Capitolo 28

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Namjoon p.o.v.

In lontananza sento il battere frenetico delle ali e giratomi in direzione del punto da cui i miei amici sono scesi vedo risalire Yoongi, che trascina con se Taehyung.

Il più giovane cade a terra, stendendosi di schiena sul terreno, mentre il maggiore poggia le mani sulle ginocchia respirando affannosamente.

Nemmeno il tempo di avvicinarci alla scena che Taehyung scatta in piedi gettando con rabbia il mantello che poco prima teneva stretto tra le sue mani.

"Perché l'hai fatto?!" "Un grazie basterebbe".

Certo che questi due non riescono proprio a non litigare.

"Dovevamo rimanere lì per aiutarla e se le fosse successo qualcosa?" Yoongi sposta lo sguardo verso il ragazzo, guardandolo esitante.

"Se non te ne fossi accorto stavamo per morire" a quella frase il resto del gruppo accorre i due e per la prima volta da quando sono tornati vedo la freccia conficcata nella spalla di Yoongi.

"Hyung dobbiamo medicarti subito o la ferita peggiorerà!" fa notare il rosso poco distante da me, ma il più grande sembra non sentirlo, preferendo di gran lunga battibeccare con il fratello.

"Ti avevamo detto di accompagnarla e tornare subito, ma hai preferito perdere tempo e nonostante sia sceso per salvarti continui a preoccuparti più di lei che di te stesso".

Prima che la discussione degeneri intervengo

"Basta, calmatevi. Ditemi con precisione cos'è successo e discutiamone in maniera civile, in fondo siamo adulti".

Taehyung non apre bocca e Yoongi coglie l'occasione per spiegare la vicenda.

"Nel momento in cui sono sceso la campana del villaggio stava suonando e invece di seguire subito le mie indicazioni, Taehyung ha preferito attendere l'arrivo degli hwarang" al nome dei soldati del paese il respiro mi si blocca

"E quando hanno iniziato ad attaccarci lui è rimasto fermo. Mi sono preso la freccia al suo posto".

Questa era l'ultima cosa che mi sarei aspettato di sentire, ma ormai sono stati visti e non ci possiamo fare niente. Nessuno sa cosa dire, forse intimoriti dalla reazione del maggiore.

"Ok, non è una situazione semplice" ammetto più a me stesso "andiamo tutti dentro; Jin aiuta a curare Yoongi, Taehyung...dobbiamo parlare".

Il moro mi osserva colpevole, prima di seguirmi lentamente verso la cucina.
Faccio un bel respiro e mi rivolgo a lui

"Perché non hai seguito quello che ti abbiamo detto?" Taehyung ha gli occhi puntati sul pavimento e la risposta arriva appena in un sussurro

"Parla ad alta voce, come ho detto prima non siamo più bambini" la frase deve essermi uscita con un tono troppo severo e infatti il resto dei ragazzi si scambia delle occhiate, forse preoccupati che possa reagire con troppa rabbia nei confronti del nostro amico.

"Ho perso la cognizione del tempo, ci stavamo salutando, ma poi-" fa un breve pausa prima di riprendere le fila del discorso

"Poi abbiamo iniziato a parlare di come ci saremo rivisti e...non ho dato importanza a nient'altro".

La quiete prende il sopravvento nella stanza e a stento sono udibili le voci di Yoongi e Jin provenienti dal corridoio che conduce alle camere.

In questi momenti vorrei possedere la fermezza che aveva mio padre, come capo supremo riusciva a risolvere i problemi di tutti gli Havem che gli chiedevano aiuto, mentre io ho difficoltà a far riappacificare due dei miei migliori amici.

𝑾𝒊𝒏𝒈𝒔 || 𝑲𝒕𝒉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora