16. Holiday.

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Sono passati due mesi da quando ho visto l'ultima volta Niall, due mesi da quando quel mostro mi ha violentata, due mesi da quando mia madre mi tortura con le sue stupidissime scuse, due mesi da quando ho iniziato a fumare ogni santo giorno, due mesi da quando non ho più aperto un libro per studiare e prendere un buon voto a scuola, due mesi da quando il mio rapporto con Des è diventato bellissimo e, la cosa che mi ferisce e mi far stare peggio di tutto, due mesi da quando Harry ed io non parliamo, non ci guardiamo, non facciamo niente. Niente. E, questa cosa, è la cosa che mi ferisce maggiormente, insomma: avevamo un rapporto strano, ma come ci capivamo noi, non lo faceva nessuno.

«Ancora non posso crederci...» dico io guardando il calendario.

Tredici dicembre duemilaquindici.

Le vacanze natalizie inizieranno domani ed io non potrei essere più triste, sì, triste. Almeno, quando c'è la scuola, non sono obbligata a gironzolare per casa vedendo individui che, invece, vorrei solo uccidere. Mi guardo intorno e vedo professori che corrono verso la propria aula, studenti che fumano dietro gli alberi per non farsi vedere e di seguito sospendere e, ultimo ma non meno importante, Harry mano nella mano con Cindy. Il mio cuore, più di quanto già non lo è, va in frantumi ed io, come ormai da circa sessanta giorni sono abituata a fare, prendo un profondo respiro e faccio finta di non conoscere quel bellissimo ragazzo di fronte ai miei occhi. Una lacrima riga il mio volto e, così, vado nel bagno delle ragazze a piangere solo come una disperata autolesionista farebbe, cosa che sono.

Provare tutte queste emozioni solamente a causa del mio fratellastro, mi destabilizza, perché non ha veramente senso. Non provo sentimenti per lui, allora perché mi ostino a volerlo accanto a me e ad odiarlo vicino ad una persona che non sia io? Che a me lui fa impazzire, in tutti i sensi possibili del termine, ma non capisco in che modo.

«'Fanculo!» urlo sbattendo un piede contro la porta del piccolo bagno chiuso.
«Odio la mia fottuta vita.» mi sfogo sbattendo un pugno sulle mattonelle e piangendo dalla disperazione. Sbatto le nocche contro il materiale freddo e lucido fin quando non sento un orribile "crack" e cado a terra dal dolore. Cerco di alzare un braccio e, appena Dio mi dà la forza per farcela, mi assicuro che la porta sia chiusa a chiave per la certezza che nessuno mi veda così: disperata, piagnucolante e con una mano, forse, rotta.

«Occupato!» grido quando qualcuno bussa prepotentemente alla porta del piccolo bagno dove sono rannicchiata, mentre soffro in silenzio.
«Holland?» chiede la persona sconosciuta da dietro la porta. Riconoscerei quella voce anche tra mille e, purtroppo, non è la voce che mi aspettavo di sentire. Non rispondo per paura che mi dica di aprire obbligatoriamente e, così, trattengo il respiro fin quando non se ne va dal bagno delle donne, vedo i suoi piedi da sotto la fessura della porta.
«Holland, cazzo! Rispondi!» urla sbattendo i pugni sul legno dinnanzi a lui; facendo finta di niente, scarico l'acqua utilizzando la mano sana e vegeta e grido una seconda volta "occupato", come se non avessi capito che, fuori dalla porta, c'è il mio fratellastro.

«Apri questa fottutissima porta o giuro che la butto giù con una spallata.» urla sferrando un calcio al materiale che, con mia grande sorpresa, di poco si sposta.
«Ti prego, lasciami stare!» grido in risposta sostenendo la mia mano sanguinate verso l'alto, in modo che non mi faccia male.
«Spostati.» dice, ordinandomi di svolgere un azione che io non faccio non capendone il motivo. Prima che possa riflettere ancora la porta si apre, la serratura si spacca in quattro piccoli pezzi e alcune schegge di legno volano per il piccolo servizio.
«Te l'avevo detto di spostarti.» dice facendomi meravigliare dell'ironia che utilizza anche nei momenti meno opportuni, come in questo qui.
«Ahu!» dico io digrignando i denti per il fastidioso dolore che sto provando al mio arto destro; sul serio, penso si sia rotto in più parti.

Sex Lessons • H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora