Le donne lo sanno, le donne l'han sempre saputo... possono...

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Virginia Santini negli ultimi mesi era stata provata da avvenimenti piuttosto forti.

Prima di tutto, il riavvicinamento a Ottavio, il suo grande amore, la sorpresa nel sentirlo finalmente deciso a un progetto comune, facilitato dalla scomparsa di Dora. Poi, tra capo e collo, la gravidanza della figlia. Non era immune ai problemi del vivere, Virginia, né alle piccole preoccupazioni quotidiane. La vita non l'aveva risparmiata. Ma la fiducia era il carico inesauribile del suo cuore. Oggi, quando si volgeva dentro di sé, incrementava, perlustrandola, la dimensione spirituale e morale conquistata nella genuinità del suo intimo per- corso. Forse questo le aveva permesso di non inabissarsi dopo la no- tizia della gravidanza. Non si era sottratta alle sue responsabilità di madre e, nonostante il rifiuto ostinato di Sibilla di rivelare il nome del suo amante, dopo averla supplicata, aveva capitolato. Assaporava l'attesa, come se la nuova nascita le potesse restituire l'alba del tempo, la memoria. Percepiva l'evento in grado di condensare il passato e annunciare il futuro.

Quando pare che si perda il senso delle cose, ecco che esse ritornano pregne di significato. La vita dello spirito non ha più bisogno di celarsi con pretesti, logorandosi dietro paraventi, ma può sviscerare le sfumature fino a protendersi nella fisionomia più autentica. 

Aveva mille progetti, a partire da se stessa, con Ottavio, con la libreria, con la figlia che l'avrebbe resa nonna. Nel giro di pochi mesi, tutto era cambiato. Aspettava Ottavio per cena. Mentre preparava l'insalata mista, ascoltava Alex Forte, canticchiando.

Le donne lo sanno,

le donne l'han sempre saputo.


Sibilla Ricci era alla fine del quarto mese. Nel limbo di emozioni che si era imposto per amore di suo figlio o sua figlia, aveva deciso di non voler sapere il sesso della creatura. Voleva amarla incondizionatamente. Non aveva più ricevuto notizie da Andrea, almeno non direttamente. Sapeva che era prossimo alle nozze ma, a questo punto, non poteva fare altro che concentrarsi su se stessa e sulla nuova vita che, tuttavia, glielo faceva ricordare ogni giorno. Non desiderava assolutamente vederlo. Mai e poi mai avrebbe svelato la gravidanza a quell'uomo che pure amava ancora ma che stava per sposare un'altra.

Progettava il domani, consapevole della responsabilità di diventare madre così giovane, mantenendo la promessa fatta a se stessa di lavorare sulla tesi ed essere pronta per la laurea dopo il parto. Anche senza di lui ce l'avrebbe fatta.

Sua madre si era rivelata un essere fantastico, al di fuori dell'ordinario, di qualsiasi ottimistica aspettativa. Senza di lei, si sarebbe persa. La raggiunse in cucina e la sentì canticchiare una canzone del Liga sulle donne. Sua madre era una vera donna, lo dimostrava ogni giorno. E poi con Ottavio faceva una bella coppia... La raggiunse al lavello dove stava pulendo la verdura e, fermandosi dietro di lei, l'abbracciò forte, a mo' di ballo.

Possono sentir girar la testa...


Irene Fanelli toccava in quei giorni il vertice delle sue aspirazioni. Ascoltava la radio mentre rientrava a casa.

Le donne lo sanno...

Di certo, lei aveva saputo come prendere Andrea. Tutto era pronto, il vestito di Karl Lagerfeld, la cappella, gli addobbi, il rinfresco. L'ansia divoratrice le impediva di rendersi conto che mancava la cosa più importante. Dov'era l'amore? Roba d'altri tempi, per le adolescenti, per le illuse. Lei lo considerava così. Praticamente non lo considerava. L'amore non trovava spazio nell'orizzonte delimi- tato dall'odio, dal rancore, dalla vendetta. Il mondo vero non era una favola, bisognava lottare con le unghie e con i denti per guadagnarsi un uomo e tenerselo stretto, a tutti i costi. Alla fine aveva sopraffatto Andrea e, cascasse il mondo, si sarebbero sposati. Già si vedeva scendere lentamente, come una diva, la scalinata di Trinità dei Monti, fra lanci di riso e sguardi di invidia delle amiche sfigate.


Caterina Roseti, tra i mille preparativi del lavoro, non riusciva a capire – sarà stato per il poco tempo a disposizione per pensarci – il silenzio di Alex. Lo ascoltava alla radio mentre passava Le donne lo sanno. Cosa c'era da sapere? Non voleva pensare di essersi sbagliata nuovamente sul conto dell'uomo con cui aveva fatto all'amore. Tutto il calore di Alex Forte, anzi di Alessio Orsini, si era annidato lì, fra le sue cosce bianche e levigate. E le era arrivato dritto al cuore. L'amore spacca il cuore... Scaletta strana quella sera. Ho imparato a sognare...

L'insaziabile gioco delle parti era rimasto nel filo resistente dei ricordi, disarmante, lungo il quale Caterina da ore languiva, riappropriandosi del culmine del piacere in cui aveva sguazzato, seguendo l'eco frantumata dei suoi gemiti. Un grumo che si scioglie, poi la rottura e il suo propagarsi nei meandri del corpo abbandonato all'altro. Se avesse dovuto definire l'orgasmo raggiunto, avrebbe tentato vanamente con queste parole di rapportarlo alla realtà.


Erano trentacinque anni che Renata non varcava la soglia del cimitero che custodiva i resti di Paolo. Si era decisa. Uscita di casa dopo aver regalato una delle Vuitton preferite alla sua cameriera sbalordita, aveva comprato dei fiori freschi, variopinti, e, come in trance, cercava la tomba del suo poeta, dopo aver chiesto informazioni al custode. 

L'incontro con Ottavio fu volutamente fugace, lei non aveva attenzione se non per la faticosa ricerca della tomba di Paolo. Ottavio era lì per sua moglie; lei lo sapeva perché glielo aveva detto Enrico. Renata sentiva l'inesorabilità del momento e non voleva distrazioni di alcun genere. Per Paolo, che aveva rappresentato nella prima fase della vita tutto il suo mondo, aveva abbandonato la famiglia, ma lui aveva abbandonato lei. Troppo presto e per sempre. Non lo aveva ancora perdonato ma tutti i tentativi di riempire il grande vuoto della sua assenza si erano rivelati inefficaci. Non aveva figli, Alessio non l'aveva mai considerata una madre, ma questo lo sapeva bene. E lei come aveva percepito Alessio, un bambino già confezionato? Il tarlo che le rodeva dentro, però, era Enrico: forse non aveva avuto neanche un marito? E lei che moglie era stata?

Voleva confinare tutti questi interrogativi in un posto remoto della mente. Doveva farlo. Ecco, arrivata davanti alla foto del suo grande amore, i segmenti si ricomposero lungo la linea del tempo. Quanto amore non riusciamo a vedere! Si sentiva trafitta dallo sguardo di Paolo: la rimproverava.

Se c'è l'amore, c'è anche il perdono.

Rientrata a casa, si ritirò in camera. Non aveva nessuna voglia di vedere Enrico, di parlare, nemmeno di cenare. Voleva stare da sola, ascoltarsi.

Si mise a letto e accese la radio. Ecco Alex – almeno lo sentiva.

Le donne lo sanno,

le donne l'han sempre saputo.

Ma cosa, cosa c'è da sapere?

Scritto nell'acquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora