In bilico, fra santi e falsi dei... sorretti da un'insensata voglia di ...

10 0 0
                                    


Virginia era stanca. Sì, la quotidianità con le sue piccole nevrosi... ma una figlia incinta, dall'oggi al domani, vuoi mettere! Una montagna da scalare, emersa dall'impatto sotterraneo di zolle pro- venienti chissà da dove, forse dai cunicoli bui nel ventre della terra, del passato. Si chiedeva se, per paura o indolenza, non avesse saputo guidare l'infanzia e l'adolescenza di Sibilla.

Fin quando Fabio era rimasto in vita, aveva cercato di ridimensionare il profondo rapporto tra padre e figlia. Ma – lo confessò a se stessa – a volte erano veri e propri tentativi di mettere tra i due i bastoni fra le ruote. Forse antagonismo. Sapeva di esercitare su Sibilla un forte ascendente, e spesso la controllava, anche se la ragazza cercava di sfuggirle appena poteva. L'equilibrio che costruiva dentro di sé e che trasferiva alla figlia era una continua acrobazia, un'altalena emotiva fra l'assolutezza del rigore e il capriccio della volontà di chi vuole infrangerlo. Sibilla possedeva un'indole forte, decisa, e lei avrebbe dovuto esserne cosciente: del resto, le somigliava tanto. Tutti quei discorsi sull'amore, e sulla tutela della femminilità, non erano bastati a placare i fermenti e le palpitazioni assolutamente legittime per la sua età. Sibilla era uno splendido fiore dal fascino antico e sognante che qualcuno aveva colto. Sarà stata felice? E allora perché questo ragazzo – o uomo – era sparito?

Il pensiero tornò al marito.

Con Fabio non aveva mai instaurato un vero dialogo: era stato un uomo chiuso, ermetico. Con lui non era riuscita a sentirsi una coppia e, nonostante tutti gli sforzi, nonostante il lavoro fra casa, libreria e figlia, lui la considerava una pigra sognatrice. L'aveva chiamata così una volta, in un'accesa discussione, e ne era rimasta ferita.

Con Fabio l'amore fisico era stato istintivo, naturale, ma privo di vera passione. L'amore si nutre di dettagli, di suggestioni. Segue il corso del desiderio, scivola, s'innalza, cammina, naviga, vola. L'a- more è un viaggio nell'eterno, percorribile all'infinito, un inesausto desiderio di rivelazione che oltrepassa la pensabilità del mondo.

Ogni volta che aveva fatto l'amore con Ottavio, aveva sentito lungo i margini intimi e nascosti il perfetto combaciare della loro sessualità. Con l'onda della passione, lui entrava nel suo mondo, nella sfera più profonda dell'essere. Tutto Ottavio si chiudeva al suo interno, e lei, accogliendo l'impeto del piacere, suggellava l'incontro della carne con lo spirito. La pelle parla sottovoce: ti racconta una storia. Di urla, di silenzi. Il passato è importante perché ci ha condotto fin qui. Ti aspettavo, amore.

Aveva letto troppi romanzi, Virginia Santini, e sua madre le aveva trasmesso uno spropositato senso di riverenza nei confronti del maschio, che doveva occupare sempre il primo posto. Però, a pensarci bene, cara mamma, tu ti sei presa l'esaurimento... E mi hai lasciato in eredità un fardello di sensi di colpa sufficienti a colmare il mondo! Non aveva mai tradito Fabio, ma era come se la mente lo avesse fatto continuamente, senza mai fermarsi un attimo. Non era stata fedele al progetto di vita insieme. Perché non ne avevano mai avuto. Ma a cosa servivano ora tutte queste analisi sballate? Essere stata una buona o una cattiva moglie e madre, fino a quel punto, non avrebbe cambiato le cose. Sibilla aspettava un bambino ed era suo dovere aiutarla. Poteva proporle di nuovo l'aiuto della psicologa.

Non voleva dichiarare il nome del padre? Pazienza! Se avesse deciso di tenerlo, lei ne sarebbe stata felice. Era una scelta di Sibilla sicuramente, ma Virginia era a favore della vita, sempre e comunque.

Scritto nell'acquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora