbe voglia di affettarle la testa.

Prima che possa rispondere altro, le chiudo il telefono in faccia onde evitare la dicitura di cose di cui mi sarei, sicuramente, pentita.

Raggiungo il tavolo e, con molta calma e pazienza, spiego al mio fratellastro - ignaro della tragedia, la situazione andatasi a creare per quella testa del cavolo che è in realtà Allison Malik.

«Non posso davvero crederci.» butto un urlo frustrato ed inizio a mangiare la pizza che mi è stata appena portata da Grace che, nello scontrino dove c'è scritto il conto, ha scarabocchiato il suo numero con un cuore alla fine.
«In realtà è stata un po' stronza, ma, ehi, la vita è sua.» ribatte Harry passandosi una mano tra i ricci annodati.
«Sì, ma nella sua vita, fino a qualche minuto fa, io ero una persona necessaria! Che se ne vada al diavolo!» sputo le parole con rabbia mentre ficco una patatina fritta in bocca.

Ride per il mio atteggiamento aggressivo e porta il bicchiere pieno di birra verso le labbra. Tutti movimenti che compie, li fa con estrema lentezza, inconsapevole, che tutte le donne presenti nel locale lo stiano spogliando con gli occhi.
«Cosa c'è?» mi chiede con voce roca, quando vede che lo sto osservando con occhi maliziosi.

«No, niente.» mento pensando al fatto che, in realtà, oggi avremo la nostra ''seconda lezione''.
«I nostri genitori oggi arrivano a casa.» dice d'un tratto portando alla bocca un triangolo di pizza.
«Già.» sbuffo sonoramente prima di bere un sorso della birra di Harry.
«Ma la cosa peggiore sai qual è?» continuo sperando che non sia vero.
«Tra poco inizia la scuola.» getto un finto conato di vomito e mi sistemo meglio nella scomoda sedia del piccolo locale.

~

Arrivata a casa, dopo un lungo viaggio passato ad ascoltare Harry che parlava di quanto sia brutta la suola e cose varie, finalmente mi sdraio nel mio letto afferrando saldamente il mio iPhone. Inizio a scrivere al mio migliore amico per vedere se era al corrente di tutte le cose disastrose successe poco prima. Non ricevendo una risposta mi alzo dal soffice materasso e mi dirigo sul retro per potermi rilassare all'interno della vasca idro-massaggio - ebbene sì, finalmente ho ottenuto questa meraviglia.

Pochi minuti dopo, proprio quando mi sto infilando il reggiseno del costume, fa il suo ingresso Harry.
«Con comodo eh.» lo prendo in giro ed entro anch'io nella piccola vasca rotonda, sedendomi sopra il riccio.

«Oggi abbiamo la nostra seconda lezione.» dice baciandomi fortemente il collo, iniziando a succhiare avidamente, lembi di pelle al di sotto dell'orecchio. Mugolo in tutta risposta e muovo il mio bacino contro il suo; lui, d'altro canto, per adagiare i miei movimenti, mette le mani a coppa sul mio sedere stringendolo violentemente.

«No, Holland. Per quanta sia la mia voglia di infilare il mio cazzo duro dentro di te, oggi non possiamo. Partiamo da qualcosa di semplice: il controllo.» dice fermando i miei, ormai, veloci movimenti di bacino.
«Ho notato che quando mi baci non hai controllo né su me né su te stessa.» continua baciandomi il collo lentamente, facendomi gracchiare sensualmente.
«Vedi, ti ecciti con poco. Prendi il controllo, Holland.» mi ordina prima di lasciarmi andare e mettersi dall'altra parte della vasca. L'acqua intorno a me è diventata improvvisamente più calda e, non perché non mi voglia assumere le mie responsabilità, ma non sono stata io.

Sex Lessons • H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora