Gemma si taglia. E questa non è una cosa da sottovalutare; lei, non solo ha un grosso problema, ma non ne ha neanche parlato con suo fratello a giudicare dalla sua espressione confusa e sorpresa.
«Che cazzo sono questi?» urla Harry afferrando il polso lesionato della povera ragazza che, adesso, sta piangendo.
«Oh dio, non dovevi scoprirlo...» comunica a bassa voce cercando di strozzare i singhiozzi che minacciano di uscire dalle sue labbra.
«Gemma, posso parlarti un momento?» chiedo io gentilmente, afferrando la ragazza dal braccio. Quando lei è dietro di me, come se io fossi uno scudo per proteggerla dalla furia del fratello, apro bocca per parlare.
«Puoi ritornare con Angie? Per favore.» piego la testa verso destra e sorrido leggermente ad Harry. Lui annuisce regolarizzando il respiro e dà un'ultima occhiata a sua sorella.«Andiamo.» la incito dolcemente a raggiungere la riva.
«Prendi le mie chiavi per favore?» chiedo più dolcemente possibile indicandole la mia borsa dov'è riposto il telecomando della mia Lamborghini.
«Sì.» si asciuga la piccola lacrima che si era formata alla fine dei suoi grandi occhi scuri e mi porge l'oggetto.Saliamo in macchina e la guardo prima di accendere il motore e sfrecciare verso casa.
«Da quanto?» chiedo ad un tratto senza mai staccare gli occhi dalla strada davanti a me.
«Cosa?» con la coda dell'occhio vedo che mi osserva ancora con le lacrime agli occhi.
«Da quanto tempo ti fai del male?» ripeto la domanda in modo più esplicito, cercando di non offenderla.
«Non ne posso parlare.» singhiozza poggiando la testa sul vetro fresco del finestrino - quasi le dico che così me lo sporca, ma sembrerei troppo insensibile.
«Gemma, a me puoi dire tutto. Prometto di non dire niente.» la guardo per qualche secondo, valutando attentamente la sua espressione.Passano minuti di silenzio, i quali mi sembrano infiniti, ed inizia nuovamente ad aprir bocca.
«Mi dispiace.» dice semplicemente prima di mettere una mano sul mio ginocchio sinistro.
«Beh, se hai bisogno di parlare io sono qui, ricordalo.» parlo come se la conoscessi da tempo e ritorno a concentrarmi sulla strada.Cinquanta chilometri dopo, infinitamente stanche e sconcertate, arriviamo a casa. Questa mattina era stata organizzata in modo tale che noi piccoli adolescenti dagli ormoni in subbuglio ci divertissimo, ma, ovviamente, è precipitato tutto. Chi l'avrebbe mai detto che Gemma, nonché ragazza splendida, allegra e solare, si taglia? Abbandono i pensieri poco sani per il mio povero cervello ed entro in casa, seguita dalla ragazza frustrata dietro di me.
«Una sola domanda: perché tuo fratello non lo sapeva?» chiedo gentilmente, stranita dal fatto che Harry non l'abbia mai notato in quest'ultimo periodo.
«Holland.» mi ferma bruscamente mentre cerco di salire i gradini che mi distanziano dalla nostra camera.Mi giro lentamente e annuisco in modo tale che prosegua la frase.
«Vale ancora la promessa del ''non dico niente a nessuno''?» chiede sorridendo leggermente. Inclino la testa verso destra e gli afferro la mano trascinandola, letteralmente, verso la nostra stanza. Questa ragazza ha bisogno di parlare e sfogarsi con qualcuno, non voglio che cominci nuovamente a graffiare la sua candida pelle.«Bene. Ti dico solamente una cosa: quando ti senti spaventata da quale possa essere il mio giudizio, non preoccuparti; non potrei mai giudicare una persona bella e solare quanto te.» faccio una piccola premessa prima che lei inizi con il suo monologo.
«Okay...» si asciuga una lacrima solitaria che solca il suo volto arrossato e stravolto dagli avvenimenti di questa mattina che in tutto doveva sfociare, tranne che questo dramma.
«Io non sono quello che tutti pensate...» dice così a bassa voce che quasi non la sento, mentre gioca e tortura le sue piccole e sottili dita.
«Mi taglio dall'età di sedici anni.» dice guardandomi negli occhi; quindi deduco che sono già anni che questa tortura va avanti.
«L'anno precedente all'inizio di tutta questa "tragedia",» mima con le dita le virgolette per sottolineare l'ultima parola, «io mi sentivo diversa da tutte le altre ragazze del liceo. Io ero l'unica a cui piacevano maggiormente le moto, le macchine, i film d'azione... insomma, tutto quello che, solitamente, dovrebbero amare i maschi, no?» annuisco e lascio che continui il suo piccolo, ma importante discorso.
«Beh, da quel momento in poi, ho capito di essere diversa, ma ancora non sapevo in che modo, fino a quando...» non termina quella piccola subordinata che scoppia in un pianto liberatorio.
STAI LEGGENDO
Sex Lessons • H.S
Fiksi PenggemarQuando il tuo fratellastro ti chiede se è il caso che tu prenda lezioni sul sesso da parte sua, la risposta dovrebbe essere sempre tendente al "no". Ecco perché, quando rispondo con un sonoro "okay", la mia stessa coscienza inizia ad urlarmi contro...