02. Serios?

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Stiamo mangiando da venti minuti circa il pollo che stranamente mia madre non ha bruciato nel forno. Ogni tanto guardo come Leila, la mia tanto amata madre (c'è da cogliere la troppa ironia presente in una semplice frase, naturalmente) che quasi mi fa paura, fa gli occhioni dolci a quel Des e come quest'ultimo fa continui complimenti sulle abilità culinarie di mia madre. Caro mio, convivici per diciotto anni della tua splendida vita e poi ci ripensi, se non sei morto avvelenato.

Harry è molto silenzioso, strano, pensavo fosse un ragazzo esuberante ed invece è alquanto misterioso. Appena finisco il mio cibo - che ad essere sincera non sono tanto sicura del fatto che l'abbia cucinato mia madre, saluto tutti con un falso sorriso e mi avvio verso la mia camera.

«Holland! Aiuta Harry a sistemare la sua nuova stanza.» mi richiama mia madre appena giungo al primo gradino della rampa di scale.
«Ovvio.» rispondo facendogli il verso. Aspetto quel moccioso sul ciglio delle scale e quando mi raggiunge gli indico dov'è la sua camera da letto.

«Armadio. Bagno. Letto. Scrivania. Arrangiati.» parlo freddamente a quel ragazzo che, non so il motivo, mi sta già antipatico.
«Perché mi trovi così fastidioso?» domanda falsamente offeso.
«Io non l'ho mai detto.» ribatto accigliata, anche se, in realtà, lo penso veramente.
«Lo fai capire.» risponde scrollando le spalle con fare menefreghista.
«Okay, beh, come ti pare.» dico freddamente per poi avviarmi verso il corridoio.
«Stronza.» e a causa della parola che sento uscire dalle labbra di Harry, mi viene voglia  di inveire ed imprecare in tutte le lingue del mondo.

Arrivata alla mia destinazione, il letto, considerato un amico fidato, inizio ad ascoltare musica e cercare di soffocare i miei pensieri. Cerco di condurre la mia mente al bacio con Ashton, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è quel cavernicolo che dovrò definire "parte della famiglia", come lo definisce mia madre.

Ad interrompere i miei pensieri è un bussare imperterrito alla porta che mi fa sbuffare rumorosamente.
«Sì?» chiedo per capire che mi divide dalla porta celeste della mia camera.
«Posso?» domanda prima di aprire leggermente la porta. Per un solo momento mi sono ''rallegrata'' perché ho visto i capelli neri di mia madre, ma appena è entrata ha rivelato dietro di lei quel riccio dall'aria "sono troppo bello per degnarvi della mia voce". Mi metto a sedere e aspetto che dica qualcosa; se mi ha disturbata mentre mi facevo i dannati affari miei, deve avere un buon motivo.

«Siccome è venerdì,» prende un lieve sospiro mentre guarda la finestra e, dopo, sposta nuovamente la sua attenzione verso di me, «ed Harry non conosce nessuno, beh, potreste uscire... così gli fai conoscere Londra.» sorride quel serpente della mia genitrice. Piego le labbra all'insù falsamente ed annuisco lentamente, maledicendomi per il grande errore che sto per compiere.
«Con piacere.» dico ironicamente, al che lei se ne accorge ed esce dal mio rifugio lasciandomi sola con quello.

«Beh. Qui sono belle le ragazze?» questa è la prima domanda che mi pone il ragazzo che possiede il nome di Harry Styles - ho scoperto il cognome durante il pranzo.
«Giudica da me.» dico sfidandolo. Scrolla le spalle e poi inizia a parlare muovendo, fastidiosamente, avanti e indietro i piedi ricoperti da stivaletti marroni.
«Allora... si può fare.» ribatte squadrandomi e, con un sorrisetto malizioso e sinistro, si sofferma nelle poche curve che accentua il mio corpo.

«Bene. Andiamo. Non mi va di stare qui. In casa.» non so il perché, ma con lui, non riesco a parlare come una persona sana di mente. Annuisce prendendosi il labbro inferiore tra i denti ed uscendo dalla mia camera, seguito dalla sottoscritta. Dove lo posso portare? Mi annoio troppo a mostrargli l'intera città ma, poi, chi voglio prendere in giro? L'unico posto che gli saprei far visitare è la casa di Allison e Zayn, che vivono da soli, e la mia scuola.

Sex Lessons • H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora