"Antares – chiamata anche α Scorpii – è una supergigante rossa ed è la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione (in arabo è chiamata Calbalacrab, vale a dire 'cuore dello Scorpione'). L'etimologia della stella deriva dal greco, vale a dire 'αντί' e 'Aρης' la cui traduzione è letteralmente 'contro Ares'. Da questo deriva lo storico conflitto tra i due – secondo gli antichi, infatti, Antares e Ares erano nemici mortali. Dato che nella mitologia latina il dio Ares prende il nome di Marte e il pianeta rosso è il suo omonimo, i due sono in perenno conflitto. I greci, oltre a definire il pianeta Πυρόεις – ossia 'infuocato' –, lo chiamavano Ἄρεως ἀστἡρ 'stella di Ares', mentre gli antichi romani lo tradussero con 'stella di Martis' o semplicemente Marte. Entrambi i corpi celesti sono facilmente distinguibili nel cielo notturno e sono caratterizzati da questo colore rosso fuoco, che richiama la guerra, il sangue e la violenza del dio. Per tale ragione, i due astri si oppongono nella loro similitudine."Avevo sempre associato la mia libertà alle stelle. Da quando ero piccolina, tutto il mio mondo erano state loro: corpi celesti che brillano di luce propria.
Tutto quello lo dovevo a mia madre.
Ruth era stata, per me, una guida. Mi aveva aiutata, era sempre stata al mio fianco, mi aveva permesso di coltivare quella malsana passione per l'astronomia, da lei stessa creata.
Era stata mia madre a spiegarmi la vera natura delle stelle, la realtà delle cose. Era stata lei a comprarmi il mio primo libro sull'Universo, ad aprirmi un mondo. Ed era sempre stata lei a portarmi alla radura vicino ad Harvest, dove vivevo, per osservare il cielo.
Mia mamma mi aveva dato tutto ciò che avevo, tutto ciò che ero.
Mi aveva comprato il mio telescopio, mi aveva permesso di frequentare corsi online sull'argomento, mi portava dal nonno Nanni in montagna l'estate solo per poter stare tutta la notte sveglie a osservare il cielo.
Per me lei era una costante, la mia Stella Polare.
E ora... ora ero persa senza di lei, come un marinaio a cui tolgono il principale punto di riferimento.
Stavo naufragando dentro una tempesta di stelle e pensieri.
«Vuoi?»
Mi riscossi dalla mia mente sovraffollata da agitati e tormentati pensieri, riportando l'attenzione sulla mia migliore amica. Mi voltai verso di lei, distogliendo lo sguardo dalla finestra aperta dove, nemmeno a dirlo, si potevano vedere le stelle.
Ness aveva un braccio teso verso di me, la bottiglia di vodka precariamente tenuta tra le sue dita sottili. I suoi capelli biondi le si erano appiccicati alla fronte e i suoi occhi verdi sembravano liquidi, un mare in tempesta. Come la mia mente.
Le sorrisi e mi sollevai. Forse troppo velocemente oppure troppo lentamente, fatto sta che quasi inciampai sui miei stessi piedi, barcollando in avanti.
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Under the Stars
Teen Fiction/stél·la/ sostantivo femminile Corpo celeste dotato, a differenza dei pianeti, di luce propria. In una piccola cittadina del Vermont - così insignificante che a volte non viene nemmeno riportata sulle mappe - esiste una villa gigantesca. Viene chia...