Il laboratorio sapeva di polvere e rincuorante sapere. La luce penetrava dalle finestre e dalla cupola in vetro, mostrando il pulviscolo che riempiva l'aria e copriva i libri di scienze e botanica. Sotto la scala che portava al soppalco, gli scaffali dei mobili erano occupati dai flaconi di erbe velenose e diverse sostanze chimiche. Le etichette erano sbiadite, il vetro delle bocchette era sporco e macchiato. Le piccole fattezze di quella stanza risultavano ridotte a causa dei fogli e delle pergamene sul pavimento, mentre il centro era occupato da un lungo tavolo di quercia. Sopra di esso, oltre allo scheletro di una testa - che sembrava starlo fissando -, erano accumulati altre boccette, erbe, una vecchia bilancia, un microscopio, un computer e delle candele, che circondavano o accostavano una vecchia cassa in legno aperta. Dentro di essa, c'erano altri flaconi e pipette, boccali e occhiali protettivi. Ash non era seduto sulla solita sedia girevole, ma Azazel percepiva la sua presenza dal suono di pagine girate ed un respiro regolare. Poi, udì dei passi avvicinarsi agli scalini e alzò lo sguardo... Illuminato dalla luce mattutina, aveva le sembianze di un angelo custode sceso sulla terra per salvarlo. Azazel lo guardò scendere le scale, mantenendo la spalla poggiata sullo stipite e le braccia conserte. Il biondo alzò lo sguardo dal libro dopo qualche passo, e la sua espressione seria svanì dietro un sorriso triste.
«Ciao.» disse, tornando poi con gli occhi tra le pagine del libro.
«Ci sono novità?» domandò il corvino, avvicinandosi al tavolo per affiancare la figura oramai seduta.
«Sì, ma non ti piaceranno.» gli rispose, avvicinando l'occhio al microscopio.
«Scientificamente parlando, le cellule rallentano il loro processo di autodistruzione con l'antidoto di tuo padre. Ciò avviene per via di un effetto sonnifero, perciò sarai molto debole fisicamente, almeno durante la prima ora di ogni dose assunta. L'unica buona notizia è che sono riuscito ad allungare il tempo di efficacia da otto a dodici ore.»
«Ho bisogno dell'antidoto permanente, Ash.»
«Ma con questo, potrai vivere abbastanza a lungo da trovare una soluzione permanente.»
«E se non esistesse?»
A quella domanda, i due si guardarono attentamente negli occhi, alla ricerca di una luce di speranza nelle iridi dell'altro.
Il biondo, dopo un lungo sospiro, diede le spalle al compagno di squadra e iniziò a premere le dita sulla tastiera del computer.
«Ti ricordi dello Stregone, Azazel?» gli domandò Ash, prima di allontanare la sedia girevole dal tavolo.
«Ho trovato qualcosa l'altro giorno... Un video.» aggiunse infine, invitando il corvino ad avvicinarsi allo schermo. Le immagini erano poco chiare, la notte rendeva quasi inosservabile la figura coperta da una lunga veste nera e una maschera del medesimo colore. Le riprese dall'alto, probabilmente provenienti da un elicottero della polizia, mostrarono l'uomo fermare un'auto in corsa con soltanto l'uso delle mani. Quest'ultima, venne poi lanciata verso la vetrina di un bar...
13 settembre 2003.
David Pollyson fu una delle quattro vittime, Azazel ricordava perfettamente la notizia al telegiornale.
«È lui?» chiese al biondo, quasi stupito dalle immagini ritratte.
«Era il primogenito del presidente della Corte Suprema, nonché uno dei tanti nemici di Bart Howell. Facendo due più due, avrà sicuramente inviato il suo sicario per una sorta di minaccia. Avrai sicuramente compreso dalle immagini che anche lui abbia delle abilità straordinarie.»
«E credi che possa sapere qualcosa sull'antidoto?»
«C'è sempre qualcosa che non va in esperimenti come questi, Azazel. Ci vuole una grande forza fisica e di volontà, non dubito che siano in pochi a sopravvivere ad un esperimento simile. Ma da grandi poteri derivano anche tante sofferenze, e posso scommetterci la vita che anche lui stia cercando un modo per non soffrire. A meno che...»
«A meno che non l'abbia già trovato». Azazel puntò lo sguardo sul biondo, e il silenzio sostituì immediatamente le loro parole. Nei loro occhi, sembrò accendersi quella luce di speranza che per tanto tempo avevano atteso.
«Bryan aveva detto che partecipa ogni anno ad una festa.»
«La festa in maschera di Gilbert Lantz, all'hotel Anyston. È la più popolare dell'anno, partecipano politici provenienti da tutto lo Stato. Lo Stregone è sempre presente come guardia del corpo del Signor Howell.» gli spiegò il compagno.
«Il Signor Atkins ha mai partecipato?»
«Ogni anno, e porta sempre Eren con sé.»
Azazel non parlò, ma lasciò che il suo piccolo sospiro lo facesse per lui.
«Non mi cederà mai il suo posto.»
«Già, questa è l'unica certezza che abbiamo al momento.»
Azazel lo maledisse con lo sguardo, poi afferrò una sedia vuota e la spinse sotto di sé. Si sedette accanto ad Ash per riprodurre quelle immagini, e il silenzio tornò ad impadronirsi della stanza. Il biondo fissava il suo profilo illuminato dalla luce del computer. Quel ragazzo aveva il diavolo in ogni centimetro del suo viso, dagli occhi chiari alla carnagione cadaverica, dalle occhiaie estremamente scure al naso appuntito, dalle guance leggermente scavate agli zigomi spigolosi. Se i vecchi pittori l'avessero conosciuto, avrebbero usato il suo volto come musa per i loro demoni.
«C'è stato qualcosa fra lui e Bryan?». La voce di Azazel arrivò appuntita alle sue orecchie, distraendolo da quella bellezza immortale. Allora distolse lo sguardo, portandolo anche lui verso lo schermo.
«Perché questa domanda?» gli chiese e, non avendo ottenuto alcuna risposta, riportò le attenzioni su di lui. Azazel aveva gli occhi spenti, completamente vuoti. Stavano guardando ancora quel video, ma non vi prestavano alcuna attenzione... Era come se la sua mente gli stesse mostrando altro, magari la pellicola di un vecchio ricordo o il volto di qualcuno. E quel qualcuno, a quanto pare, era talmente irraggiungibile da uccidere la cattiveria e l'autorità del suo viso.
«Non ne so molto...» iniziò a parlare, portando la schiena sulla sedia e le braccia incrociate sul petto.
«C'è stato un periodo in cui erano molto vicini, ma hanno iniziato a litigare poco tempo dopo. Non so cosa sia successo con esattezza, ma da allora non riescono più a parlarsi senza creare scompiglio... Poi sai com'è Eren, no? Sente il costante bisogno di creare battibecchi... E io credo abbia appena trovato una nuova vittima». Azazel sembrava assente, nonostante il suo leggero "mh" sussurrato. E Ash, d'altro canto, si chiedeva cosa gli stesse passando per la testa.
«Li ho visti anch'io.»
«Cosa?» chiese Azazel, spostando le attenzioni dallo schermo al viso del biondo.
«I segni che hai addosso. Non so di chi sia geloso tra voi due, ma se metterti in ginocchio servirà per farti andare alla festa al suo posto, fallo.»
Silenzio. Turbolento silenzio.
Ash aveva abbandonato la stanza senza dire nient'altro, e lasciò il suo compagno da solo tra le quattro mura della sua testa. Mille domande gli si paravano dinanzi agli occhi, e mille altre risposte finivano sempre per dire la stessa cosa.
Eren non era geloso... Voleva solo creare caos.
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L'OCCHIO DEL DIAVOLO (LA MALEDIZIONE DELL'UNIVERSO #1)
RomanceGli occhi sono davvero lo specchio dell'anima? Nonostante non ci sia una vera e propria risposta a questa domanda, coloro che sono entrati in quell'occhio e hanno avuto la fortuna di uscirne vivi raccontano di aver visto l'anima del Diavolo al suo i...