Ogni giorno farsi una ragazza facile non ha reso mai un uomo meno fragile...

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Alex Forte era veramente incazzato, ma alla fine con chi? Con se stesso? Con Caterina? Con le donne? Con la vita?

Quella sera stessa, dopo la trasmissione, diede una rapida occhia- ta alla sua fornita agenda telefonica. L'occhio si fermò sulla J.

Sì, ecco cosa mi ci vuole stasera... Jessica!

In realtà, la giunonica ragazza che avrebbe incontrato si chiamava Rita, ma lui l'aveva soprannominata così per la procacità delle forme. Lei sarebbe stata disponibile, eccome! Ogni volta lo suppli- cava di non lasciar passare troppo tempo tra un incontro e un altro, ma Alex non voleva legami di nessun genere. Li rifuggiva come la peste bubbonica.

«Ehi, Jessica, tesoro, come va? Ci si vede per mezzanotte? Ok, sarò lì puntuale».

Ecco, così si fa.

All'ora stabilita si recò da lei. Abitava vicino casa sua, per cui de- cise di andare a piedi e respirare un po'.

Nonostante gli sforzi, il pensiero di quella mattinata infernale gli rimbombava ancora dentro, deposto in un angolino, aspro e irritante.

Stronza! Non hai ancora capito chi è Alex Forte.

Jessica era un vero schianto quella sera. Appena la vide, lui capì: in un lampo gli si delineò in un'infinita retta, netta e lineare, la differenza fra una donna e un'altra.

Era truccatissima, profumatissima, elegantissima. Cominciò ad accarezzarlo fra le gambe e gli infilò la lingua in bocca. Alex stava innervosendosi e non riusciva a capire come mai non fosse eccitato.

Di solito gli bastava un tocco, a volte già solo il pensiero e ora... quasi quasi Jessica gli sembrava un'intrusione.

Niente da fare. Nonostante tutte le possibili acrobazie.

«Che succede al mio giocattolino, chi ha fatto arrabbiare il tesoruccio di Jessica sua?».

Alex s'incavolò ancora di più.

«Ma dammi un attimo di tregua, perdio!»

«Scusami, caro, non volevo infastidirti, è che non è mai successo prima. Vuoi che ricorra alla mia arma segreta?».

Alex non ragionava più e quella cretina lo incalzava... balzò come un fulmine dal divano, quasi la scaraventò a terra.

«Appunto, c'è sempre una prima volta!».

Con queste parole, scappò via sbattendo la porta.

«Ma, Alex, amore... dove vai? Vieni qui, dai, facciamo pace» squittì la poverina rincorrendolo, inutilmente, fino all'ascensore.

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