22. Where we are?!

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Arrivata all'hotel, sbuffo pesantemente e mi asciugo le lacrime, come se questo piccolo ed inutile gesto possa servire a qualcosa. Anche perché, nonostante una persona non pianga, non significa che sia forte o meno triste rispetto agli altri. Anzi, io credo che proprio quest'ultime siano le più tristi, quelle che pensano che la vita non abbia un valido motivo per essere vissuta, solo perché non ha un vero scopo o, meno poeticamente, quelle che preferirebbero mettersi un cappio al collo (modo di dire chiaramente) e farla finita una volta per tutte, pur di evitare vari problemi che li vita ci infligge. Ed ora non starò qui a dire che "le difficoltà vanno affrontate", perché non sono una persona del genere. Ma neanche una che si mette a frignare in un angolo e spera di sparire dalla faccia della terra, sia chiaro.

Semplicemente, sono una di quelle persone che preferisce scavalcare, deviare e oltrepassare il problema - qualunque esso sia. Un po' come quando si va in bici, no? Se stai pedalando e ad un tratto ti imbatti in un grande masso, cosa saresti disposto a fare pur di proseguire la tua passeggiata? Le persone che ho descritto prima preferirebbero mandare al diavolo la pedalata; la gente brava - quella da cui bisognerebbe prendere esempio, scenderebbe dal bolide e sposterebbe con una forza disumana il grande masso e, dopo, continuerebbe; quelle come me, invece, cercherebbero semplicemente un'altra via.

Ed è quello che sto facendo proprio adesso che non so cosa fare né come sentirmi. Provo questo immenso desiderio di chiedere scusa al mio fratellastro, ma poi il mio orgoglio subentra e, così, preferisco starmene qui, in camera.

«Posso, piccola?» chiede Des bussando leggermente sulla porta di legno.
«Certo.» cerco di sorridere ma, pur non guardandomi allo specchio, so che è uscita un'orribile smorfia sul mio viso.
«Oggi andiamo a fare un giro lì dentro la foresta, tutti insieme.» mi avvisa indicando, con un cenno del capo, la finestra aperta.
«Preparati, andiamo tra un'ora.» mi dice dolcemente prima di lasciarmi sola, chiudendo la porta. Ed io non voglio fare altro che urlargli contro di non abbandonarmi sola con i miei pensieri strani. Ma, come tante altre volte è capitato, non dico nulla, non ascoltando il mio istinto.

E così, dopo una lunga discussione su chi avrebbe dovuto guidare, ci ritroviamo in una piccola via piena di cartelli stradali su cui vi è scritto "paradiso terrestre". E, davvero, spero lo sia sul serio perché, per una volta in tutta la vacanza, vorrei godermi almeno un momento di pace e rilassarmi senza avere troppi problemi.

Dopo qualche minuto, arriviamo in un luogo abbastanza strano: una specie di foresta dagli alberi e le piante tropicali verdi e vive.
«Cosa dobbiamo fare, esattamente, qui?» chiede il mio fratellastro scendendo dalla Jeep che mia madre e Des hanno noleggiato.
«Sci, Harry, ora sciamo tutti insieme! Secondo me ora prendiamo uno slittino e ci divertiamo con la neve, uhm?» risponde Gemma ironica dando uno scappellotto ad Harry facendomi ridacchiare sommessamente.
«Ah ah, sorella, davvero divertente.» d'altro canto, mente io mi godo la scena, il ragazzo finge di ridere premendosi la mano contro lo stomaco, come a voler simulare una mancanza d'ossigeno che, evidentemente, non c'è.

«Smettetela voi due!» esclama mia madre come a volerli rimproverare, mente li zittisce con un gesto della mano: pugno chiuso che ruota, come si fa nelle orchestre. Ma chi si crede di essere per questi due ragazzi?
«Scusalo Leila, ma è uscito male da mia madre. Prima i piedi e poi la testa, quindi ha un malfunzionamento al cervello a causa delle ammaccature.» sorride sadicamente mia sorella ed io sgrano gli occhi per la sua battuta forse un po' troppo pesante.
«Buona questa, Gemma!» dice Des alzando la mano a palmo aperto verso sua figlia, per farsi battere "il cinque".
«Ma papà!» urla frustrato ed in disapprovazione Harry che si passa una mano sul viso, come sconcertato da tutta questa situazione e, magari, lo è.

«Beh, io direi di andare.» intervengo io che, fino a poco fa, ero stata silenziosa ed indico una piccolo sentiero che porta all'interno della foresta.
«Sì, ha ragione Holland. Andiamo.» dice Des concordando con me, mentre mi mette un braccio sulle spalle iniziando a camminare.

Sex Lessons • H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora