Se fossi un altro uomo, direi poesia...

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Ottavio si era recato a cuor leggero verso quel luogo dal nome invitante: l'Armonia che quel giorno lo spingeva a voltare nuovamente pagina e a riprendere in mano la penna. Simile a una forza misteriosa: molla creatrice e anelito alla libertà. Nella casa editrice aveva trovato un'accoglienza straordinaria, soprattutto da parte della redattrice: una splendida fanciulla, Caterina, amante della poesia, che, chissà perché, aveva strabuzzato gli occhi a sentire il nome di John Keats. L'editore, anch'egli abbastanza giovane, lo aveva salutato con l'impegno di risentirsi e con l'augurio di concludere prima possibile, naturalmente dopo che Caterina, dichiaratasi entusiasta del compi- to, avesse ultimato la lettura del manoscritto. L'agenzia era in Via del Tritone, e, da lì, Ottavio aveva avvertito il desiderio di fare una passeggiata, fino a Piazza di Spagna. A parte l'ora, non sarebbe mai entrato nella casa del poeta. Non senza Virginia. Da quell'incontro in libreria, glielo aveva promesso. Avrebbe obbedito alla dolce forza che tutto regola nell'universo. Per lui era un pegno d'amore, magari d'altri tempi.

Forse, anche questo era una speranza. Ne era sicuro. Lo scritto sarebbe piaciuto. Non era uno dei soliti saggi. No. Era stato partorito come una dichiarazione d'amore per Virginia.

Seduto sulla scalinata, prese una decisione. Le avrebbe fatto una sorpresa. Sì. Se la pubblicazione fosse andata in porto, avrebbe, come prima cosa, dedicato l'opera a lei, alla sua Virginia e poi – stentava a credere egli stesso a quel pensiero, che lo faceva tremare – avrebbe affrontato la questione Dora. Doveva farlo. Non poteva più vivere con quel macigno sul cuore. Sarebbe stato onesto. Questa volta fino in fondo. Sorrise, ringraziando il poeta fra sé e sé. Aveva trascorso l'intera notte rileggendo il testo scritto due anni prima. Si era messo a letto, ma era troppo inquieto; aveva acceso e spento la Tv. Ultimamente nulla lo attirava veramente, tranne qual- che documentario e qualche film di spessore. Non amava il chiasso dei talk-show, le aggressioni verbali dei dibattiti politici, gli approfondimenti inutili e indiscreti della cronaca. Diceva sempre che per fortuna, per l'essere umano, esiste la libertà della selezione culturale. In realtà, il malinconico è incline all'immaginazione e per Ottavio la malinconia era la vera fonte di ogni possibile arte.

Aveva acceso la radio. A volte ascoltava Incontriamoci, la trasmissione preferita di Virginia; lei gliene parlava spesso, gli aveva raccontato di Alex Forte, un dj anche autore di un libro con alcuni profili attuali interessanti. Non considerava quel genere il massimo ma gli faceva sentire Virginia vicina, e seguire in diretta le telefonate degli ascoltatori gli piaceva.

A quell'ora, poi, risultava piuttosto intimo. Soprattutto per chi è solo. E Ottavio era solo.

Quella sera, il conduttore aveva dedicato una canzone a una donna speciale. Anche lui, alla sua Virginia, aveva dedicato tante canzoni, sussurrandogliele all'orecchio, fra le lenzuola. Battisti, Battiato e anche Gli alunni del sole, quel complesso musicale che si era sciolto tanto tempo fa. Quanti anni erano passati...

Spense la radio nascondendosi nel silenzio irreale della notte, ma continuava a rigirarsi nel letto. Si alzò e rese quel silenzio reale, pieno di parole, immergendosi nel lavoro su Keats. A parte le riflessioni sulle poesie, del resto sempre molto personali, Ottavio si era soffermato sull'epigrafe. Cosa mai poteva aver significato per John l'acqua?

Aveva fatto riferimento a una lettura (a suo tempo recente), sull'arte dello Zen, e un collegamento ad alcune ricerche del pensiero greco antico. Un famoso maestro orientale del tiro con l'arco, nonché filosofo insegna: La giusta via è simile all'acqua, che a tutto è adatta, perché a tutto si adegua. Gli sembrava che questa prima indica- zione abbracciasse le sue credenze e gli studi classici sulla mitologia per cui continuò nella lettura: Simile all'acqua, che riempie uno stagno, ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito, può, ogni volta, agire con la sua inesauribile forza, perché è libero e può aprirsi a tutto, perché è vuoto.

Scritto nell'acquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora