Poesia, poesia sembra che non ci sia... poi ti prende per mano e ...

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Aveva ascoltato il messaggio del suo cuore e ripreso in mano il testo su John Keats.

Ne era passato di tempo. Chi è il poeta? Lo voglio vedere.

La riflessione era partita da questa poesia. Ricordava ancora il giorno in cui aveva acquistato il libro, giù, alla libreria sotto casa.

Virginia aveva da poco perso il marito. Brav'uomo quel Fabio!

Peccato, se ne era andato giovane, stroncato da un infarto.

La bella vedova aveva preso in mano le redini dell'attività con la figlia. Aveva perfino allestito un vasto reparto, cosa piuttosto rara, tutto dedicato alla poesia. Cercava così di coinvolgere gran parte dei clienti in incontri periodici di ascolto che si incentravano a turno sui poeti di tutti i tempi.

Aveva scelto bene il nome – Incontriamoci – per la sua libreria.

Quel giorno, curiosando fra gli scaffali, Ottavio si soffermò sulla raccolta di Keats, che lo aveva colpito per i colori della copertina – chissà perché! Ne aveva sentito dire qualcosa, ma non lo aveva mai letto veramente, o almeno da ricordarsene. Di certo, mancava nella ricca collezione della sua biblioteca personale.

Possedere tutti i libri del mondo era impossibile. Ma, di sicuro, quelli che ti chiamano sì. Ottavio aveva un'originale teoria a riguardo: ogni volta che entrava in una libreria o in un luogo dove ci fossero libri, uno di essi lo chiamava per nome, invitandolo ad aprirlo. Sfogliò così qualche pagina, qualche piccolissimo stralcio della prefazione, al volo.

«Sa che questo romantico poeta inglese è morto qui a Roma, e qui è sepolto?»

«Veramente no, professore. E dove?»

«Al Cimitero acattolico»

«Non ci sono mai stata»

«Neanche io»

«Sa cosa ha voluto che scrivessero sulla sua tomba?»

«Mi sta incuriosendo»

«Qui giace colui il cui nome era scritto nell'acqua»

«E che significa, professore?»

«Eh, mia cara donna Virginia, qui bisogna studiarci sopra»

«E perché non lo fa? Così poi ci organizziamo il prossimo Angolo del poeta, se possibile a marzo. Vediamo di combinare il tutto e scegliere insieme la data. Che ne dice?»

«Dico che l'idea mi piace davvero. Anzi mi esalta», e aggiunse:

«Potremmo andare a visitare la tomba...», si corresse subito, «o la casa» ricordandosi del grave e recente lutto che l'aveva colpita.

«Non si preoccupi, professore. Vedremo...  sa, qui ho sempre tan- to da fare, lo vede da lei. Mandare avanti la libreria da sola non è facile»

«Ma lei con il suo garbo e la sua inventiva ce la sta facendo alla grande!».

Stupido uomo, invece di invitarla a cena, la inviti al cimitero? A cena... e come faresti? È da una vita che non inviti una donna a cena fuori!

Con questi strani pensieri, salutandola, le sfiorò da vero gentiluomo la mano con le labbra, augurandole la buona serata e lasciandole un suggestivo sguardo di abbandono. Virginia arrossì, o alme- no il suo volto si illuminò, e subito abbassò gli occhi.

«Grazie»

«Grazie a lei per l'omaggio, cara donna Virginia. Ma non le sembra che manchi qualcosa?»

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