27. Autoerotismo e amici ipersessuali

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 "La Via Lattea è conosciuta come una galassia a spirale barrata, cioè il cui nucleo è attraversato da una struttura a forma di barra da cui si dipartono i bracci

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"La Via Lattea è conosciuta come una galassia a spirale barrata, cioè il cui nucleo è attraversato da una struttura a forma di barra da cui si dipartono i bracci. La lunghezza di tale barra è stimata in circa 27mila anni luce. Circa due terzi delle galassie dell'universo conosciuto sono a spirale barrata, ciò rende la nostra galassia uno dei tipi più comuni di galassie."


La tavola era apparecchiata, il salotto in ordine, la cucina profumava di pietanze deliziose. 

Era tutto pronto. 

«Ragazze, andate a prepararvi. Tra poco arriveranno i nostri ospiti». 

Mi voltai verso Scarlett, la quale stava sistemando la frutta tagliata a fette sulla torta che aveva cucinato. Io e Ness l'avevamo aiutata per tutto il pomeriggio a preparare la cena – o, meglio, Ness l'aveva aiutata. Io mi ero limitata ad assaggiare e ad assicurarmi che nulla fosse avvelenato. 

«Okay, grazie mamma». Ness mi afferrò per il braccio e mi trascinò su per le scale, dirette in camera sua. Ci togliemmo i nostri "vestiti da casa" – così a Ness piaceva chiamarli – e indossammo delle camicette più o meno eleganti – o, quanto meno, che non fossero piene di macchie di sugo. 

«Chi verrà questa sera?» domandai. 

Ness mi scoccò un'occhiataccia. «Te l'ho già detto».

Mi sollevai nelle spalle. «Non ti stavo ascoltando».

Lei sbuffò, infilando la gamba nel pantalone che si stava provando. «Un collega di mio papà e sua moglie. Forse lei la conosci già: lavora all'Imperial».

Ci riflettei su. «La cameriera simpatica, intendi?»

Ness annuì. «Sì, lei. Non so se l'hai notato, ma serviva i cocktail alla festa di Archie».

Annuii, anche se, in verità, non ne avevo il benchè minimo ricordo. La mia amica sembrò notare il mio smarrimento e scoppiò a ridere. 

«Hey!» protestai. «Non prendermi in giro».

«Mi fa ridere come tu ti accorga a malapena di ciò che ti accada intorno».

«Non è colpa mia!» protestai, lanciandole un cuscino in faccia. 

Venne colpita in pieno e me lo rilanciò subito indietro, con molta più forza. «Hai la testa da un'altra parte, Star. Costantemente».

Il suo non era un rimprovero, ma solo un dato di fatto. E io risi. Perchè era così tremendamente vero. 

Le cose mi passavano davanti al naso e io non ci facevo caso. 

Fu Theo a risvegliarci dai miei pensieri. Come al solito entrò senza bussare, accigliandosi quando mi vide con il cuscino in mano. 

«Come osate divertirvi senza di me?» esclamò indignato. 

Ness alzò un sopracciglio. «Ci stiamo cambiando, scemo».

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