Io sono qui... in un mondo che ormai gira intorno a vuoto...

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Quanta energia e attenzione, quanta dedizione per gli altri. Nel risolvere i problemi, nel tracciare nuove piste, nello scavo del profondo. E i suoi di problemi? Perché Renata non li aveva visti? Perché non voleva vederli? Era troppo occupata a salvare i suoi pazienti per rendersi conto che, nello stadio di vita al quale era pervenuta, rimaneva divorata dalla frenesia dello shopping, dal dolore ossessi- vo della morte di Paolo per potersi accorgere dell'abisso che si era interposto tra lei ed Enrico, tra lei e Alessio. Tra lei e il mondo. Nel suo studio, era un dio in terra, ma varcati quei confini perdeva ogni potere. Diventava una maschera. Un personaggio. Nessun linguaggio per farsi comprendere.

La capacità difensiva e compensativa che offriva agli altri, quando si trattava della sua vita, le si rivoltava contro. Nessuna somma di denaro sarebbe mai stata sufficiente, nessuna merce disponibile sul mercato.

Persa qualsiasi innocenza, svaniti i sogni. Si sentiva abbandonata, inerme, fra le lenzuola di seta.

«Renata, dimmi, come stai? Chiamo subito il medico». Enrico, trafelato, entrò senza neanche bussare.

«Non chiamare nessuno, non voglio nessun medico. Voglio solo sapere cosa hai a che fare con quella donna, con Irene Fanelli. Ti ho visto! Cosa volevi da lei? Cosa mi nascondi?!».

Renata frugava nello sguardo del marito che si sottraeva al proprio.

«Calmati, non è il momento di parlarne, adesso»

«Lo so io quando mi devo calmare e quando è il momento. Devi dirmelo adesso, subito!» urlò ansimante.

«Niente di importante, ti assicuro»

«A chi vuoi darla a bere! Non trattarmi da stupida. Credi che non abbia capito? Hai una tresca con quella sgualdrina!» rincarò la dose, sempre più alterata.

«Ma quale tresca», farfugliò Enrico. «Ti stai sbagliando!»

«Non continuare a mentire!» ripeté convulsamente.

Enrico cercò di imbastire qualche giustificazione, balbettò qual- cosa di incomprensibile fino a prorompere, senza più scampo (nessun messaggio ambiguo o autoinganno sarebbe servito in quel momento, se non tacere) nel piacere bizzarro di punirla. Nel possibile ventaglio di sfumature, il suono sibilante di un potere sconosciuto e incomprensibile che sfida l'ordine naturale della vita, dissotterrando l'ascia di guerra seppellita. Blanche...

«E va bene, vuoi la verità? Te la darò subito! Ho avuto, sì, una relazione con Irene, roba di sesso, ma ora è finita, te lo posso assicurare. Pensa che sta per sposare l'editore»

«E allora, se è finita, cosa avevi da strattonarla. Cosa le chiedevi così concitato?».

Renata si sentiva nel precipizio del suo io. Il suo cuore bersaglio a vista. Aveva voluto la verità? E lui gliel'aveva scaraventata addosso. Senza ritegno.

«Questo non ti riguarda»

«Ah, non mi riguarda. Sparisci! Va' via, traditore bugiardo!».

Scritto nell'acquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora